ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

British American Tobacco investe sull'Italia: impegno per l'acquisto di tabacco italiano

05/04/12

Nonostante un contesto normativo minacciato dalle proposte regolamentari al vaglio dell’Unione Europea e in un clima di crescente pressione fiscale, British American Tobacco Italia rinnova il suo sostegno alla filiera, impegnandosi all’acquisto di 7 milioni di Kg di tabacco italiano all’anno per il biennio 2013/2014, per un volume d’affari pari a circa 40 milioni di Euro in due anni.

L’importante annuncio è stato fatto dal Vicepresidente di British American Tobacco Italia (BAT Italia) Giovanni Carucci nel corso dell’incontro “Il futuro della filiera italiana alla luce del processo di revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco”, svoltosi nell’ambito del Forum di Confagricoltura in corso a Taormina.

«Il nostro obiettivo – spiega Carucci – è garantire, in continuità con quanto fatto fino ad oggi, sbocchi commerciali al tabacco italiano di qualità, al fine di supportare la filiera nazionale, già pesantemente colpita dalla progressiva diminuzione degli aiuti comunitari e ulteriormente minacciata dall’avviato processo di revisione della Direttiva Europea sul tabacco. Ci preoccupano particolarmente l’introduzione di immagini shock, che ricoprirebbero quasi interamente la superficie del pacchetto, rendendolo di fatto standardizzato, e il divieto di utilizzo degli ingredienti».

La combinazione di tali normative determinerebbe uno svilimento del prodotto, quindi del suo valore. Ciò porterebbe ad un livellamento verso il basso dei prezzi e alla conseguente riduzione dei margini economici ricavabili dalle vendite; i produttori avrebbero, così, minori risorse a disposizione e diventerebbe più difficile per loro acquistare tabacco italiano, già meno competitivo rispetto a quello di altri mercati.

L’introduzione di queste nuove regolamentazioni, inoltre, darebbe ulteriore impulso a contrabbando e contraffazione, che, solo nel 2010, hanno determinato un danno economico per il nostro paese pari a 650 milioni di euro, di cui 485 in termini di mancate entrate per lo Stato e 165 come perdite la filiera (agricoltori, produttori, distributori e tabaccai). Tali fenomeni illeciti aumenterebbero in quanto le organizzazioni criminali che li gestiscono inonderebbero il mercato comunitario di sigarette confezionate senza immagini shock e realizzate utilizzando gli ingredienti, attirando quindi i consumatori verso il mercato illegale, con conseguente calo delle entrate erariali.

«L’attuale contesto italiano può essere considerato un modello che ha garantito nel tempo, mediante una regolamentazione ed una fiscalità equilibrate, entrate erariali crescenti a fronte di un calo costante del numero dei fumatori e di un livello di contrabbando tra i più bassi d’Europa. Auspichiamo, pertanto, che il Governo esprima in sede europea una posizione bilanciata, comunicato stampa consentendo la sopravvivenza di una filiera vitale per il tessuto socio-economico del nostro paese».

Il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Mario Catania ha sostenuto che «il Ministero continuerà ad impegnarsi a rappresentare a livello europeo ed internazionale le istanze della filiera, affinché nella salvaguardia dei legittimi e primari obiettivi di salute pubblica non si trascurino gli interessi degli agricoltori italiani. Specialmente nella congiuntura economica attuale, l’Italia non può consentire che una regolamentazione ingiustificatamente restrittiva o non bilanciata, metta in crisi un settore ad alta intensità di manodopera, che rappresenta una produzione agricola dove siamo leader in Europa e tra i primi esportatori mondiali, trainante ed essenziale per l’economia rurale di alcuni territori del Paese, ma soprattutto fonte di reddito per circa 60.000 imprenditori e lavoratori agricoli e per le loro famiglie”.

Anche Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, ha dichiarato che «la lotta al tabagismo è sacrosanta, purché si basi su evidenze scientifiche. Le misure al vaglio della Commissione europea rischiano di mettere in pericolo una coltura che in Europa dà lavoro ad oltre 100.000 coltivatori, 60.000 dei quali solo in Italia. Al momento della revisione della Direttiva Europea sul tabacco si dovrà tenere conto anche degli impatti economici e sociali sulla filiera».

Nota per la stampa

British American Tobacco Italia S.p.A. è nata ufficialmente il 1 giugno 2004 dalla fusione con ETI S.p.A. per l’acquisizione della quale British American Tobacco, il gruppo più internazionale del settore, si è aggiudicata la gara per la privatizzazione il 16 luglio 2003. British American Tobacco Italia, con la sua forte connotazione di azienda dai fondamenti italiani ma dal respiro internazionale, ha assunto un ruolo di grande valore strategico per il sistema economico nazionale, collocandosi al secondo posto tra gli operatori del settore in Italia, il secondo mercato più importante d’Europa, con la presenza di oltre 25 marchi internazionali (tra cui Lucky Strike, Pall Mall, Dunhill, Vogue, Rothmans e Kent) e nazionali (tra cui MS).

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