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Ciclismo in crisi: Calendario italiano a pezzi - Quattro stop, altre corse in bilico: FCI e Lega che fanno?

26/02/15

Tutte le news sul campionato italiano delle corse. Dopo le cancellazioni di Roma Maxima, GP Camaiore e Trofeo Melinda, altre sembrano pericolosamente traballanti mentre due sembrano salvate in extremis, almeno per quanto riguarda l'edizione 2015.

FotoIl 2015 del ciclismo italiano era iniziato con la tripla mazzata delle cancellazioni di Roma Maxima, GP Camaiore e Trofeo Melinda, la prima annullata dopo due edizioni, le altre due accorpate rispettivamente alla Tirreno-Adriatico e al Giro del Trentino. Meno di due mesi dopo, con alle spalle Donoratico e Laigueglia, un'altra corsa s'è aggiunta alla lista di quelle che non vedremo disputarsi quest'anno, altre sembrano pericolosamente traballanti mentre due dovrebbero essere state salvate in extremis, almeno per quanto riguarda l'edizione 2015.

Nel 2015 niente Larciano.
A chiudere i battenti stavolta è il GP Industria & Artigianato di Larciano, classica toscana in programma per il prossimo 25 luglio: il cambiamento di data avvenuto nel 2014 non è servito a dare nuova linfa alla corsa. I motivi della cancellazione ovviamente sono sempre gli stessi, dallo scarso interesse e sostegno globale alle spese sempre maggiori per allestire una corsa dignitosa: la speranza degli organizzatori - e di tutti - è ovviamente che questo sia solo un arrivederci e non un addio, anche se sappiamo bene come questo sia molto difficile.

Altre corse in bilico.
Persa Larciano, ora il timore è che il calendario italiano lasci per strada altri pezzi nei prossimi mesi. Il Giro della Toscana non se la passa benissimo, gli organizzatori provano a fare miracoli ma, senza Larciano che la precedeva di un giorno, la posizione in calendario rischia di essere molto debole. Diversa ma non meno difficile la posizione della Milano-Torino. La corsa è stata rilanciata nel 2012 grazie ad un accordo tra RCS Sport e AC Arona: dopo tre ottime edizioni il contratto tra le due parti è scaduto e per il 2015 la società organizzatrice di Antonio Bertinotti ha ottenuto l'assegnazione dei Campionati Italiani uomini e donne proponendo un tracciato che colleghi proprio Milano e Torino; a questo punto sembra difficile che RCS Sport, proprietaria della corsa Milano-Torino, possa allestire una prova il prossimo 1° ottobre, e lo stesso vale per il Giro del Piemonte, attualmente in calendario per il giorno successivo ma assente di fatto nelle ultime due stagioni.

Appennino e Liberazione salvi per un pelo.
Il conto quindi è di quattro cancellazioni e almeno tre corse in bilico: in un simile contesto bisogna quindi accogliere con grande gioia le notizie che, nonostante le difficoltà espresse in precedenza, il Gran Premio della Liberazione ed il Giro dell'Appennino dovrebbero disputarsi regolarmente il 25 e 26 aprile prossimi. La classica romana per Under 23, una sorta di mondiale di primavera per la categoria, è stata salvata dall'intervento privato della Cicli Lazzaretti dopo il grido d'allarme lanciato dalla Primavera Ciclistica che organizza la corsa. Il Giro dell'Appennino invece sembra essere riuscito a trovare un accordo tra le esigenze di chi organizza (anche a costo di rimetterci qualcosa) e quelle degli enti locali, Regione Liguria e Comune di Genova su tutte: per la sicurezza al 100% forse ci vorrà ancora qualche giorno, ma il periodo più nero sembra essere superato, almeno per quanto riguarda la 76esima edizione.

Calendario dimezzato.
In queste ultime parole c'è forse il problema principale di questa situazione difficile: senza un cambio di mentalità ed un intervento deciso degli organi federali, una corsa può magari riuscire a salvarsi un anno, due, forse anche tre, ma i miracoli non possono durare in eterno e anche chi ora si sente al sicuro, tra un paio di stagioni potrebbe non esserlo più. A maggior ragione adesso che sembra che a breve potrà cambiare tutta la struttura del ciclismo mondiale, con le attuali 1.1 che rischiano di fare un passo indietro a ridursi sostanzialmente a prove semiprofessionistiche. L'impressione è che quindi le gare di un giorno, se non inserite in un contesto comune abbastanza forte ed organizzato, siano comunque destinate a sparire in un futuro abbastanza prossimo: è su questo che dovrebbero entrare in azione la FCI e la Lega del Ciclismo Professionistico che finora hanno fatto assai poco, per non dire nulla, per arginare l'ondata di crisi che ha quasi dimezzato il calendario italiano nel giro di dieci anni.

FCI e Lega che fanno?
Prendiamo ed esempio la Lega a cui le corse professionistiche italiane devono affiliarsi obbligatoriamente per poter entrare in calendario: un organo che racchiude tutte le gare potrebbe avere potenzialità davvero molto interessanti, per la promozione e la visibilità del proprio movimento. Attualmente la Lega è attiva nel fornire un supporto tecnico agli organizzatori, in più di occupa dei diritti televisivi: quest'ultimo campo, però, rappresenta appena il 2% circa della somma che serve per allestire una gara 1.1 anche perché al momento di vere alternative alla Rai non ce ne sono, anche se quest'anno c'era stato un interesse di Bike Channel.
La sensazione è che si potrebbe fare molto di più. Prendiamo ad esempio le squadre: gli organizzatori non hanno la certezza che quelle iscritte alla Lega siano poi al via della loro corsa e non è prevista neanche una discussione collettiva degli ingaggi o dei rimborsi: queste semplici misure potrebbero favorire una partecipazione migliore o comunque certa alle varie corse italiane, che poi individualmente in base alla propria disponibilità potrebbero trattare per la presenza dei vari singoli campioni. Ovviamente poi c'è anche la questione della Coppa Italia o Campionato Italiano a Squadre, la cui esistenza viene ricordata solo verso fine stagione, quando si lotta per ottenere la Wild Card al Giro d'Italia: dare una visibilità quantomeno dignitosa a questa challenge (le classifiche post Laigueglia sono state aggiornate solo oggi pomeriggio, a 6 giorni di distanza) potrebbe attirare qualche sponsor per dare così agli organizzatori un altro piccolo sostegno.

Serve un intervento immediato.
Sicuramente quindi la FCI, attraverso la Lega, dovrebbe cercare di tutelare il proprio patrimonio e lo dovrebbe fare rapidamente perché si sono già persi troppi pezzi di storia senza che nessuno abbia mosso un dito. D'altra parte tocca anche agli stessi organizzatori lavorare su un qualcosa di diverso, lavorare su piccoli piani di marketing per puntare a sponsor privati invece che dipendere eccessivamente dagli enti pubblici dove un voto favorevole o contrario possono decidere sulle sorte di una gara senza aver modo di rimediare. Un GP di Larciano che chiude non è solo una corsa in meno, è una sconfitta per tutto il movimento italiano ed un piccolo passo verso una crisi di questo sport che può essere irreversibile.

Sebastiano Cipriani



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