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Comunicato Stampa

Emanuela Masseria, la metafora come strumento di cambiamento

18/04/17

Emanuela Masseria, psicologa specializzata in Psicologia clinica e Arteterapia, nella intervista che segue espone i contenuti del volume "L'uso terapeutico della metafora" nella collana Ricerche e Contributi in Psicologia, soffermandosi anche sugli aspetti terapeutici della scrittura e della fotografia.

FotoLa metafora da anni è oggetto di studio della scienza cognitiva e della linguistica, e numerosi approcci terapeutici si sono interessati alla
metafora come strumento di cambiamento.
La funzione è quella, soprattutto, di aiutare i pazienti a far emergere temi mitici, bisogni, ecc. imparando a riconoscerli/rispecchiarli in maniera
efficace.

Le modalità attraverso cui tale rispecchiamento/riconoscimento può essere favorito sono diverse e molto dipendono dalla formazione e dallo
“stile” del terapeuta.
Emanuela Masseria, psicologa specializzata in Psicologia clinica e Arteterapia, si è dedicata all'uso della scrittura in laboratori tecnico-esperienziali volti a superare i propri limiti e a sviluppare le proprie potenzialità e nella intervista che segue espone i contenuti del volume "L'uso terapeutico della metafora" nella collana Ricerche e Contributi in Psicologia, soffermandosi anche sugli aspetti terapeutici della scrittura e della fotografia.


D. Perché un volume sulla metafora? A chi è rivolto?
R. La metafora è uno dei meccanismi più interessanti e creativi della mente umana in quanto riesce ad avvicinare il mondo della logica a quello dell’immaginazione. Il suo scopo è arrivare a forme comunicative sempre più persuasive e evocative, espressive e inequivocabili, in qualche modo
sempre più vicine al vero pur scostandosi dagli elementi di partenza che lo caratterizzano. Un volume sulla metafora è utile perché accomuna
discipline molto differenti in questo comune universo di senso. Utilizzano la metafora varie scuole psicologiche e psicoterapeutiche, sia in sedute
individuali che di gruppo, diversi generi di professionisti che propongono laboratori di tipo educativo, psicologico o arteterapeutico, chi si occupa
di comunicazione o di linguistica, senza contare che l’arte è, in fondo, una metafora di immani proporzioni. Il testo può interessare quindi chiunque
operi in questi settori.

D. Come è strutturato il volume?
R. Dopo un inquadramento generale sul concetto di metafora si procede ad indagare le principali teorie di riferimento in cui viene analizzata e
utilizzata. Una corposa parte del volume si concentra sull’uso della narrazione e sull’impatto psicologico di diversi tipi di scrittura: liberi o guidati, razionali o espressivi, legati a generi letterari specifici o a studi scientifici sulla narrazione. Viene poi descritto nel dettaglio un laboratorio di scrittura, dall’ideazione alla messa in pratica in tutte le sue fasi. Infine, l’ultima parte indaga sull’uso delle immagini in diverse discipline come la fototerapia, l’arteterapia e la micropsicoanalisi.

D. Cos'è la metafora e perché vi ricorriamo?
R. La metafora (dal greco μεταφορά, da metaphérō, “io trasporto”) è uno strumento linguistico ma non solo. Si ha quando una frase viene
sostituita con un’altra che ha maggiore potere evocativo. In genere si basa sullo stabilirsi di un rapporto di somiglianza tra il termine di partenza
e il termine metaforico. Vi ricorriamo per rendere maggiormente ciò che pensiamo e per persuadere con più efficacia e rapidità. La metafora può
essere considerata anche il punto di partenza di molte tecniche espressive e artistiche. Anche un comportamento o un sintomo possono
essere visti come una metafora. Questione di immaginazione, di gusto per l’analogia.

D. Com'è l'approccio alla metafora da parte dei pazienti?
R. Dipende da molti fattori. In generale possiamo dire che la trasformazione di un vissuto doloroso o problematico in una metafora è un processo lento e graduale, che va guidato da un professionista. Una volta messo di fronte a una metafora che si rivelerà adeguata, è più facile che un paziente si senta sollevato rispetto che in altre situazioni più “dirette”. Una persona posta innanzi a scomodi elementi di “verità”, non “filtrati”, può manifestare sentimenti di opposizione e contrarietà. Con una metafora invece è possibile essere non coinvolti e coinvolti allo stesso tempo. Si centra il punto sfiorandolo, parlando al lato inconscio
dell’individuo, riferendosi a qualcosa o qualcun altro. Un paziente alla fine può accettare, rifiutare o elaborare una metafora.

D. Anche in psicoanalisi si ricorre all'uso della metafora?
R. Può essere utilizzata anche in quest’ambito, anche se non come strumento elettivo. Personalmente ho privilegiato altre teorie che trattano
il tema in modo più centrale.

D. Come può la metafora generare cambiamenti?
R. Attraverso un sapiente uso della parola e delle immagini da parte di persone che ci guidano in un percorso di esplorazione di noi stessi,
mirato a un cambiamento in positivo. Ci sono discipline, come l’arteterapia, che lavorano attorno al concetto di metafora proponendo
tecniche espressive e esperienziali, meno rivolte alla cura rispetto a vari tipi di psicoterapia. Filoni diversi ma che tendono ugualmente a favorire il
benessere nella persona e a ridurre il disagio.

D. Quali funzioni svolge?
R. Tende a chiarire dei significati e, per estensione, a crearne di altri.
Potremmo dire che sblocca e risolve attraverso l’immaginazione e la creazione di scenari e vissuti simili ma non uguali a quelli di partenza.

D. Come viene usata la scrittura in psicologia e psicoterapia?
R. A seconda degli obiettivi, la scrittura, sia nella casistica sperimentale che nei percorsi laboratoriali, può essere sia in parte libera e spontanea
che guidata/orientata, per facilitare episodi mirati di auto-esplorazione e auto-osservazione. A seconda delle teorie dove viene presa in
considerazione ci sono analogie e divergenze nei metodi di applicazione.
Quello che è possibile osservare è che la scrittura, per come è impiegata, si muove su un continuum dove ai due estremi troviamo un metodo più
analitico, diaristico, biografico e un altro più immaginativo, metaforico, espressivo. La forma diaristica in psicologia è considerata un mediatore
d’eccellenza nei percorsi di riflessione interiore.

D. Quale laboratorio viene proposto nel volume? Come si svolge?
R. Il laboratorio “Star bene scrivendo di sé” che nel libro viene proposto è stato ideato e sperimentato nell’ambito delle attività dell’associazione
Vikara, che opera nella regione Friuli Venezia Giulia organizzando percorsi esperienziali rivolti a adulti e adolescenti basati su tecniche e
metodi della psicologia, dell’arteterapia e della pedagogia in un’ottica multidisciplinare. Viene utilizzata la scrittura come mezzo per
comprendersi e per far luce nelle proprie dinamiche interiori, traendo spunto da esperimenti e approcci diversi.

D. Cosa si intende per fototerapia? Quali tecniche si applicano?
R. La fototerapia è un insieme di tecniche non omogenee che fungono da mediatori e catalizzatori dei processi terapeutici in vari setting e contesti.
È utilizzata nel counseling, in psicoterapia e in psicologia clinica o anche come metodologia di lavoro laboratoriale ed esperienziale.

D. Cosa utilizzano i laboratori di arteterapia?
R. Utilizzano diverse tecniche espressive e artistiche che includono la scrittura e la fotografia per abbracciare il grande campo delle arti visive e
delle arti in generale.



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