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Guida completa agli abrasivi flessibili

23/07/19

In questo post ti parleremo degli abrasivi flessibili, ti daremo tutte le informazioni necessarie per muoverti al meglio nel mondo degli abrasivi flessibili

FotoALLA SCOPERTA DEL MONDO DEGLI ABRASIVI FLESSIBILI E DELLE PIÙ COMUNI LAVORAZIONI

In questo post ti parleremo degli abrasivi flessibili, ti daremo tutte le informazioni necessarie per muoverti al meglio in questo mondo. Ti illustreremo le principali caratteristiche per aiutarti a scegliere l’utensile più adatto alle tue esigenze.

Vediamo i 3 elementi che caratterizzano gli abrasivi flessibili (Abrasivo, Supporto e Legante) e quali sono le principali lavorazioni a cui possono essere sottoposti questi prodotti.

L’ABRASIVO: LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE

I minerali più utilizzati nella fabbricazione degli abrasivi flessibili sono: ossido di alluminio, ossido di zirconio, carburo di silicio e abrasivo ceramico.

Le loro caratteristiche sono:

La durezza è la capacità di un corpo di resistere alla scalfittura. Si può descrivere anche come la capacità del grano abrasivo di penetrare il materiale lavorato. È definita come la resistenza alla deformazione permanente. Si rappresenta con la scala di Mohs, di facile applicazione e specifica per i minerali.

La tenacità di un materiale è la resistenza meccanica e ne indica la capacità di assorbire energia di deformazione prima della rottura. È definita anche come la capacità di resistere alla frattura e all’arrotondamento. Maggiore è lo sminuzzamento provocato dalla lavorazione, minore è la tenacità. Non va confusa con la resilienza, che indica la capacità di un materiale nel resistere alla rottura a flessione per urto.
La conducibilità termica è determinante, infatti un abrasivo poco conducibile si riscalda poco durante la lavorazione quindi l’abrasivo non si deforma né si rompe.

I SUPPORTI: TUTTE LE DIVERSE TIPOLOGIE
I 5 supporti più utilizzati nella fabbricazione degli abrasivi flessibili sono: carta, tela, combinazione carta-tela, fibra vulcanizzata e film di poliestere.

Le carte abrasive, sono di peso differente a seconda dell’impiego: da leggero e manuale a gravoso e meccanico.
La tela, prevalentemente di cotone e poliestere, è idonea alla lavorazione ad umido e maggiormente resistente.
La combinazione carta-tela, oltre ad essere più resistente agli strappi della carta, ha uno scarso allungamento. È quindi particolarmente adatta all’allestimento di nastri larghi e alla produzione di dischi impiegati per la calibratura del legno e per la sgrossatura del parquet.
Con la fibra vengono prodotti dischi di differenti diametri utilizzati su macchine portatili sia per lavorazioni più gravose come la sbavatura, che per lavori di finitura.
Il film in poliestere viene impiegato per microfiniture, lappatura ed altre levigature dove il risultato da raggiungere è la bassa rugosità.

I LEGANTI: COSA SONO E A COSA SERVONO

Per attaccare i granuli abrasivi ai relativi supporti, si utilizzano dei leganti. Nello specifico sono impiegati due strati di leganti, un primo strato incolla il granulo al supporto (legante di base), il secondo va a riempire lo spazio esistente tra un granulo e l’altro collegando i granuli tra loro (legante di rivestimento).

I collanti più utilizzati nella fabbricazione degli abrasivi flessibili sono collante animale e resine.

La quantità di abrasivo incollata sul supporto può variare a seconda dell’impiego cui è destinato e lo spazio tra un singolo granulo abrasivo e l’altro è definito da standard industriali.

In altri casi ci sono 3 strati (ABRASIVI SUPER SIZED). Il terzo strato può essere:

refrigerante, per mantenere basse temperature durante la lavorazione
stearato di zinco, per scaricare meglio i residui di lavorazione

LAVORAZIONI DEGLI ABRASIVI FLESSIBILI

Una volta che l’abrasivo viene cosparso sul supporto ed adeguatamente fissato, questo è definitivamente pronto. Questa operazione è chiamata cosparsione.

A volte l’abrasivo può però necessitare di ulteriori lavorazioni.

Tra le più comuni troviamo:

- flessibilizzazione: consiste nel provocare delle fratture nello strato di resina per dare al prodotto una maggiore flessibilità.
trattamento antistatico: durante la levigatura può accadere che si generino delle correnti elettrostatiche che caricano le particelle di materiale asportato (trucioli) e favoriscono l’adesione delle stesse all’abrasivo flessibile, causandone un intasamento precoce. Grazie al trattamento antistatico si riduce al minimo questo fenomeno, garantendo una maggior durata del prodotto.
- prodotti stearati: analogamente al trattamento antistatico, gli abrasivi vengono trattati con stearato di zinco in polvere per ritardarne l’intasamento. Questo trattamento si utilizza prevalentemente sugli abrasivi flessibili per la levigatura di stucchi e vernici, nell’industria del mobile ed in carrozzeria.
- prodotti additivati: questo processo consiste nell’aggiungere un additivo (active filler) raffreddante che consente di abbassare la temperatura di lavoro durante la smerigliatura, in particolare nella lavorazione di materiali tenaci. L’aggiunta dell’additivo consente di ridurre sensibilmente i segni di bruciatura sui pezzi lavorati e garantisce una maggiore durata e tenacia dell’abrasivo.
- agglomerati: nei prodotti agglomerati ogni singolo granulo abrasivo è costituito da un agglomerato di grani abrasivi di dimensioni minori. Quando il nastro abrasivo perde la sua taglienza, produce un maggiore attrito sul pezzo in lavorazione, questo fa rompere l’aggregato lasciando così emergere i nuovi taglienti dei piccoli granuli abrasivi di cui è composto.
- microprodotti: rappresentano le più recente innovazione in ambito di lavorazioni degli abrasivi flessibili. Si basano su di un reticolato di abrasivi dalla forma geometrica regolare (a piramide). Rispetto agli abrasivi tradizionali, questa struttura consente di ottenere massima precisione nella lavorazione e ottimi risultati di finitura.

Con questa guida speriamo di averti dato tutte le informazioni necessarie per orientarti al meglio nella valutazione e scelta dell’abrasivo più adatto alle tue esigenze.




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