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Comunicato Stampa

Determinati ad informare piu' persone possibili.

22/12/17

I volontari romani del CCDU escono ancora il 19 dicembre 2017 tra le vie di Selva Candida e distribuiscono oltre 400 opuscoli gratuiti per informare le persone su cosa sono realmente gli psicofarmaci.

FotoPerche'?

Gli psicofarmaci sono di solito prescritti come "soluzione" a un problema: in realtà mascherano soltanto il problema e impediscono alla persona di vedere la vera causa.

In alcuni casi la sofferenza di una persona può raggiungere livelli intollerabili, e allora può essere necessario utilizzare psicofarmaci al fine di ridurre sensazioni spiacevoli insopportabili.

Così come nel caso della necessità di utilizzo di un antidolorifico, alcuni psicofarmaci possono aiutare, nel breve periodo, a superare o tollerare condizioni molto difficili; ciò non significa (esattamente come per gli antidolorifici), che essi "curino la malattia". Inoltre il loro utilizzo prolungato, alti dosaggi o, in casi specifici, particolari principi attivi, possono creare effetti negativi sulla persona, tali da sconsigliarne la somministrazione.

II CCDU è fortemente contrario ai metodi coercitivi e dannosi impiegati spesso nel campo della salute mentale. Per questo, è contrario anche alla somministrazione forzata di psicofarmaci, eseguita in regime di TSO.

Gli orrendi effetti collaterali di alcuni psicofarmaci, sono frequentemente sottovalutati: dipendenza, spossatezza, diminuzione dell'impulso sessuale, tremori, incubi, aumento dell'ansietà e comportamento violento o suicida, solo per citarne alcuni.

Alcuni psicofarmaci possono provocare anche danni irreversibili al cervello e al sistema nervoso.

Sebbene a volte gli psicofarmaci siano in grado di attenuare il dolore mentale o emotivo connesso con il vivere, nel fare ciò possono anche soffocare la spinta che promuove la ricerca di vere soluzioni e miglioramento.


La capacità della psichiatria organicista di convincere case farmaceutiche e governi a finanziare con miliardi di dollari le sue pratiche, si basa su criteri "diagnostici" quanto meno privi di base scientifica. Alcuni psichiatri raccolgono una serie di caratteristiche comportamentali ed emotive e le classificano come "disturbi". Non esiste un singolo aspetto del comportamento che non ricada all'interno degli ampi "sintomi" che formano la cosiddetta "malattia mentale".

La psichiatria ha letteralmente permeato ogni settore della vita con i suoi criteri inventati. Chi soffre di emicrania ha un "disturbo del dolore"; il bambino che si dimena o che è troppo entusiasta nel gioco è "iperattivo"; la persona che fuma e beve caffè ha un "disturbo da nicotina" o soffre di "intossicazione da caffeina". Se sei balbuziente, è una malattia mentale. Se hai voti bassi in matematica, si tratta di "disturbo dello sviluppo aritmetico". Se un adolescente discute con i suoi genitori di tratta di "disturbo da sfida oppositiva".

Senza le diagnosi create "ad hoc", non staremmo assistendo al problema della massiccia prescrizione di psicofarmaci che stiamo sperimentando in questi tempi.

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