ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Confartigianato Imprese Roma e Acea restaurano "I Tesori di San Francesco a Ripa"

30/09/13

Mercoledì 2 ottobre 2013 alle 17.00 alla presenza di S.E.R. Cardinal Angelo Comastri, inaugurazione della mostra degli oggetti sacri restaurati nella Chiesa di San Francesco a Ripa.

Nella chiesa trasteverina, unica casa del “Poverello d’Assisi” a Roma, oltre alla Cella del Santo, è custodito un ricco ed antico patrimonio di oggetti sacri, accumulatosi sin dalla nascita del primo nucleo dell'Ordine Francescano nell'Urbe, tra cui 293 autentiche di reliquie, un libro e il parato liturgico dell’Immacolata Concezione decorato con ricami in oro e seta (prima metà XVIII sec.), che sono stati restaurati tra giugno e settembre u.s.

La restituzione di questi oggetti sacri al culto e alla devozione dei fedeli si pone in sintonia con la proclamazione, da parte del Santo Padre, del 2013 Anno della Fede. I contributi di Confartigianato Imprese Roma e di ACEA per la realizzazione del resturo conservativo, serviranno anche ad avviare la prima fase di studio per il restauro della Cella dove il Poverello d’Assisi soggiornò in occasione dei suoi viaggi a Roma e costituiscono un contributo duraturo alla conservazione dell’inestimabile patrimonio religioso e artistico della Città eterna. La mostra è patrocinata dal Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.

Per l’occasione, Poste Italiane provvederà ad attivare un Annullo Speciale Filatelico, che sarà impresso sulla cartolina commemorativa con l’immagine in 3D della Chiesa di San Francesco a Ripa, affrancata con il francobollo celebrativo del Pontificato di Papa Francesco, emesso lo scorso 2 maggio congiuntamente con lo Stato della Città del Vaticano e con la Repubblica Argentina, nel valore di € 0,70.

L’inaugurazione della mostra, che anticipa di due giorni le celebrazioni del 4 ottobre per la Festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, e per l’onomastico di Papa Francesco, suggerisce una meditazione d’arte e di devozione attorno a oggetti sacri capaci di manifestare i misteri fondamentali della fede cattolica. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico, con ingresso libero, fino al 10 ottobre 2013.

Il percorso espositivo si sviluppa all’interno della Chiesa: nella Cappella de Chirico saranno in mostra le autentiche e le reliquie; nella Cappella dell’Immacolata Concezione si potrà ammirare il parato liturgico; il pubblico potrà anche visitare la Cella di San Francesco dove sono conservati il sasso su cui il Poverello d’Assisi posava il capo durante il riposo e il suo ritratto su tavola, opera di Margaritone d’Arezzo (1262-1305). Tra le reliquie esposte, un frammento della Santa Croce e la "Sacra Spina" della Corona di Gesù Cristo, una piccola parte del cilicio di San Francesco d'Assisi e un lembo di tessuto intriso del suo sangue.

Il catalogo della mostra è stato realizzato da Edizioni Sabinae.

Mostra: Chiesa di S. Francesco a Ripa, Piazza S. Francesco d’Assisi - Roma
Ingresso libero, dal 2 al 10 ottobre, tutti i giorni: 8.30/13.00 14.30/19.30
Ufficio Stampa: Carla Cirimbilla 338 6134439 – Maria Luisa Migliardi 335 5490461






La casa romana di San Francesco d’Assisi


La chiesa e il convento di San Francesco a Ripa, situati nel rione romano di Trastevere nei pressi del porto fluviale di Ripa Grande, sono il Santuario Francescano Romano, perché unico convento di Roma dove soggiornò più volte il “Poverello di Assisi”.

Fondata nel XI secolo, annessa inizialmente a un monastero benedettino utilizzato anche come ospizio per i pellegrini che sbarcavano a Ripa Grande, la chiesa fu dedicata a Francesco d'Assisi dopo che il Santo vi aveva dimorato nel 1219 mentre era in visita al Papa. La chiesa passò ai Frati Minori nel 1229 e fu riedificata due anni dopo.

Dalla sagrestia della chiesa si accede, salendo al primo piano del convento, alla Cella di San Francesco in cui è conservato il sasso su cui il Santo posava il capo durante il riposo. Sulla parete di fondo lo scenografico Armadio delle Reliquie (sec. XVII), in radica di noce; un meccanismo ingegnoso di ingranaggi di legno fa aprire la porta centrale e quelle laterali mostrando numerosi cofanetti di argento, contenenti le reliquie dei più grandi santi francescani, reliquiari donati dal granduca di Toscana Leopoldo dei Medici. Al centro dell’armadio il ritratto su tavola di San Francesco, di Margaritone d’Arezzo (1262-1305).

