ARTE E CULTURA
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'Alfabeto delle Api' di Grazia Dormiente

24/11/10

Il 20 Novembre 2010 alla presentazione del poemetto " Alfabeto delle api" di Grazia Dormiente, presso il Palazzo della Cultura di Modica,si è assistito ad una lezione di letteratura di notevole interesse culturale, un vero intrattenimento di arricchimento personale per tutti i partecipanti. Il poemetto della Dormiente risulta essere un capolavoro in cui forma e contenuto si fondono senza limiti e contorni. Musiche del M° Carrubba ad allietare un " sabato letterario ".

“Alfabeto delle Api” di Grazia Dormiente

Un programma di notevole valenza culturale è quello che L’Associazione “Polis”- Caffè letterario S.Quasimodo - Modica ha proposto per il periodo iniziato già lo scorso Ottobre 2010 e che si concluderà il prossimo Maggio 2011.Il programma prevede, infatti, una serie di incontri definiti “sabati letterari “, volti essenzialmente a diffondere, ricordare e incentivare la cultura iblea di artisti e letterati già noti, emergenti e contemporanei, nelle località di Modica, Pozzallo e Ispica. Lo scopo di questi eventi è semplicemente l’amore per l’arte e la cultura, come mezzi di faustiana sete di conoscenza. Lo scorso 20 Novembre 2010, nel Palazzo della Cultura a Modica, viene dato riconoscimento e merito a Grazia Dormiente, nota storica e scrittrice iblea , per un libro da lei stessa definito come “ scherzo letterario” intitolato “ L’alfabeto delle api “.
Un tema quello delle api già ampiamente trattato nella letteratura greco-latina, come hanno sostenuto tutti i relatori della serata, ognuno dei quali per la loro erudizione ha saputo regalare a chi, come noi dell’ACIM-Helios, stava ad ascoltare puri momenti di letteratura. Così lo stesso prof. Pisana citava Marziale, Plinio il Vecchio, Virgilio ed Ovidio; la prof. essa Lucia Trombadore (docente del Liceo-ginnasio di Modica) ricordava che per Omero le api rappresentano la perfetta forma societaria e che per i lirici greci era vista come l’unico tipo di donna, piena di qualità, adatta ad un uomo; il prof. Mario Grasso ( docente di letteratura italiana- Università di Catania ) ci trasportava alle origini del pensiero filosofico con Platone , per il quale l’anima del mondo diventa un’ape e poi ci riportava indietro alla nostra terra con Giovanni Verga, anch’egli soggiogato dal simbolismo di questi insetti , tanto che lo usa nell’episodio della morte del barone Trau (Mastro don Gesualdo) ; e alla spontanea compartecipazione dell’on. Attilio Sigona che ha ricordato le esaltazione delle api in Teocrito. Ricorrono questi insetti nel simbolismo pittorico e biblico ( Isaia, cap.VI, ver. 2). e a noi ACIM-Helios piacerebbe aggiungere l’accostamento tra ape e “ femminino “ religioso.
Le prime parole con le quali il prof. Domenico Pisana, moderatore della serata, esordisce nella presentazione del poemetto di Grazia Dormiente, ci danno un breve quanto consistente cenno su quella che è la personalità eclettica della nostra scrittrice, sottolineando che la sua verace stima nei confronti della medesima non è un elogio ma un dato di fatto. E continua delicatamente a citare i meriti della Dormiente che con il suo zelo, ha saputo nel corso degli anni mettere in risalto le potenzialità e la storia del territorio ibleo, apportando contribuiti concreti grazie al suo impegno tenace per la realizzazione del “ Museo della cioccolata “ a Modica e del “ Museo Giorgio La Pira” a Pozzallo.
“L’alfabeto delle api”, così modestamente definito “scherzo letterario” è in realtà un piccolo e sapiente capolavoro non limitato alla complessa attività delle api, ma capace di delinearne la funzionalità nella vita dell’uomo e nel processo ciclico-ambientale della natura. Interpretato dal prof. Grasso come l’insieme di due momenti essenziali: uno inizialmente didascalico-costruttivo, l’altro, come la “descrizione degli inesprimibili”, in una visione di allegorica caduta babilonica dell’odierna società.
Un poemetto, dunque e varie sono le definizioni di poesia, come quella ricordata dal prof. Pisana di Sant’Agostino: “ se me lo chiedi non lo so, se non me lo chiedi lo so” e pure per il prof. M. Grasso “la poesia non ha una definizione e non può averla, come paragonare un uomo ad una statua”. Si scosta da questi pensieri simili , la prof. essa Trombadore per la quale la poesia è una “ fluente formula magica, che non può prescindere dal ritmo che è danza “. A noi ACIM-Helios, avendo già letto il poemetto e avendolo sentito recitare da Ernesto Ruta e Ornella Fratantonio, accompagnati al pianoforte con le musiche del M° Sergio Carrubba, è sembrato che tutte le definizioni si coniugassero armonicamente con la liricità dell’ “ Alfabeto delle api “. Ci rimane, inoltre, l’abilità letteraria della Dormiente, che sapientemente ha riproposto un tema atavico eppure sempre nuovo, accostando alla tecnica alfabetica usata, un’invidiabile proprietà di un linguaggio forbito ed elegante, in cui forma e contenuto si assimilano simbioticamente: “ divertite danzano, descrivendo doni di dolcezze disarmante, dopo, dondolandosi, dissimulano disincantate distanze, da dove diramano diurne direttive.” E su questi pochi versi, di intensa e rara “ fluente armonia “vogliamo concentrare il significato di quanto appena detto.

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