SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

I dati aggiornati dello studio clinico di fase I su IDHIFA (enasidenib) orale dimostrano che il trattamento ha portato a risposte complete e durature nei pazienti con Leucemia Mieloide Acuta recidivata o refrattaria e mutazione IDH2

15/06/17

Tassi di risposta globale (ORR) del 40,3% e completa (CR) del 19,3%, con durata di risposta pari a 5,8 mesi per i pazienti ORR e 8,8 mesi per i pazienti in CR

Celgene Corporation (NASDAQ: CELG) e Agios Pharmaceuticals, Inc. (NASDAQ: AGIO) hanno annunciato nuovi dati di efficacia e sicurezza dallo studio clinico in corso di fase I / II mirato alla sperimentazione del farmaco orale IDHIFA® (enasidenib) nei pazienti con leucemia mieloide acuta in recidiva o refrattaria (LMA R/R) e mutazione di IDH2 (isocitrato deidrogenasi-2). Enasidenib è il primo inibitore orale per l’enzima mutato IDH2 che ha dimostrato nello studio un tasso di risposta globale del 40,3% con un tasso di risposta completo del 19,3%. I dati sono stati presentati in una oral session durante il Congresso annuale dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology) e pubblicati online in contemporanea sulla rivista Blood.*
«I risultati aggiornati dello studio di fase I, compresa la durata della risposta, consolidano il potenziale di enasidenib come terapia innovativa per i pazienti con LMA recidivata o refrattaria e mutazione IDH2», dichiara Michael Pehl, Presidente Ematologia/Oncologia Celgene. «I pazienti hanno poche opzioni terapeutiche per la Leucemia Mieloide Acuta in recidiva o refrattaria e quindi siamo ansiosi di procedere per rendere disponibile questa potenziale terapia il prima possibile».
Al 15 aprile 2016 un totale di 239 pazienti con neoplasie ematologiche maligne avanzate positive per la mutazione IDH2, 176 dei quali avevano LMA in recidiva o refrattaria, sono stati arruolati per lo studio di fase I. I dati riportati comprendono i pazienti che hanno ricevuto dosi giornaliere totali di enasidenib da 50 mg a 650 mg nel braccio di dose-escalation e 100 mg una volta al giorno nella fase I del braccio di espansione. Non è stata raggiunta una dose massima tollerata. L’età mediana dei pazienti arruolati nello studio è di 70 (con un range da 19 a 100). I pazienti con LMA in recidiva o refrattaria hanno ricevuto in media due linee precedenti di terapia (con un range da 1 a 14).
Il profilo di sicurezza globale osservato con enasidenib è stato coerente con i dati precedentemente riportati. Il 24% dei pazienti hanno avuto eventi avversi gravi (SAE) correlati al trattamento, in particolare la sindrome da differenziazione IDH (8%), leucocitosi (4%), sindrome da lisi tumorale (3%) e iperbilirubinemia (2%). Gli eventi avversi (AE) più comuni insorti erano nausea (46%), iperbilirubinemia (45%), diarrea (40%) e stanchezza (40%).
I dati dei 176 pazienti con LMA in recidiva o refrattaria con mutazione IDH2 hanno dimostrato un tasso di risposta globale del 40,3% (71 su 176 pazienti), che era l’endpoint primario dello studio. Inoltre, la percentuale di risposta completa è stata del 19,3% (34 su 176 pazienti). La durata mediana della risposta era 5,8 mesi [95% CI 3.9, 7.4] per tutti i pazienti che hanno avuto una risposta e 8,8 mesi [95% CI 6.4, NR] per i pazienti con CR. Il tempo medio alla prima risposta è stato di 1,9 mesi (0.5-9.4) e il tempo mediano per il CR è stato di 3,8 mesi (0.5-11.2). La sopravvivenza globale mediana (OS) osservata per i pazienti affetti da LMA in recidiva o refrattaria è stata di 9,3 mesi [95% CI 8.2, 10.9]. Inoltre, sono stati riportati risultati aggiuntivi come il miglioramento qualitativo della risposta nel tempo, il miglioramento dei parametri ematologici nel tempo, l’OS per i pazienti che hanno ottenuto una CR e l’indipendenza trasfusionale.
«In questo studio, oltre alla risposta completa, abbiamo anche osservato cambiamenti nelle risposte e nei parametri ematologici nel tempo», afferma Eytan Stein, M.D., lead investigator dello studio e Medico operante presso il Reparto Leucemia del Memorial Sloan Kettering Cancer Center. «Questo suggerisce che la differenziazione dei mieloblasti, resa possibile dall’inibizione dell’IDH2 mutato, può determinare l’efficacia clinica dell’enasidenib».
«Puntare sulle mutazioni IDH si pensa possa consentire la differenziazione delle cellule maligne e introduce un nuovo paradigma di trattamento per la LMA», dichiara Chris Bowden, Chief Medical Officer di Agios. «Questi dati dimostrano che l’inibizione dell’IDH svolge un ruolo importante nei segmenti della LMA e continuerà a darci informazioni per la nostra ricerca su questa nuova classe di potenziali terapie».

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