ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Come funziona la pratica di recupero crediti quando l'inquilino è moroso

21/09/21

Sono sufficienti 20 giorni di ritardo sulla scadenza del canone mensile di affitto perché un inquilino possa essere dichiarato moroso e quindi tecnicamente debitore del proprietario dell’immobile. Credit Group Italia spiega quali sono le strade che il creditore ha davanti a sé per recuperare gli importi in sospeso e provvedere a rinegoziare o interrompere il contratto.

FotoMilano, settembre 2021 – Falliti i tentativi di soluzione stragiudiziale del caso, l’articolo 658 del Codice Civile stabilisce che un locatore possa rivolgersi a un giudice per avanzare contemporaneamente due richieste: un decreto ingiuntivo che obblighi l’inquilino moroso a pagare gli arretrati e l’avvio di una procedura di sfratto che sciolga il contratto di locazione e faccia in modo che l’inquilino lasci l’immobile. L’obbligo al pagamento dei canoni in sospeso, esteso alle mensilità maturate fino alla data in cui l’immobile torna in pieno possesso del locatore, può comportare l’avvio di una procedura di pignoramento dei beni del debitore.

Tra i documenti indispensabili a procedere legalmente nei confronti di un inquilino moroso:

- copia del contratto di affitto registrato;
- copia delle ricevute di pagamento raccolte;
- copia dei solleciti di pagamento indirizzati al locatario.

La procedura può essere complicata dall’opposizione in sede legale allo sfratto, diritto dell’inquilino che obbliga il creditore ad aprire una mediazione, e dall’irreperibilità del debitore.

L’intervento di avvocati e professionisti altamente specializzati del recupero crediti può rivelarsi utile al creditore in diverse fasi, in particolare per la verifica dei requisiti indispensabili a intraprendere un’azione legale nei confronti dell’inquilino moroso e per ottenere un’indagine patrimoniale sul debitore, al fine di individuare i beni effettivamente pignorabili. Un piano strategico di azioni di sollecito in via stragiudiziale potrebbe inoltre portare a un accordo, rispetto al debito e al contratto, più rapido e meno oneroso per entrambe le parti.

Attualmente, è comunque necessario considerare che è ancora attivo in Italia un blocco degli sfratti abitativi deciso come misura di emergenza economica in seguito al diffondersi dell’epidemia di Covid-19. Tale provvedimento riguarda gli sfratti esecutivi a partire dal 28 febbraio 2020.

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