ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Aerospazio Campania – Un palcoscenico per Arlecchini servi di troppi padroni

27/05/20

Il settore aerospaziale campano, le polemiche su ASI e CIRA dopo l’assoluzione di Enrico Saggese. La vicenda di Saggese s’intreccia con il periodo più controverso della storia del CIRA. Il Centro di Capua è una prestigiosa struttura nazionale di Ricerca dell’aerospazio, dipende dall’ASI, l’agenzia Spaziale Italiana. In Campania è stato il crocevia, nel bene e nel male, delle vicende del comparto aerospaziale regionale.

FotoAerospazio Campania – Un palcoscenico per Arlecchini servi di troppi padroni

Il settore aerospaziale campano, le polemiche su ASI e CIRA dopo l’assoluzione di Enrico Saggese.

L’ex direttore dell’Agenzia spaziale italiana e del CIRA, Enrico Saggese, finito agli arresti domiciliari nel febbraio 2014, è stato assolto dall’accusa di corruzione perché “il fatto non sussiste”.

Si chiude – con la sentenza dei giudici della I sezione del tribunale di Roma – l’ennesima pagina di una lunga e penosa storia che ha visto travolto, negli ultimi venti anni, in inchieste, arresti e dimissioni più o meno forzate, molti dei personaggi pubblici e privati che hanno gestito aziende pubbliche, gli enti e le risorse destinate allo sviluppo e alla ricerca nel mondo dell’aerospazio italiano.

La vicenda di Saggese s’intreccia con il periodo più controverso della storia del CIRA.

Il Centro di Capua è una prestigiosa struttura nazionale di Ricerca dell’aerospazio, dipende dall’ASI, l’agenzia Spaziale Italiana. In Campania è stato il crocevia, nel bene e nel male, delle vicende del comparto aerospaziale regionale.

Nel corso dei suoi oltre trent’anni di vita oscure pagine hanno pesato fortemente sullo sviluppo del Centro di Capua.

La sentenza dei giudici di Roma chiude la vicenda Saggese ma altre restano aperte, e si riparte con le polemiche con la pubblicazione del Fatto quotidiano di registrazioni e retroscena sulla governance del CIRA.

Questa ennesima e brutta storia rischia di pesare enormemente sul futuro del CIRA in questa fase cruciale di ripartenza dell’economia del Paese che ha, mai come ora, bisogno dei suoi migliori asset industriali e tecnologici.

Le vicende del Centro di Capua si sono spesso incrociate con personaggi della politica locale e nazionale. Per ricostruirle tutte ci vorrebbero mesi di lavoro, proviamo a proporre una parziale ricostruzione di quelli più significativi, a partire dal 1999, quando iniziò il regno incontrastato di Sergio Vetrella.

Il professore napoletano presiederà il CIRA per sette anni, aveva sostituito Carmine Golia dopo la discussa vicenda giudiziaria dell’ispettore del Ministero del tesoro Vincenzo Chianese che aveva gestito l’ingresso dell’ASI nella proprietà del Centro di Capua.

Vetrella nell’incarico era stato appoggiato dall’allora presidente della Regione Campania Andrea Losco, ma la fiducia gli fu confermata dal nuovo presidente Antonio Bassolino.

Nel 2006, Vetrella, tra le polemiche riesce a farsi confermare – per la terza volta – presidente del CIRA dal ministro Fabio Mussi, che però gli chiede le dimissioni dalla presidenza dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Il terzo mandato di Vetrella al CIRA dura poco perché il professore passa alla politica.

In ASI nel 2007 arriva il professor Giovanni Bignami, noto e apprezzato astrofisico, forse non altrettanto riconosciuto manager, comunque anche lui caratterizzato politicamente.

Nel frattempo, Vetrella, che è eletto senatore in Campania, non si sente in buona compagnia e si dimette dal Senato per diventare super assessore regionale alle attività Produttive e Trasporti.

Nel 2008, il professor Bignami è subito rimosso d’allora ministra del MIUR, Mariastella Gelmini, per insediare Enrico Saggese, prima come commissario ASI, e poi alla presidenza dell’Agenzia e del CIRA.

Il manager è direttore delle attività spaziali di Finmeccanica e vanta importanti relazioni nel mondo politico di riferimento della ministra.

Al Centro Italiano Ricerche di Capua, Saggese assume l’incarico che era di Renzo Piva, nominato da Mussi, e si ripropone il tema della doppia presidenza ASI e CIRA.

