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Un momento di riflessione per il mondo della comunicazione

24/11/08

Il mondo della comunicazione sta affrontando con serenità, ma anche con particolare attenzione i segnali di recessione derivanti dalla crisi finanziaria statunitense.

Milano, 21.11.2008. Il mondo della comunicazione sta affrontando con serenità, ma anche con particolare attenzione i segnali di recessione derivanti dalla crisi finanziaria statunitense.
Su questo argomento abbiamo intervistato Lorenzo Marini, amministratore delegato della Lorenzo Marini & Associati, Giuseppe Mascitelli, amministratore delegato di Mediolanum Comunicazione e Gianandrea Abbate, fondatore dell’Istituto Psycho Research.

Lorenzo Marini, nel suo intervento, parla della comunicazione planetaria: ‘Tutte le crisi che si sono alternate ai periodi floridi non sono altro che una geografia che sottintende, come dicono i giapponesi, questo concetto: ‘la montagna presuppone la valle’. Quindi siamo di fronte ad un fatto fisiologico che molto spesso aiuta i processi di cambiamento. Le aziende diventeranno più morigerate nei loro messaggi e nella loro forma e ci sarà anche, probabilmente, un calo degli investimenti, ma spalmato su tutti i mezzi: certamente il web sarà tra i media meno toccati da questa riduzione. La mia impressione è che, se da una parte si parlerà di comunicazione più evoluta e interattiva - credo infatti che il web si gioverà di questa crisi in quanto non è soltanto un media, ma un vero e proprio modo di comunicare all’interno di una community globale che si espande di giorno in giorno e che i giovani hanno ormai nel loro dna - dall’altra, in modo altrettanto netto, persisterà la comunicazione luccichii e lustrini’.
Giuseppe Mascitelli affronta, invece, una problematica particolarmente d’attualità, ovvero il ruolo di formazione dell’opinione pubblica che i media rivestono: ‘È tempo di ampie riflessioni: siamo entrati nell’era della multimedialità e questo significa che ormai il pubblico si divide fra media diversi, che non sempre dialogano fra loro. È quindi necessario servirsi contemporaneamente di molti linguaggi e in molti modi diversi. Ma è importante anche essere coscienti della potenza del media e di usare con attenzione i mezzi di comunicazione. Ci deve essere un’attenzione maggiore al tono usato, alla ripetizione o non di un certo messaggio: nella comunicazione attuale la notizia di un problema guadagna facilmente la massima esposizione, non altrettanto si può dire riguardo alle notizie positive. Parlare sempre di negatività può portare a quello che le tecniche neurolinguistiche definiscono come le ‘profezie auto avveranti’, cioè un ‘corto circuito’ chiuso votato alla non positività. Quindi per essere comunicatori serve cultura, equilibrio e una buona dose di conoscenza dei vari mezzi, ma anche di coscienza’.
Gianandrea Abbate, in conclusione, tratteggia i nuovi atteggiamenti del consumatore dei nostri giorni: ‘Premesso che, nella storia dell’uomo, i periodi di crisi hanno sempre fatto aguzzare l’ingegno e aiutato il rinnovamento, il consumatore dei nostri giorni ha bisogno di prodotti diversi: oggi andiamo incontro a richieste che saranno sempre più basiche. Cioè si tenderà a tornare indietro e a mettere maggiore attenzione nei riguardi delle opzioni basilari, come l’aria, l’acqua e il cibo, per esempio, che dovranno tornare, come d'altronde i rapporti, ad essere ‘più genuini’! La trasparenza sarà un valore aggiunto emergente, aiutato anche dai nuovi media interattivi. Per quanto riguarda, ad esempio, il tema finanziario c’è una richiesta sempre maggiore di ‘conoscenza’ della filiera caratterizzante quel tale prodotto. Insomma, chiuderei con un claim che caratterizzerà sempre più gli anni prossimi a venire: back to the basic!’

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