Adblock: bloccare la pubblicità online è eticamente scorretto?

Una buona fetta dell’utenza online blocca la pubblicità sui propri browser.Questa forma di autodifesa, seppur giustificata da un vero e proprio bombardamento di pop-up e banner vari, può essere considerata lecita e corretta?
del 13/07/20 -

Il Web, al giorno d’oggi, offre una serie di risorse davvero impressionanti. Esistono migliaia di piattaforme e portali che propongono contenuti testuali, audio e video per l’intrattenimento a titolo gratuito, fornendo un servizio encomiabile per la community della rete.
Cosa paghiamo in cambio di questi servizi gratuiti? Molti utenti sono convinti che i social network, così come tante altre piattaforme, concedono i propri servigi a titolo completamente gratuito. Nulla di più sbagliato!

Se è vero che alcuni siti riescono a sopravvivere grazie ai guadagni generati dai banner, i “pesci grossi” del settore vanno ben oltre alla semplice pubblicità...

Pubblicità, colossi del Web e dati personali...

Google, così come Facebook e tanti altri colossi dell’online, possono ottenere dal loro lavoro qualcosa di molto importante ed estremamente remunerativo, ovvero i nostri dati personali. Stiamo parlando di un mercato nell’ordine di svariati miliardi di euro, che viene portato avanti in maniera silenziosa, quasi di nascosto, dai grandi big player del web.
Il tutto avviene attraverso operazioni di tracciamento. Attraverso i cookie e altri sistemi, le piattaforme riescono a tracciare il nostro comportamento online, potendo dunque ricostruire le abitudini di ogni singolo utente. Una volta ottenute queste informazioni poi, queste multinazionali possono sfruttare le stesse per proporre pubblicità mirata o vendere le stesse a terzi.

Va chiarita una cosa: a termini di legge, queste operazioni sono del tutto legali. Regolamentazioni quali il recente GDPR, hanno cercato di limitare la libertà d’azione dei colossi del settore, riuscendo però solo in minima parte. Le leggi sono, troppo spesso, caratterizzate da confini piuttosto confusi, con postille interpretabili e che rendono il tutto molto ambiguo soprattutto agli occhi dell’utente medio.
La soluzione più semplice dunque, è quella di adottare soluzioni drastiche per contrastare il più possibile i sempre più frequenti attacchi alla privacy.

Una strenua difesa della privacy: come si blocca la pubblicità online?

Per contrastare l'intrusione di social e simili nella vita privata degli utenti, esistono espedienti che si possono adottare direttamente sui principali browser presenti sul mercato. Si tratta, nella maggior parte dei casi, delle famose estensioni, talvolta nome come plug-in o come add-on (a seconda del browser in uso).
Queste piccole aggiunte, vanno a creare una sorta di filtro durante la nostra ricerca sul web. Attraverso questo piccolo accorgimento, i contenuti online sono letteralmente “ripuliti” da tutta la pubblicità invasiva a cui di norma sarebbe sottoposto il navigatore.

Al di là di una visualizzazione delle pagine più scorrevole, i vantaggi ottenibili grazie a questa pratica sono principalmente due.

• Il primo riguarda la velocità di navigazione. Il caricamento più rapido delle pagine Web, alleggerite da banner e altri contenuti grafici e video superflui. Soprattutto per chi ha problemi di connessione, ciò può risultare molto prezioso.

• Il secondo vantaggio, è legato alla sicurezza della navigazione. Alcuni banner, soprattutto su siti poco conosciuti, fungono da veri e propri “cavalli di Troia” per malware e altri micro software potenzialmente dannosi.

Se a ciò si aggiunge il fatto che estensioni e software che svolgono questo compito sono solitamente del tutto gratuiti, è facile intuire come mai siano così popolari. Che si tratti di Chrome, Firefox o qualunque altra soluzione, le estensioni di questo tipo risultano sempre tra le più scaricate.

Perché si parla di un dubbio etico?

