SPETTACOLO
Comunicato Stampa

Al cinema italiano solo il Premio Orizzonti a Liberami di Federica Di Giacomo

15/09/16

Alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2016 l'Italia non fa bella figura.

Alla Mostra del Cinema di Venezia tutte le cinematografie sono state premiate, tranne quella italiana. Per fortuna ci pensa la Giuria di Orizzonti ad assegnare un premio di consolazione all'Italia. Lo vince il film-documentario Liberami di Federica Di Giacomo.

Il Leone d’Oro lo vince il filippino Lav Diaz che ha abituato il suo pubblico di cinefili (i soli ad averli visti perché in Italia non sono mai stati distribuiti) ai lunghissimi film. The Woman Who Left in poco meno di quattro ore racconta, con una splendida fotografia in bianco e nero, le peripezie di una donna, che dopo essere stata ingiustamente incarcerata per trent’anni, viene improvvisamente rilasciata.

Il Leone d’Argento - Gran premio della giuria va al texano Tom Ford che, con Animali notturni, porta sul grande schermo la storia di una gallerista, Amy Adams, che in un momento di crisi della sua vita riceve dal suo ex marito, Jake Gyllenhaal, un manoscritto dal titolo Animali notturni. In quel romanzo, violento e tormentato, troverà una metafora del dolore che lei gli ha provocato.

Leone d’Argento per la miglior regia ex aequo al regista messicano Amat Escalante e a quello russo Andrei Konchalovsky.
La regione selvaggia di Amat Escalante è una lotta per l’indipendenza da parte di una giovane donna in una cultura fortemente maschilista e omofoba. Il film racconta la storia di Alejandra, madre lavoratrice la cui famiglia viene sconvolta dall’arrivo in un bosco di uno strano essere tentacolare, capace di soddisfare le esigenze sessuali di uomini e donne.
Paradise di Andrei Konchalovsky è un film in bianco e nero, ambientato nella Francia dell’occupazione nazista dove il destino di tre persone si intrecciano in modo imprevisto e drammatico.

Coppa Volpi per la miglior attrice all'americana Emma Stone per la sua interpretazione in La La Land. Venezia porta sicuramente fortuna a Emma Stone, che due anni fa alla Mostra aveva iniziato la corsa che l’avrebbe portata alla sua prima nomination all’Oscar con Birdman. L’attrice nel film balla, canta e regala magia alla storia di due sognatori nella Hollywood di oggi. “Un sogno che si fa realtà per me è stato cantare e ballare tutti i giorni con questo gruppo di persone straordinarie” ha detto la Stone in videomessaggio.

Coppa Volpi al maschile assegnata all’attore argentino Oscar Martinez, protagonista di Il cittadino onorario di Mariano Cohn e Gastòn Duprat. Nel film Martines interpreta uno scrittore che, dopo aver vinto il Nobel per la letteratura, si è ritirato dalla vita pubblica ed ha perso ogni ispirazione, rifiuta i moltissimi inviti che riceve ovunque nel mondo finché accetta l’invito del sindaco della sua città d’origine, la piccolissima Salas in Argentina dove non torna da quarant’anni, lo riporterà nel luogo dove tutti i suoi racconti sono nati.

La miglior sceneggiatura è stata giudicata quella di Jackie, il film del cileno Pablo Larrain sui giorni successivi la morte di JFK visti nello sguardo di Jacqueline Kennedy, una struggente Natalie Portman. Lo sceneggiatore è il newyorkese Noah Oppenheim.

Premio speciale della giuria al film sui cannibali The Bad Batch della giovane regista americana di origine iraniana Ana Lily Amirpour.

La tedesca Paula Beer, protagonista del film in bianco e nero di Francois Ozon Frantz, romantica storia d’amore ambientata alla fine della prima guerra mondiale ha vinto il premio Marcello Mastroianni per l’attore emergente.

Una lunga sfilza di premi e riconoscimenti che fa letteralmente il giro del mondo, ma lascia fuori l’Italia. Nessuno dei tre film in concorso ha ricevuto premi o citazioni. Ne' Piuma di Roan Johnson, ne' Questi giorni di Giuseppe Piccioni e neppure Spira mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti.

La disfatta era largamente annunciata forse perché due di questi raccontano piccoli universi quotidiani che riguardano giovani ventenni, attraverso una serie di limitate notazioni che non costruiscono quel grande affresco che ci si aspettava. Il terzo film (Spira Mirabilis), una riflessione sull’immortalità realizzata attraverso un percorso affidato essenzialmente alle immagini, non è stato ritenuto adatto al concorso. Forse non era abbastanza “radicale” da abbandonarsi al puro lirismo? Ne' abbastanza “politico” da imporsi come film-saggio? Nell’insieme i tre film danno l’idea che il cinema italiano non sappia più fare importanti racconti per grandi metafore, com’era capace di fare nel in passato. C'è stato un periodo nel quale i film italiani mietevano successi ovunque si presentavano. Oggi o ci si accontenta del piccolo abbozzo, che all’occorrenza può essere anche molto gradevole e ben scritto, come nel caso di Piuma, film destinato a una buona vita in sala, o ci si lascia trasportare dal flusso del pensiero senza ancorarsi alla complessità.

Per fortuna ci ha pensato la Giuria di Orizzonti ad assegnare un premio all'Italia. Per il miglior film al documentario Liberami della regista antropologa Federica Di Giacomo.
Unica consolazione per il lavoro documentaristico sul ritorno dell'esorcismo, tre anni di indagini in Sicilia seguendo esorcisti e pazienti che combattono contro il “Diavolo”. E' un documentario più avvincente di un film, che rappresenta la verità vera di oggi, pratiche e superstizioni, pregiudizi e credenze che credevamo riguardassero il passato sono invece più che mai attuali. Ogni anno sono sempre di più le persone che dicono di essere “possedute” dal demonio e chiedono l'intervento dei preti-esorcisti. Basti pensare che solo la Diocesi di Milano ha 12 preti esorcisti. La chiesa per far fronte alle richieste deve organizzare corsi di formazione per comprendere e combattere il fenomeno, oltre che per sensibilizzare le gerarchie stesse. Certo è che i contrasti tra pratica esorcista e vita quotidiana, tra fede e paganesimo, tra mondo primitivo e modernità sono stridenti. A volte preoccupanti altre volte assurdi e ridicoli.
Ha aiutato la Di Giacomo nella sua indagine per il film Liberami, il francescano Padre Cataldo, un'esorcista a tempo pieno oberato di lavoro. I posseduti urlano, gemono, ringhiano, si rotolano per terra e poi si placano improvvisamente. E non è una fiction, ma tutto vero...

Pierluigi Capra

Foto di Gabriele Trevisan

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