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Come un uomo vive la solitudine

12/11/15

La solitudine vista da lui...

FotoScelgo la giornata di ferragosto per parlare della solitudine. Lo faccio ovviamente a titolo personale, non pensando di rappresentare gli uomini, ma solo me stesso.

Ogni storia ha le sue caratteristiche, per cui non pretendo di definire l’uomo medio, ma ciò che la vita mi ha insegnato nel bene e nel male.

Oggi mi sento molto solo. Mi manca tanto il sorriso di mia figlia, la possibilità di abbracciarla e giocare con lei. Sono un uomo separato come tanti che, in un regime di affido condiviso, vede saltuariamente quello che reputo essere il mio amore più grande.

La solitudine ha molte facce a mio avviso… a volte è una necessità per ritrovare se stessi, a volte invece è una condizione imposta che può essere molto dolorosa.

Io credo che vivere senza relazioni sia una condizione anormale per le persone.. come direbbe qualcuno, siamo “animali sociali”. E certi affetti hanno un significato maggiore di altri.

I problemi nascono quando, nonostante magari ci sia un legame, la comunicazione non funziona. Può accadere tra amici, con il proprio partner, nei luoghi di lavoro.

A volte sembra che siamo maestri nel crearci difficoltà nelle relazioni. A questa cosa ho trovato spesso associato, nelle situazioni che ho vissuto, il concetto di paura.

A chi non è mai capitato di stufarsi di parlare con qualcuno, perché tanto è tempo perso?

Ti sforzi di mostrare (e non è sempre facile) quello che sei, le emozioni che provi e dall’altra parte ti trovi un muro che rimbalza indietro le tue parole. Non necessariamente è un muro alzato per cattiveria.

Ci sono persone che, per mantenere il proprio equilibrio, non possono permettersi di far entrare dentro di sé le altre persone a livello emotivo.

Per cui sono in perenne fuga da se stessi e dagli altri. Sono torri costruite per proteggere il proprio status quo, e se provi a toccarle con un dito si sbriciolano.

La loro unica soluzione è.. scappare dai problemi, negarli, oppure reagire in modo aggressivo quando si sentono minacciate.

Per il mio carattere, spesso in una sorta di complementarietà che poi si scopre non essere affatto tale, ho incontrato spesso persone con dei meccanismi di difesa del proprio Io piuttosto simili.

Sono uno che ha perseverato negli errori… e questo mi ha fatto sentire solo anche quando avevo una compagna al mio fianco.

Mi ritengo una persona introspettiva, riflessiva, capace di leggere gli stati emotivi degli altri.. per assurdo tale caratteristica all’inizio viene apprezzata, però quando le relazioni diventano più “strette” questa cosa spaventa.

Reazione tipica nei miei confronti (scomodo una definizione della psicoanalisi):

– Identificazione proiettiva: è un processo di proiezione delle qualità percepite come “cattive” dell’Io sull’oggetto relazionale, e successiva identificazione al fine di esercitare un controllo su di esso. Proiettando sull’altro le proprie qualità inaccettabili l’Io può sviluppare l’illusione di poterle dominare dall’esterno.

In parole più semplici: incontri persone che si arrabbiano con te quando vedono che tu hai un difetto identico al loro. Ti fanno un mazzo così, perché non accettano in realtà dentro di sé quella caratteristica, per cui invece di prendersela con se stessi, attaccano gli altri… perché attaccare se stessi è molto più difficile e doloroso!

Dialogare con soggetti che fanno un uso massiccio di questo meccanismo di difesa, in base alla mia esperienza personale, è veramente frustrante.

Se fai un’osservazione, rischi di ricevere una risposta che nega la situazione, se poi dall’altra parte c’è una donna, notevolmente più abile dell’uomo nella comunicazione, sei finito!

Puoi avere mille ragioni, ma la situazione verrà ribaltata in base alle più astruse argomentazioni, rievocando situazioni passate, i tuoi errori compiuti magari 10 anni fa e avrai SEMPRE torto a prescindere!

A volte la solitudine per me è stata legata a vicende di lutto o di dolore. In certi momenti, anche le parole più belle di consolazione risuonavano vuote dentro la mia testa. Mi accorgevo che solo il tempo poteva guarire certe ferite. Anche se le cicatrici restano lì a ricordarti il passato.

In questo periodo, nonostante sia single, non sto cercando “nessuna” per tappare un buco. Quando ero più giovane era più complicato: stare da solo era molto frustrante, mi sentivo vuoto, anche perché le aspettative, i sogni, se hai 20 anni o 40 sono diversi.

Ora, non più ragazzino, credo che la cosa più importante sia stare bene con se stessi: fare pace con i propri ideali non realizzati, accettare quello che la vita ci ha riservato… non in modo passivo, ma come punto fermo per ripartire ogni volta..

Per me non è affatto facile, è uno sforzo che devo compiere quotidianamente. Anche svuotarsi dalle sciocchezze che ci propina la nostra bella società non è semplice..

Siamo tempestati di cavolate su come devi essere per piacere agli altri.. ci sono riviste, di cui non faccio il nome, che mi fanno vomitare solo a leggerne i titoli. Sei un “vero uomo” (….) in base agli addominali, a quanto sei un mago a letto, a quanto sai rimanere giovane nell’aspetto, alla dieta e alla palestra.

Io non dico che una persona non debba tenere alla propria salute e ad avere un aspetto fisico piacevole.. ma certe cose sono al limite del grottesco.

Quindi, cari editori che guardate solo al profitto, andatevene a quel paese. Gli eterni Peter Pan (e lo dico da frequentatore di palestre) mi fanno pisciare addosso dal ridere..

E il bello è che molti non si rendono conto di quanto si rendono stupidi di fronte alle donne. Pensano che un cm in più di bicipite sia fondamentale. Forse.. se il tuo obbiettivo è fare il buffone o cercare il sesso di una sera.

Purtroppo, le abilità cerebrali contano (molto di più) di un fisico scolpito nei rapporti “seri”.

Leggevo qualche giorno fa su “Sette”, supplemento del Corriere della Sera, di una ricerca che è stata svolta per capire se i “bellocci” avessero più successo con le donne rispetto a uomini normali e magari con la “pancetta”.

Ebbene, se il figo di turno ha certamente più chances al primo incontro, di qualsivoglia natura, l’uomo “medio” è invece percepito come più rassicurante in un rapporto duraturo.

Non sono del tutto chiari i meccanismi di ciò.. anche se le ipotesi dei ricercatori propendono verso la percezione che la donna ha di una persona “troppo bella”: se non dimostra altre qualità, viene vista come potenzialmente infedele, molto dedita al culto della propria persona e meno disponibile ai compromessi di una vita di coppia.

Alla fine, credo che per far fronte alla nostra solitudine, non sia importante trovare mille cose da fare per arrivare stanchi alla sera in modo da non dover pensare.. ma trovare, almeno per me, quei pochi, ma significativi rapporti umani che ti fanno alzare alla mattina anche quando non hai voglia.. qualcuno di speciale.

Come direbbe qualcuno, in una frase che mi ha molto colpito e cerco di fare mia ogni volta che sono triste: “voi siete la mia vita, il resto è sopravvivenza”.



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