ARTE E CULTURA
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Il catalogo della mostra di Brueghel a Bologna

14/10/15

Mesi interi e viaggi intrapresi per dipingere un vaso di fiori. Ho letto sul catalogo della mostra Brueghel di Bologna che i bouquet erano ritratti dal vero, fiore per fiore, ciascuno al momento della fioritura, in tempi diversi e in luoghi lontani. Un approccio scientifico e allo stesso tempo Zen, che apre spiragli su un mondo che ormai facciamo fatica a immaginare.

FotoIl catalogo della mostra bolognese Brueghel - Capolavori dell’arte fiamminga, analizza i dipinti di quattro generazioni di artisti, i loro legami, le dinamiche di produzione e le modalità di esecuzione delle opere, in quell’arco di tempo di circa cent’anni che racchiude la parabola dello “stile Brueghel”.

Oltre all’analisi più strettamente pittorica, il catalogo mette in luce aspetti che consentono uno sguardo esteso alla morfologia sociale del XVI secolo, ai suoi canali di accesso alla conoscenza e alla sua arcana dimensione temporale: elementi che diventano stupefacenti in relazione alla nostra dimensione tecnologica di accesso all’informazione.

Ritroviamo infine, paradossalmente, inaspettate analogie con il nostro universo culturale in una avanguardistica concezione di mercato dell’arte.

Partendo da un'informazione neutra di come lo “stile Brueghel” si sia diffuso prevalentemente grazie all’attività dei figli di Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter il Giovane e Jan il vecchio) cogliamo l’aspetto sorprendente dell’inaccessibilità delle fonti:

”Non è chiaro se Pieter II facesse riferimento diretto ai dipinti e ai disegni del padre- La maggior parte delle opere paterne era infatti, come si è detto, inaccessibile in quanto appartenente a collezioni private- o se lavorasse ispirandosi alle copie eseguite da Pieter Balten e Marten Van Cleve”.

La difficoltà nell’attingere ai modelli e le complessità tecniche nella realizzazione delle opere definiscono un linea di demarcazione tra i fenomeni culturali pre-industriale e tecnologico: arte fiamminga del XVI secolo e società dell’informazione.

In effetti tutte le incisioni presenti in mostra sono a bulino, e presentano un grado di difficoltà superiore alle incisioni all’acquaforte dei secoli successivi, così come la stessa maggiore difficoltà si ritrova nei dipinti a olio e tempera su tavola, rispetto a quelli su tela.

Si tratta quindi di tecniche di realizzazione dei dipinti e delle incisioni piuttosto laboriose, con tempi lunghi di realizzazione e di difficile divulgazione, non solo rispetto a noi e alla nostra facilità di acceso a qualsiasi tipo di immagine o di contenuto, ma anche rispetto ad altre epoche pre-tecnologiche che avevano sviluppato metodi via via più pratici di produzione e di diffusione.

La difficoltà nella reperibilità dei contenuti è talmente ovvia da prestarsi alla dimenticanza e diventare straordinaria per noi proprio perché inconcepibile.

Anche nella descrizione dei metodi di realizzazione delle nature morte con fiori recisi si ritrova una dimensione rarefatta del tempo e una singolare percezione della sua estensione.

“Nella scelta dei fiori si puntava sulla bellezza e la rarità, per la resa pittorica invece sulla maggiore cura possibile dei dettagli. Era d’obbligo che i fiori venissero ritratti dal vivo, per questo il pittore doveva recarsi nei giardini durante il periodo della fioritura e non di rado anche intraprendere dei viaggi. Dipingere un bouquet di fiori che sbocciavano in periodi diversi dell’anno faceva sì che il lavoro si protraesse per vari mesi, per questo di solito l’artista eseguiva più quadri contemporaneamente.”

Si delinea così la visione di un universo dilatato in contrapposizione netta con una dimensione (la nostra) più contratta e immediata.

Tutte le notizie che si possono ricavare dal catalogo, come il funzionamento delle corporazioni di pittori, la profonda collaborazione tra gli artisti (il contributo di un altro artista alla propria opera era considerato un arricchimento), la concezione di interscambio come valore e il pregio attribuito alle copie “considerate esse stesse dei capolavori“, non sono semplicemente funzionali alla comprensione di questa specifica mostra e neanche alla sola descrizione di un differente tessuto sociale: più diffusamente sono utili ad un più articolato confronto tra civiltà pre-industriale e società dell’informazione, un paragone che può rivelarsi utile per rilevare il medesimo riconoscimento di qualità al progetto e al lavoro in team, e la stessa attribuzione di completezza nell’aggregazione di più soggetti, nonché nel confronto con finalità di innovazione e di penetrazione del mercato.

Tale comunanza peculiare si ritrova oggi più nel sistema economico che in quello strettamente artistico che, ad esclusione dei campi dei design e della moda, presenta ancora strascichi di romanticismo, in quell’idea di unicità e di soggettività di cui la produzione artistica contemporanea è ancora intrisa.

Tutte le citazioni sono state tratte dal catalogo “Brueghel - Capolavori dell’arte fiamminga” a cura di Sergio Gaddi - edito da SKIRA.

Paola Nicoli (paola@ilcadaveresquisito.it).



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