L’equilibrio è ricomposto e resta più o meno stabile fino al 2014, quando le cariche sono azzerate per le vicende giudiziarie a cui hanno posto un fine in queste ore i giudici romani.

All’ASI, dopo le dimissioni forzate di Saggese, arriva Roberto Battiston, fisico sperimentale con legami politici e parentali nel campo opposto a quello del suo predecessore.

Il professore di Trento è confermato nel 2018 dalla ministra Valeria Fedeli, per essere però dopo pochi mesi rimosso dal nuovo ministro leghista del MIUR, Marco Bussetti.

La stagione di Battiston all’ASI, in Campania coincide con quella dell’escalation di Luigi Carrino alla presidenza del CIRA.

Il professore era presente nel Consiglio di amministrazione del Centro di Ricerche fin dal lontano 2006 dalla presidenza di Sergio Vetrella. E nel 2014, quando Saggese fu costretto alle dimissioni, la presidenza del Cda del CIRA fu affidata proprio a Carrino che era il consigliere più anziano.

Il professore doveva gestire la fase transitoria verso una nuova governance ma, a sorpresa, riesce a farsi confermare a pieno titolo dal nuovo Cda. Carrino aveva tessuto una vasta ragnatela di legami trasversali con la classe politica locale e nazionale e – contro il parere di soci di peso come Finmeccanica – si era fatto confermare alla presidenza del CIRA.

La carriera di manager pubblico di Carrino era iniziata nel 2005 dal sodalizio con Teresa Armato. Quando Antonio Bassolino assegnò alla Armato, tra le polemiche del mondo scientifico, l’incarico di assessore regionale alla Ricerca, la neo assessora ripescò l’oscuro professore dall’università di Cassino e lo nominò nel Cda del CIRA.

Il personaggio dimostra subito di nuotare a suo agio nel nuovo ambiente, si lega prima all’assessore Andrea Cozzolino e poi a Nicola Mazzocca. Arrivano altri incarichi istituzionali.

Quella stagione politica finisce con il cambio di guardia alla Regione Campania e l’elezione di Stefano Caldoro. Ma, niente cambia per Carrino che approda facilmente sulle sponde del nuovo presidente.

Il professore puntava alla presidenza del Distretto aerospaziale regionale, aveva conosciuto Caldoro quando questi era stato sottosegretario alle politiche per l’università e la Ricerca del governo Berlusconi, e inoltre vantava il sostegno di Guido Trombetti, uomo di punta del governo regionale di centrodestra, anche lui reduce da un lungo sodalizio con Antonio Bassolino.

In Campania si avvia il flusso di finanziamenti di Governo, Regione e dalla Comunità Europea per la ricerca e lo sviluppo e le imprese del comparto regionale dell’aerospazio.

Nel 2015 cambia ancora una volta la direzione della politica, governatore è Vincenzo De Luca, ma ancora una volta per Carrino nulla cambia, e il professore trova il modo per accreditarsi anche con il nuovo presidente.

Nonostante la contrarietà del suo stesso ambiente politico, è l’assessore regionale Amedeo Lepore che si prodiga per avvicinare Carrino a De Luca.

Il professore è confermato al DAC e ottiene il pieno incarico di presidente del CIRA.

Qualcosa però si è rotto. In Finmeccanica poi Leonardo è arrivato Mauro Moretti che capovolge gli equilibri di potere consolidati nel comparto nazionale.

Nel 2016 l’agenzia Spaziale Italiana di Battiston rimuove Luigi Carrino dalla presidenza del Centro di Capua. Il provvedimento “si è reso necessario dopo che gli organi di controllo negli ultimi mesi avevano a più riprese segnalato una serie di rilevanti criticità gestionali”.

Il presidente De Luca scarica Carrino e l’assessore Lepore cambia mestiere.

Il settore regionale dell’aerospazio finisce in un cono d’ombra.

E’ privo di governance e di riferimenti istituzionali. Nonostante le premesse e promesse rallenta la crescita delle imprese e si perdono opportunità di sviluppo di cui si avvantaggia il nascente distretto pugliese.

Lo stallo potrebbe essere superato nel luglio 2018 alla scadenza del secondo mandato di Carrino alla presidenza del DAC, ma le imprese che aderiscono alla Scarl decidono di modificare lo statuto e lo rieleggono alla presidenza.

Il resto è storia di questi giorni ed è tutta un’altra storia.



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