SOCIETA
Comunicato Stampa

Confessione/denuncia di un giovane detenuto: “la mia scuola? La malavita nelle strade di San Michele”

20/08/19

Se continui a vivere in quell’ambiente non riesci a cambiare. La maggior parte dei ragazzi di San Michele e Is Mirrionis sono come me. Alla fine fai quello sempre quello che sai fare meglio, ed io sapevo fare bene il delinquente”

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Questa è la vera storia di Pino (nome inventato per privacy) 35enne nato e cresciuto a Cagliari nel quartiere San Michele, finché le porte del carcere non gli si sono chiuse dietro le spalle.
“Potrei scrivere un libro tante ne ho vissute e combinate– ha dichiarato Pino ai volontari della Fondazione “La Via della Felicità” durante una conversazione nella comunità dove sta scontando la pena. Non avevo ancora 8 anni e la mia vita si svolgeva sempre in strada”. “Sin da piccolino ho imparato molto bene l’arte del delinquente, in questo nel quartiere ho avuto tanti “buoni maestri”, meno che i miei genitori che si facevano gli affari loro con altre donne o altri uomini, lasciandomi in strada tutto il giorno, così disturbavo di meno.”
“A 15 anni ho avuto il primo arresto e la prima esperienza nel carcere minorile di Quartucciu, continua Pino. Da allora sono entrato e uscito dal carcere molte volte. Ho cercato di cambiare vita più volte, ma non ci sono mai riuscito. Eppure qualche volta per cambiare ce l’ho messa tutta. Ho fatto l’istruttore in palestra, continua Pino, sono andato a scuola fino alla quarta superiore, ma alla fine fai quello sempre quello che sai fare meglio, ed io sapevo fare bene il delinquente. Se continui a vivere in quell’ambiente non riesci a cambiare. La maggior parte dei ragazzi di San Michele e Is Mirrionis sono come me.”

È la prima volta che incontra i volontari, Pino. Sembra abbia necessità di parlare, di essere ascoltato. Nonostante non si conoscano da non più di un paio d’ore, la comunicazione tra loro è libera. Alternando un buon italiano al dialetto dalla forte pronuncia cagliaritana, parla della sua bimba di tre anni e della compagna che vedrà tra qualche giorno. Chiede se può avere una copia in più del libretto La Via della Felicità che i volontari hanno regalato a tutti gli ospiti della comunità: “voglio regalarlo a lei” dice, scrivendo nella copertina il suo nome e quello della compagna. Poi i due si salutano con un caloroso abbraccio e una domanda di Pino chiude la conversazione: “quando torni?”

Una confessione/denuncia del degrado sociale, ambientale e culturale in cui sono costretti a vivere i ragazzi di San Michele e come loro quelli di altri quartieri periferici di Cagliari. Uno smacco per alle Istituzioni e a chi dovrebbe fare qualcosa a riguardo, ma che da quelle parti passa solo nei periodi di “raccolta” elettorale.

Potremmo tranquillamente affermare che nel mare infuriato della vita di questo ragazzo sia entrata quella calma che l’autore L. Ron Hubbard promette nell’ultima pagina del libro: “Non devi fare altro che mettere in circolazione La Via della Felicità nella società. Come un mite olio che si espande nel mare infuriato, la calma si diffonderà dappertutto”.



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