Dunque perché bisognerebbe avere remore a livello morale nell’utilizzo di estensioni come ADBLOCK e simili?
Come accennato qualche riga fa, vi sono un gran numero di piattaforme caratterizzate da un numero di visitatori medio-basso che vengono penalizzate da questo sistema di blocco. Vi sono infatti siti che sostengono la propria attività grazie all’advertising e dunque pagano a caro prezzo l’uso diffuso delle suddette estensioni.

Secondo recenti stime, il danno per piattaforme, blog e testate giornalistiche è stimabile in circa 20 miliardi di dollari all’anno. Una cifra considerevole, anche se è da suddividere per un numero davvero enorme di siti.
Ciò comporta una domanda: è giusto eticamente danneggiare anche i siti che lavorano in maniera onesta?

La contromossa degli editori e delle piccole piattaforme

Ovviamente, chi vive grazie alla pubblicità sui propri portali, non è rimasto con le mani in mano.
Al giorno d’oggi infatti, esistono dei veri e propri sistemi ANTI-ADBLOCK. Essi vanno a intercettare estensioni e simili che bloccano gli annunci pubblicitari. Per l’utente, di fatto, viene bloccato l’accesso ai contenuti se viene individuata la presenza di plugin simili. L’unico modo che ha l’internauta per avere accesso ai contenuti è quello di bloccare l’estensione e ricaricare la pagina.
Nonostante ciò, esistono soluzioni ancora più affinate in grado di “bypassare” questo sistema di blocco.

Un sistema alternativo per limitare la pubblicità

In conseguenza ai sistemi di protezione degli editori, nascono sempre plugin nuovi, in grado di andare oltre queste protezioni. Di fatto, è un circolo vizioso dal quale è difficile uscire.
Tra le prime soluzioni, figura senza ombra di dubbio AdWash Exential un software italiano essenziale, senza troppi fronzoli, in grado di bloccare, ma soprattutto di non essere bloccato.
A differenza della numerosa concorrenza, la caratteristica principale di questa soluzione è che “scavalca” egregiamente tutti gli attuali sistemi ANTI-ADBLOCK.

Si tratta di un sistema gratuito e semplice da usare, capace di svolgere il suo lavoro in maniera discreta ed efficace.
AdWash Exential è un software, disponibile attualmente in beta gratuita per Windows, appositamente ideato per lavorare con tutti i principali browser sul mercato, spaziando da Chrome a Firefox, senza escludere valide alternative come Edge e Opera.

Un software che lavora in maniera differente

Perché AdWash Exential è così efficace quando si tratta di bloccare la pubblicità e bypassare sistemi di blocco?
Esso lavora direttamente nel file HOST di Windows bloccando alla radice i DNS degli Adserver pubblicitari. Ciò permette all’utente di navigare in tutta libertà senza fare i conti con alcun tipo di pubblicità e di tracciamento della propria navigazione.

La funzione parental control

AdWash può avvalersi anche di un valida funzione Parental Control. Attraverso un sistema smart infatti, questa applicazione va a individuare e inibire i siti Web valutati come potenzialmente nocivi e pericolosi per i minori.

Un sistema di blocco pubblicità con principi etici!

Il software che stiamo trattando sostiene i principi legati alla libertà digitale e il suo fine è esclusivamente quello di andare ad attaccare i sistemi pubblicitari intrusivi o comunque troppo aggressivi per quanto concerne la privacy.
Nonostante non sia ancora possibile intervenire in maniera selettiva sui blocchi, i produttori di AdWash si impegnano per ricordare ai propri utenti come l’utilizzo indiscriminato di queste soluzioni possa causare grandi danni economici ai siti medio-piccoli.
Di fatto dunque, è possibile utilizzare o meno tale applicazione su ogni singola piattaforma, permettendo dunque a quelle che lavorano con la pubblicità in maniera corretta di poter ottenere un introito e dunque sopravvivere.



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