Globuli bianchi alti e bassi, cosa significa?

Scopriamo come interpretare le analisi del sangue e cosa rappresentano le variazioni quantitative della conta leucocitaria.
del 20/01/14 -

Nella vita vi sarà capitato più e più volte di effettuare un esame emocromocitometrico.
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, precisiamo che si tratta del banale prelievo del sangue.
Nulla di minaccioso dunque, lo si esegue spesso come controllo di routine o per accertarsi dello stato di salute del nostro sangue e delle sue cellule.

Uno dei parametri più interessanti osservabili tramite emocromo, da un punto di vista medico, è quello della conta leucocitaria.
I leucociti, noti comunemente come globuli bianchi, sono le cellule deputate alla risposta immunitaria, il meccanismo che ci preserva dalle intrusioni di virus, funghi e batteri esterni e che in sostanza fa in modo che l’organismo non si ammali.

I valori espressi in un emocromo sono relativi a un millilitro di sangue. In un uomo e una donna in salute dovrebbero essere compresi fra i 4000 e i 1000 leucociti.
Essi sono a loro volta suddivisi in vari sottogruppi: probabilmente, osservando il referto delle vostre analisi, non vi saranno sfuggiti questi nomi: Neutrofili, Basofili, Eosinofili, Linfociti, Monociti.

Si tratta delle cinque famiglie di linfociti e ad ognuna di essere corrispondono dei valori che possono essere soggetti a oscillazioni.
I Neutrofili costituiscono il gruppo di leucociti più abbondante, fra il 50% e il 70% circa. I linfociti sono presenti fra il 20% e il 40%, i monociti fra il 2 e l’8%, mentre gli eosinofili (2%) e i basofili (meno dell’1%) sono le cellule meno comuni.

Non è insolito tuttavia che questi valori possano risultare alterati. Sebbene riscontrare delle anomalie nel proprio sangue non sia piacevole, va detto che le circostanze che possono far incrementare il numero di leucociti, o abbassarlo, sono molteplici e molto spesso non rappresentano un pericolo.

Il fenomeno dei leucociti alti (noto come leucocitosi) è tipico di infezioni virali o batteriche in atto.
Quando un agente patogeno riesce a superare l’epitelio e penetrare nei tessuti, il midollo osseo incrementa la produzione di globuli bianchi, specialmente neutrofili, per far fronte alla minaccia.
La leucocitosi in questo caso è un’arma del sistema immunitario e può considerarsi temporanea, poiché ad emergenza cessata i leucociti torneranno al loro numero.
D’altra parte, durante un massiccio attacco batterico periscono molte cellule e se il ricambio non è rapido, i leucociti possono anche risultare bassi.
Tuttavia il dato di leucociti bassi o alti non va sottovalutato, perché può anche essere sintomo di pericolose patologie. I due disturbi più insidiosi che si manifestano con leucocitosi e leucopenia sono le leucemie e il contagio con il virus dell’HIV.
Ma una variazione quantitativa di numero può anche avere origini più banali: i bambini al di sotto dei 4 anni presentano notoriamente più linfociti e meno neutrofili; l’attività fisica, lo stress, il fumo e la gravidanza possono a loro volta apportare modifiche alla conta leucocitaria.



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