Cannabis terapeutica: la Puglia dice si alla coltivazione

Nelle scorse ore la Regione Puglia tramite votazione della commissione sanità del consiglio regionale, ha approvato all’unanimità la proposta di legge in materia di cannabis ad utilizzo terapeutico: un provvedimento importante perché si va ad approvare, per la prima volta sul territorio regionale, la produzione di cannabis terapeutica in via sperimentale.
del 08/07/14 -

Una proposta di legge che consentirà di proseguire su un percorso già avviato in passato: la Puglia è stata infatti una tra le prime regioni italiane a sperimentare la somministrazione controllata della cannabis attraverso le sue strutture sanitarie: si parla ovviamente di cannabis a fini terapeutici che era possibile reperire nella farmacie ospedaliere.

Niente di irregolare come potrebbe pensare qualcuno; perché, è bene ricordarlo, in Italia l’utilizzo di cannabinoidi a fini terapeutici è del tutto legale: solo che questo deve avvenire a determinate condizioni e in presenza di requisiti particolari, come avevamo spiegato dettagliatamente in passato parlando di aspetti legislativi della cannabis terapeutica.

La normativa cui si fa riferimento in materia di cannabis a uso terapeutico è la legge del 2006 cui seguì, nell’anno successivo, il primo provvedimento normativo che andava a riconoscere le proprietà terapeutiche del THC (tetraidrocannabinolo), il principale principio attico della cannabis.
Con quel provvedimento, n.98 del 28 aprile 2007 dell’allora ministro della Salute Livia Turco, si andò a inserire nelle tabelle del ministro della Sanità tra le sostanze utilizzabili per fini terapeutici anche il principio attivo della cannabis. Di lì in poi la palla passò alle singole regioni, competenti in materia di Sanità, cui venne demandato il compito di emanare leggi e regolamenti sulla questione cannabis terapeutica per circoscrivere il tutto all’interno di una normativa chiara e delineata.

La normativa nazionale in definitiva fissa i paletti prevedendo, ad esempio, che si possa far ricorso a farmaci a base di cannabis solo ed esclusivamente nei casi in cui gli altri farmaci risultino essere inefficaci: all’interno dei limiti fissati dalla norma del ministero della Salute, le singole regioni possono muoversi e legiferare. E in questi anni alcune, come Toscana, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia e Puglia per l’appunto, lo hanno fatto.



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