La chiesa attuale risale alla ristrutturazione di Onorio Longhi (corpo longitudinale, 1603) e di Mattia de Rossi (la facciata, 1681-1701). Dal 1873 al 1943, i locali del convento adiacente ospitarono la caserma dei bersaglieri "La Marmora", attuale sede del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

San Francesco a Ripa è nota anche per presenza della statua della Beata Ludovica Albertoni, di Gian Lorenzo Bernini (1675), ultima opera del grande scultore lavorata tutta di sua mano. La statua, in marmo di Carrara, vero esempio di trasporto mistico-carnale e di estasi barocca, è collocata su uno spettacolare drappo in diaspro sopra la mensa dell'altare della cappella di Sant’Anna.

In un’altra piccola cappella si trova il sepolcro di Giorgio de Chirico, benefattore dei Frati Minori.

S. Em.za Card. Norberto Rivera Carera, arcivescovo metropolita di Città del Messico, è il cardinale titolare di San Francesco a Ripa.

La chiesa è di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.

San Francesco a Ripa è anche il titolo di un racconto di Stendhal, pubblicato per la prima volta nel 1853.






TRA FEDE E PIETA’
Le reliquie e i paramenti liturgici custoditi a San Francesco a Ripa


Il culto delle reliquie nacque come memoria e venerazione delle tombe dei Martiri della Chiesa ma successivamente anche le ossa e gli oggetti di loro appartenenza divennero fonte di venerazione. Ciò che proviene dal corpo di un Santo mette in relazione diretta con lui e con la sua esperienza di Dio; la fede del credente, in tal modo, si fa “una” con la vita del Santo.

Ogni reliquia esposta alla venerazione deve essere corredata da un attestato dell’autorità ecclesiastica con tutte le informazioni necessarie a caratterizzarla: contenuto, santo di appartenenza, data del documento, ecc.

L’Autentica è dunque il documento che comprova l’autenticità della reliquia.

Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo ha trovato la sua esperienza nelle varie forme di pietà che circondano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, le processioni, le medaglie, i paramenti e le suppellettili liturgiche.

I manufatti, in particolare, non sono solo oggetti materiali ma beni “vivi”, creati da una comunità vivente in un proprio tempo e un proprio spazio, spesso rappresentativi di una vera teologia per immagini. Ciascun oggetto sacro deve essere ricondotto ad un contesto in cui la liturgia stabilisce un rapporto tra atti simbolici e materiali.

L'uso degli oggetti liturgici in particolari circostanze rientrava pertanto in un codice semantico che era immediatamente comprensibile dalla popolazione nei suoi valori di ricorrenza e gerarchia.

Le reliquie (accompagnate dalle relative autentiche), conservate nella Chiesa di San Francesco a Ripa, sono suddivisibili in diverse categorie a seconda della tipologia: ex ossibus-dalle ossa, ex lignum Crucis D.N.J.C.-dal legno della Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, ex indumentis-dai vestiti.

Tutte le reliquie sono dunque caratterizzate:
- dal punto di vista spirituale, da un comune senso di fede e devozione
- dal punto di vista materiale, dalla polimatericità delle stesse.

Così come le reliquie sono espressione di fede e devozione, allo stesso modo lo sono gli antichi paramenti sacri, intessuti di immagini simboliche.

I paramenti non sono solo esemplificativi per la ricostruzione della complessa cultura figurativa delle epoche passate ma sono permeati da un complesso significato liturgico.

La ricchezza dei tessuti, la complessità dei ricami e l'attualità o meno del disegno, erano elementi complementari di un progetto articolato che richiedeva il concorso di più fattori interagenti fra loro, così da rendere immediatamente comprensibile l'esatta collocazione del rito nel ciclo liturgico corrispondente.

La riflessione e la devozione hanno spesso arricchito di letture simboliche sacralizzate ogni singolo pezzo dei paramenti liturgici.

Le autentiche della reliquie sono state restaurate da Giovanni Pagani; gli interventi conservativi sul parato liturgico dell’Immacolata Concezione sono stati eseguiti da Silvia Felli, Luisa Mocci e Nicoletta Vicenzi.

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