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I voucher sono un prestito a vettori esteri con soldi italiani

Il 98% dei voli cancellati per coronavirus sono operati da società straniere e il voucher italiano è anche contrario alla legge europea
del 22/05/20 -

MILANO 21 maggio 2020 - Il governo italiano ha stabilito che per il volo cancellato per coronavirus la compagnia aerea può emettere un voucher di pari importo al costo del biglietto da poter usare entro 12 mesi. Il voucher può essere così imposto dalla compagnia aerea in base all’art. 88-bis della legge di conversione del decreto “Cura Italia”. Si sostituisce quindi alla possibilità per il passeggero di scegliere il rimborso in denaro, come era sempre previsto dal Regolamento CE 261/2004.

In questo modo, si vuole tutelare il settore aereo che è in crisi dall’inizio dell’anno a causa della pandemia da Covid-19. Ma considerando che il 97,2 % dei voli cancellati a causa del coronavirus nel 2020 dovevano essere operati da vettori esteri, si giunge alla conclusione che società straniere del trasporto aereo avranno una liquidità proveniente dai biglietti venduti a passeggeri italiani.

I dati sono forniti da TuoRisarcimento che si occupa di assistenza ai passeggeri italiani per voli cancellati. A parlarcene è l’avvocato Gianluca Piemonte, esperto in diritto della navigazione aerea e coordinatore dello staff legale di TuoRisarcimento, il quale avverte che “È inaccettabile che il governo italiano voglia tutelare compagnie aeree straniere. Si può chiaramente parlare di prestito economico a società straniere con soldi di passeggeri italiani. Tra l’altro è un prestito a fondo perduto, perché il voucher non utilizzato non è rimborsabile alla scadenza”.

Mentre sul piano europeo, aggiunge l’avvocato Gianluca Piemonte “La situazione è paradossale, perché la Commissione europea già il 18 marzo 2020 comunicava che il diritto al rimborso del passeggero non si discute, come previsto dal Regolamento CE 261. Il governo italiano si sostituisce all’Europa, contrariamente alle leggi europee, per tutelare società estere. Addirittura, con soldi italiani si tutelano anche compagnie non europee”.

Abbiamo quindi chiesto al legale cosa avrebbe dovuto fare il governo e ci ha risposto che “Se si voleva aiutare il settore aereo, bisognava farlo con finanziamenti alle società di nazionalità italiana, lasciando al passeggero il diritto di riavere indietro i propri soldi. L’aiuto economico, al più, poteva essere accordato per i vettori italiani (Alitalia, Blue Panorama, Neos e qualche altra di minore importanza)”. Ritornando alla situazione italiana, ha aggiunto “Non bisogna dimenticare che anche i passeggeri hanno una crisi economica con il coronavirus e non solo le società aeree. Dico questo, perché ogni giorno leggo richieste di passeggeri che rivogliono indietro i soldi. Non si può obbligare un italiano in difficoltà economica a farsi una vacanza entro 12 mesi o a lasciare i suoi soldi in mano alle compagnie aeree, soprattutto straniere. Se ho un voucher Alitalia, avrei più possibilità di utilizzarlo. Ma se ho un voucher American Airlines, sono obbligato ad andare in America entro un anno. E il valore di quel voucher basterà per i prossimi voli che subiranno un rincaro? E se il vettore fallisce, come è già fallito FlyBe a causa del coronavirus?”.

Inoltre abbiamo chiesto al legale cosa risponde alla considerazione di alcuni giuristi del diritto del turismo che considerano opportuno il voucher come scelta solidaristica per il settore aereo, così da sacrificare piccole somme di denaro dei consumatori per salvare il settore in crisi: “Il principio solidaristico è un principio valevole nel settore giuridico-economico e molto opportuno. Ma qui si dimentica che gli interessi in gioco sono disciplinati da una legge italiana per salvaguardare società straniere e garantirgli liquidità con soldi italiani. L’Italia doveva essere solidale con le società italiane e tutelare i passeggeri italiani. L’Europa avrebbe dovuto intervenire per il resto delle società straniere”.

Sul piano giuridico abbiamo infine chiesto all’avvocato Gianluca Piemonte quali possono essere le conseguenze e i rimedi: “L’Italia potrebbe essere soggetta a un procedimento di infrazione da parte dell’Europa, ponendosi la legge italiana in contrasto con il Regolamento CE 261. In attesa che il governo italiano risponda alla lettera della Commissione europea di modificare la legge, noi di TuoRisarcimento stiamo comunque raccogliendo migliaia di reclami di passeggeri che vogliono comunque il rimborso. Se la legge non cambierà, valuteremo ogni possibile azione per tutela il passeggero, come abbiamo sempre fatto da quasi 10 anni".



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