ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Grande successo per "Pathos", mostra tri-personale di arte contemporanea

30/09/16

Tanti visitatori per ammirare le opere di Evan De Vilde, Antonio Diana e Michele Riccio.

In molti si sono dati appuntamento al Quartiere Borbonico di Casagiove, a due passi da Caserta e dalla meravigliosa Reggia vanvitelliana per ammirare le opere di tre artisti contemporanei: Evan De Vilde, Antonio Diana e Michele Riccio. Pochi giorni fa, il 16 settembre 2016, è stata infatti inaugurata “Pathos”, la mostra TriPersonale, pensata e curata da Gianpaolo Coronas che l'ha presentata insieme al critico d'arte Prof. Luigi Fusco.

“Pathos” (dal greco letterale “soffrire” o “emozionarsi”) è una delle due forze che regolano l’animo umano secondo il pensiero greco. Si oppone al Logos, la parte razionale. Il Pathos infatti corrisponde alla parte irrazionale dell’animo, quella che prende il sopravvento durante il processo di creazione artistica. Il visitatore e l'artista sono accomunati dall’emozione: l’artista dona, il visitatore-spettatore acquisisce ed elabora il suo Pathos, filtrando attraverso la propria cultura ed esperienza ciò che l’artista crea.

La mostra, ad ingresso libero, ha avuto un discreto successo nei giorni in cui è stata visitabile. D'altronde i tre artisti che hanno esposto sono considerati tra i più interessanti della loro generazione.

In particolare Evan De Vilde si è messo in luce, oltre che per le sue esposizioni, per un interessante pensiero che sottende le sue opere: l'Archeorealismo. Come si legge sul sito ufficiale dell'artista partenopeo: "l’idea base è quella di reperire oggetti del passato di varia natura, sia manufatti archeologici che antichi fossili o pergamene provenienti da ogni parte del mondo, ed inserire gli stessi in strutture moderne, ottenendo in tal modo suggestive realizzazioni artistiche".

Ad Evan De Vilde si attribuisce anche il codice colore ED2012: si tratta di una nuova tinta di rosso che l'artista ha scoperto e brevettato dopo un lungo lavoro. La sua ricerca è partita dalle sfumature di rosso presenti sugli affreschi giunti fino a noi dall'antica città di Pompei. De Vilde ha notato che in essi non v'è soltanto il cosiddetto "rosso pompeiano", ma tutta una serie di tinte del medesimo rosso, tinte tutte differenti tra loro. L'attenta analisi si è conclusa con l'estrapolazione di un pantone codice colore ricorrente nelle pitture murali di Pompei. Il codice scoperto è stato chiamato Rosso De Vilde.

Resta la grande attesa per ammirare, si spra in un futuro motlo prossimo, ulteriori esposizioni dei tre artisti.



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