Ictus o ischemia cerebrale: informazioni utili

Il numero di persone colpite da ictus è in aumento. Quali sono le cause? Com'è possibile evitare di correre rischi?
del 19/01/17 -

L’ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, e la prima causa assoluta di disabilità.

In Italia, infatti, ogni hanno circa 185.000 persone vengono colpite da ictus cerebrale. Di queste, 150.000 sono i nuovi casi, mentre 35.000 sono gli ictus che si ripetono dopo il primo episodio.L’incidenza è direttamente proporzionale all’età della popolazione: è bassa fino a 40-45 anni, poi aumenta gradualmente per impennarsi dopo i 70 anni.

Che cos’è l’ictus?


L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria. Nel primo caso si parla di infarto cerebrale o “ischemia cerebrale” che è la forma di più frequente osservazione. Nel secondo caso, invece, si parla di un’emorragia cerebrale o “ischemia emorragica”: è la forma più grave, poiché può condurre alla morte in oltre il 50% dei casi.

Cause maggiori

L’improvvisa sofferenza delle cellule nervose può avvenire per due motivi:

La chiusura di una arteria cerebrale che impedisce il passaggio del sangue.
Si parla in questo caso di ischemia cerebrale: le cellule nutrite da quell’arteria subiscono un infarto e vanno incontro a morte cellulare (o necrosi). L’ischemia cerebrale rappresenta l’85% di tutti i casi di ictus cerebrale. Un’arteria si può chiudere perché si forma un coagulo (detto trombo) al suo interno o, spesso, su un’irregolarità preesistente della parete dell’arteria stessa (la placca ateromasica) e si parla in tal caso di trombosi cerebrale; oppure perché è raggiunta da coaguli partiti da lontano (detti emboli) solitamente dal cuore o dalle grosse arterie del collo, già colpite da placche ateromasiche in questo secondo caso si parla di embolia cerebrale.

L’improvvisa rottura di un’arteria cerebrale, causata di solito da elevati valori di pressione arteriosa.
Si parla allora di emorragia cerebrale. Questa rappresenta soltanto il 15% dei casi di ictus cerebrale. Quando un’arteria si rompe, le cellule cerebrali soffrono non solo perché non ricevono più sangue, ma anche perché il sangue, sotto pressione, comprime il tessuto cerebrale circostante.

Quali sono i sintomi dell’ictus cerebrale?

La caratteristica principale dell’ictus è la sua comparsa improvvisa, solitamente senza dolore.

Solo nell’emorragia cerebrale c’è spesso mal di testa. I sintomi tipici sono la comparsa improvvisa di una mancanza di forza, o formicolio e mancanza di sensibilità ad un braccio e ad una gamba, o ad uno solo di questi. Possibile, poi, che vi sia difficoltà nel parlare o difficoltà nel vedere da un lato.

A volte questi sintomi compaiono solo per alcuni minuti, poi scompaiono completamente. Si parla in questi casi di attacchi ischemici transitori (TIA), che sono molto importanti, in quanto possono essere campanelli di allarme per un ictus vero e proprio. Devono essere considerati con la massima attenzione e il paziente deve essere visto con urgenza dal medico.

La chiusura dei vasi cerebrali può essere anche causata da emboli che partono da placche di aterosclerosi del collo (arterie, carotide o vertebrali) e dal cuore o da aterosclerosi dei piccoli vasi all’interno del cervello. Se le placche delle carotidi chiudono il vaso, è al 70% indicata la loro rimozione tramite intervento chirurgico.

Esiti della malattia

Le conseguenze di un ictus, sia ischemico, sia emorragico, dipendono dalla parte del cervello che viene danneggiata: dopo un ictus una persona può avere problemi di movimento, per una paralisi degli arti di un lato del corpo, difficoltà di linguaggio o di pensiero. La riabilitazione può fare molto per il recupero funzionale causato da questi deficit, che tuttavia hanno un impatto significativo sulla qualità della vita. Come è noto, purtroppo, in molti casi l’ictus è mortale o lascia segni gravi per la salute, come la difficoltà nel parlare oppure una paresi.

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