ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Il buco nero che ingoia la luce

21/10/14

Si chiama Bjorn Dahlem. Un nome complesso, quanto è complessa e sofisticata la sua arte. Bjorn è un'artista tedesco. Al Matadero di Madrid, in una stanza oscura, presenta un'installazione site specific. Si chiama 'Cygnus X-1', come una sorgente di raggi X osservabile nella costellazione del Cigno e scoperta nel 1964.

Si chiama Bjorn Dahlem. Un nome complesso, quanto è complessa e sofisticata la sua arte. Bjorn è un'artista tedesco. Al Matadero di Madrid, in una stanza oscura, presenta un'installazione site specific. Si chiama 'Cygnus X-1', come una sorgente di raggi X osservabile nella costellazione del Cigno e scoperta nel 1964.



Universi paralleli, buchi neri, forze e interazioni nello spazio: queste sono le realtà che ama indagare con la proprio arte l'artista nato a Monaco nel 1974. E un 'buco nero' è proprio ciò che l'installazione spagnola vuole rappresentare: una stanza buia, come una galassia, con un oggetto nero rappresentato al centro.

I buchi neri sono la fase terminale dell'evoluzione di una stella di grande massa; sono il centro di gravità intorno al quale si muove l'universo. Sono il 'luogo' che accentra intorno a sé tutta l'energia luminosa fino a 'ingoiarne' la luce.



Le installazioni di Dahlem rappresentano la forza che genera interazioni e movimenti. Il curatore e direttore del Matadero di Madrid, Carlotra Alvarez Basso ha dichiarato: 'Simula il movimento, tra il disperato e il comico, dell'antigravità. Rappresenta l'impossibilità di fermare un'immagine, quel processo devastante che attira tutte le cose e poi le annienta'. L'arte è per lui un linguaggio metaforico per descrivere l'universo, l'energia e il movimento. Una forza magnetica che cattura la luce. S'illumina. Si spegne. E muore, portandosi con sé tutte le cose.



Björn Dahlem, vive e lavora a Berlino. È professore dell'Accademia delle Belle Arti di Braunschweig. Ha esposto le sue opere in mostre collettive a: Bundeskunsthalle, Bonn; MoCA Taipei; Triennale di Yokohama, 2011; The Saatchi Gallery, Londra; e in esposizioni personali a: Galerie Guido W. Baudach, Berlino; Hiromi Yoshii, Tokyo; Kunstverein Braunschweig.


(G.L.R.)



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