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Comunicato Stampa

Digitale terrestre, l’Italia deve fare squadra e “vendere” il proprio know-how

19/09/14

ANFoV organizza a Milano un convegno per discutere delle prospettive del settore. Le aziende devono raggrupparsi per affrontare al meglio i mercati esteri. Opportunità imprenditoriali e occupazionali per l’Italia

Il digitale terrestre in Italia è ormai un fatto compiuto. Non per questo deve calare il sipario su un’esperienza che ha permesso la crescita di molte aziende. Per questo, terminato il periodo estivo, tornano gli incontri di ANFoV, l’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, che ha organizzato un incontro dell’Osservatorio dei mercati emergenti nel campo radiotelevisivo digitale, che si terrà a Milano il prossimo 30 settembre 2014 alle ore 14 presso la sede RAI di Corso Sempione 27.

“Opportunità dei mercati emergenti nel campo radiotelevisivo digitale” è il titolo dell’incontro che metterà a confronto protagonisti ed esperti del settore che discuteranno dello scenario internazionale e dei possibili sbocchi, così come delle tecnologie broadcast e della situazione dell’industria italiana.

“Si tratta della prima volta – aggiunge Nino Catania, direttore generale dell’ANFoV, che insieme a Rai Way che ha concepito il convegno – in cui l’associazione amplia significativamente la propria comunicazione, descrivendo una situazione favorevole di possibile trasferimento di nuova imprenditoria e occupazione di risorse nazionali all’estero, frutto dell’andamento virtuoso avutosi in Italia dall’implementazione di tecnologie innovative nel campo delle telecomunicazioni, le cui modalità progettuali e attuative hanno suscitato immediato interesse ed attrattiva in molti paesi emergenti. Si tratta in definitiva di una congiuntura improvvisa e speciale di cui l’ANFoV crediamo possa attribuirsi il merito di averla individuata in tempo e portata alla ribalta. Speriamo che possa essere utile ad aziende e giovani italiani che cercano lavoro”.

Le motivazioni che hanno spinto ANFoV e la propria associata Rai Way a organizzare l’incontro fanno riferimento alla situazione del mercato.

Terminata nel 2012 con lo spegnimento dell’ultimo impianto in Sicilia la lunga transizione verso il digitale terrestre iniziata nel 2003, alle aziende rimane la manutenzione come la sostituzione di qualche impianto in Valle d’Aosta di questi giorni e poco altro.

Si è chiusa così una fase storica per il mondo della radiotelediffusione che in Italia ha visto intrecciarsi le polemiche per la sostituzione degli apparecchi per gli utenti e le difficoltà di ricezione dei programmi, ma che spesso ha ignorato l’importanza che ha avuto per il nostro Paese essere partito prima degli altri e avere sviluppato una nicchia di mercato con know-how e competenze che ora rischiano di andare perdute.

“Il governo – spiega Giuseppe Braccini, responsabile pianificazione e sviluppo del business di Rai Way - ha favorito il passaggio verso il digitale che ha comportato un lungo lavoro complicato dall’orografia italiana e dalla presenza di 19 emittenti nazionali e circa quattrocento locali”. Una situazione difficile che ha permesso però alle aziende di maturare una serie di competenze importanti che ora possono essere rivendute su altri mercati”.

Tutto il mondo deve passare al digitale, aggiunge il responsabile di Rai Way, che vede spazi di mercato nell’Asia-Pacifico, in Africa o in altri Paesi come Indonesia o Malesia nei quali le nostre aziende potrebbero recitare un ruolo importante.

Il comparto è formato da un gruppo di imprese che realizzano circa 150 milioni di giro d’affari con poco meno di duemila dipendenti. Dietro Rai Way, società leader, si agita un settore formato da imprese spesso di piccole dimensioni in difficoltà nel presentarsi sui mercati stranieri.

Per questo è importante “fare sistema”, espressione un po’ abusata ma che si adatta perfettamente al caso del digitale terrestre dove, al fianco di un brand importante come Rai Way, è possibile costruire una filiera capace di recitare un ruolo internazionale di primo piano su certi mercati.

E’ un mercato a termine che potrà durare fino al 2020-2025, ma questo lasso di tempo può permettere alle imprese di trovare le risorse per affrontare le prossime sfide che riguardano l’estensione a regime delle trasmissioni televisive in Alta Definizione, l’avvio delle trasmissioni in Ultra HD 4K, la Radio Digitale ed i servizi radiofonici aggiuntivi, il presidio delle nuove tecnologie convergenti, sia nell'ambito delle telecomunicazioni Wireless, sia nell'ambito della Tv, come il DVB-T2.
C’è ancora spazio per crescere.

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