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Comunicato Stampa

Tunisi, Pagano (Radicali/ERA): 'Perché la Tunisia non dovrebbe entrare in Europa?'

22/07/11

Discorso di Giorgio Pagano, Segretario dell'Associazione Radicale "Esperanto", al Consiglio generale del Partito Radicale a Tunisi.

Dichiarazione di Giorgio Pagano - Radicali/ERA


"Perché un Paese come la Tunisia non dovrebbe entrare in Europa?". E' la proposta lanciata da Giorgio Pagano, Segretario dell'Associazione Radicale "Esperanto", al Consiglio generale del Partito Radicale a Tunisi.

"In questi giorni si è parlato di Grecia che resti nel sistema monetario senza però far parte dell'Unione Europea, c'è una Turchia pronta ad entrare nell'Unione, il Mediterreaneo è stato dichiarato zona di libero scambio dall'Unione, perché, allora, non pensare a Paesi del Mediterraneo che trovino progressive formule di partecipazione alla democrazia sovranazionale europea. Le neo-democrazie della sponda africana del Mediterraneo, ad esempio, potrebbero da subito adottare l'Euro o adottare un regime di doppia moneta mettendo così l'Europa di fronte ad una iniziativa che li renda forti nell'Euromed.
La Tunisia, Paese neo-democratico, nazione in cui è scaturita la grande rivoluzione democratica che ha pervaso il Nord Africa, è un Paese arabo ma anche francofono, culturalmente vicino all'Europa e oggi non solo ai suoi ideali democratici, ma a quell'esigenza di rilancio della democrazia che l'Europa potrebbe e dovrebbe proporre al mondo", prosegue Pagano.

"Il bisogno che c'è d'identità europea, legato anche alla crisi dei valori che noi, come Radicali esperantisti, stiamo cercando di rilanciare con le nostre proposte, in primis la doppia bandiera alle Olimpiadi, iniziativa condivisa anche dalla Spagna, è un bisogno che non si soddisfa chiudendo le frontiere europee, ma allargando i valori fondamentali dell'Europa condividendoli con Paesi vicini come la Tunisia.
E' necessario oggi dare un concreto sostegno al mondo arabo, ampliando anche l'esportazione nonviolenta della democrazia negli Stati che stanno lottando per ottenerla, affinché non si parli più in maniera astratta, ma concreta del Mediterraneo e dell'Euromediterraneo, e per far ciò bisogna rilanciare i simboli della cultura democratica europea e condividerli con le neodemocrazie nordafricane", conclude Pagano.


Roma, 22 luglio 2011

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