ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Crisi econonomica, Confedercontribuenti al fianco degli imprenditori segnalati a sofferenza in centrale rischi

27/03/17

Sempre più frequentemente giungono a Confedercontribuenti richieste di aiuto da parte di imprenditori che vengono segnalati come cattivi pagatori alle centrali rischi, sia quella pubblica di Banca d’Italia, sia le private (quali Crif, Experian). La soluzione per prevenire i danni c’è: il provvedimento d’urgenza.

FotoSempre più frequentemente giungono a Confedercontribuenti richieste di aiuto da parte di imprenditori che vengono segnalati come cattivi pagatori alle centrali rischi, sia quella pubblica di Banca d’Italia, sia le private (quali Crif, Experian).

In quasi tutti i casi, il soggetto verrebbe iscritto “a sofferenza” senza motivo ed in assenza di una corretta valutazione da parte del segnalante, sia esso banca, finanziaria o società di leasing.

La segnalazione ingenera gravissimi danni al soggetto segnalato, giacché lo stesso non ha più accesso al credito.

“Le conseguenze per l’impresa sono devastanti” – afferma l’Avv.to Michela Russo, Responsabile Nazionale Sportello Utenti Bancari di Confedercontribuenti.

La segnalazione “a sofferenza” è prevista dalla normativa che regola la Centrale Rischi della Banca d’Italia solo nel caso in cui il soggetto versi in situazione di insolvenza, che deve essere accertata attraverso una accurata istruttoria da parte della banca segnalante.

Le regole sulla segnalazione, dettate dalla legge per la Centrale Banca d’Italia, sono recepite anche dalle Centrali Private, quali Crif ed Experian, da un Codice Deontologico a cui aderiscono.

“Di fatto e sempre più frequentemente la segnalazione a sofferenza non è preceduta da una istruttoria, e viene effettuata solo perché l’imprenditore ha ritardato dei pagamenti: a quel punto inizia il calvario dell’impresa che, improvvisamente, si vede revocare le aperture di credito con richiesta di rientro immediato, ed a cui soprattutto viene negato qualunque finanziamento.
Registriamo casi di diversi imprenditori che si sono trovati nella condizione di chiudere l’attività, perché non erano in grado di far fronte alle richieste di rientro immediato, pur vantando una certa solidità aziendale”
continua l’avv. Russo.

Nella peggiore delle ipotesi, l’imprenditore che versa in questa situazione ricorre a forme illecite di finanziamento ed a quel punto cade nelle mani degli usurai.

Confedercontribuenti, che da sempre lotta contro l’usura, è a fianco di questi imprenditori e li invita a non cadere nella ragnatela dei criminali che, approfittando della disperazione, offrono soldi che successivamente si rilevano “ a caro prezzo”.

“Uno strumento per evitare tutti i problemi derivanti dalla segnalazione a sofferenza esiste - spiega l’avv.to Russo - è infatti possibile chiedere al Tribunale un provvedimento d’urgenza che, in un lasso di tempo breve, ordini alla banca che ha effettuato la illegittima segnalazione alla immediata rimozione della stessa. La tempestività del provvedimento d’urgenza consente al segnalato di ottenere nuovamente l’accesso al credito, che costituisce linfa vitale dell’impresa. E’ sempre possibile chiedere il ristoro dei danni patiti a causa della illegittima segnalazione, sia per lesione dell’immagine aziendale che per i danni patrimoniali.

Se vi trovate nella situazione descritta, non esitate a contattare CONFEDERCONTRIBUENTI per valutare le iniziative da intraprendere.



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