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Gli audit di seconda parte o audit sui fornitori

04/08/20

Una delle attività che ci trova impegnati sul territorio nazionale sono l’effettuazione di audit di seconda parte o audit sui fornitori.

FotoUna delle attività che ci trova impegnati sul territorio nazionale sono l’effettuazione di audit di seconda parte o audit sui fornitori. Gli audit di seconda parte sono necessari principalmente per le seguenti motivazioni:

Qualificare un fornitore di servizi e o prodotti per la propria fornitura;
Il mantenimento nel tempo dei requisiti di cui sopra;
Monitorare l’operato del fornitore nei confronti di standard e o capitolati di servizio e fornitura definiti in fase contrattuale;
Richieste specifiche di norme e o standard di certificazione;
A seguito di non conformità ripetute e o gravi impattanti sul raggiungimento degli obbietti.
La richiesta degli audit sui fornitori è estremamente in crescita. I requisiti obbligatori vengono inseriti nei capitolati contrattuali e negli allegati qualità. Il perché vi sia la necessità di effettuare degli audit di seconda parte è molto semplice.

La motivazione principale debba essere definita una realtà terza alle parti che effettui queste verifiche è la terzietà. Infatti le parti economiche chiamate in causa dal contratto non assicurerebbero oggettività sulla valutazione.

Gli step per definire un audit sui fornitori
I requisiti da valutare in un audit di seconda parte possono essere definiti durante la definizione contrattuale, come per esempio effettua la GDO e l’amministrazione pubblica.Gli audit di seconda parte o audit sui fornitori
Possono essere requisiti specifici di norme. Per esempio gli standard di certificazione alimentare GFSI, BRC, IFS, FSSC 22000, soprattutto BRC richiede in fase di qualifica del fornitore, e valutazione ad alto rischio, la presenza di un’equivalente certificazione GFSI o l’effettuazione di un audit sui fornitori.

O standard e norme ambientali per la sostenibilità nelle filiere che sono situate in aree parco o a protezione paesaggistica.

Altro esempio sono gli audit approfonditi sui servizi, pest control, controllo mense, sanificazione, FSVP ed altro. O la verifica tramite audit di seconda parte dopo ripetute e o gravi non conformità riscontrate ed imputabili al fornitore. Anche in questo caso a seconda della propria procedura di qualifica dei fornitori.

Importante quindi sarà definire i requisiti su cui si dovrà effettuare l’audit di seconda parte. E qualificare un professionista e o un’azienda terza che, sotto nostro mandato, effettuerà la valutazione presso il fornitore.

Queste figure, auditor, dovranno dimostrare competenza ed esperienza sulle norme, settore e o processi che dovranno valutare commisurata a ciò che dovranno valutare. Anche in questo caso sarà l’organizzazione che dovrà definire nella propria procedura di audit i requisiti professionali delle figure.

Che possono andare da semplice esperienza di settore alla richiesta ad organismi di certificazione terzi con i propri valutatori.

Le risultanze di un audit di seconda parte
Una volta comunicato al fornitore il programma di audit, e o in caso di audit non annunciato, definito contrattualmente, consegnato al momento dell’ingresso in azienda, si procederà con la verifica.

La checklist potrà essere definita o utilizzando checklist di requisiti ben definiti e riconosciuti, per esempio la GDO europea utilizza per l’alimentare la checklist dello standard IFS, o progettata ad hoc per l’audit di seconda parte.

Il fornitore si dovrà attenere alle medesime modalità per i controlli ufficiali e o di certificazione. E l’audit di seconda parte dovrà essere svolto con spirito di miglioramento e crescita di tutta da supply chain.

L’auditor dovrà avere un comportamento consono così come definito dalla norma Iso 19011. Ovviamente le risultanze dell’audit presso fornitore non verranno presentate a fine verifica al fornitore stesso.

Ma verranno inoltrate al mandante e richiedente dalla valutazione. Che notificherà al proprio fornitore il resoconto per la risoluzione di eventuali rilievi e per ricevere le proposte di risoluzione. Che possono essere documentali, possono includere altre verifiche o l’interruzione dei rapporti tra le realtà.

Inizialmente gli audit di seconda parte erano stati sostituiti con la richiesta alle organizzazioni di implementare e certificare pari norme e o standard di certificazione.

Ma la differenziazione aziendale e talvolta la differente capacità di giudizio degli organismi di certificazione ne richiede una richiesta sempre maggiore a tutela del cliente nei confronti del proprio fornitore e dei propri clienti.



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