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“Il club degli anonimi”: 4 amici in cerca di avventura

25/09/19

“Un garage, 4 amici e la voglia di scomparire ed essere quel che si vuole”.

Foto“Il club degli anonimi” è il primo libro di Giorgio Alfonsi, nato a Roma, appassionato di fotografia e della scrittura.

Il romanzo racconta la storia di Lucio Croce, un ragazzo che frequenta la scuola d’arte. Conosce Donatello con il quale condivide l’appartamento e che diventa suo grande amico. La permanenza nella scuola dura poco perché Croce decide di abbandonarla e di ritornare a casa dalla madre.

Viste le condizioni pessime nelle quali è ridotta la casa, si trasferisce nel suo garage. Un giorno viene a fargli visita Donatello che decide di fermarsi da Croce per un periodo. Da quel momento la vita di Croce cambia totalmente, e non in maniera positiva. Con loro si uniscono anche il cugino di Croce e un suo vecchio amico di infanzia. Nasce “Il club degli anonimi”, così chiamato perché in questo club non si è quello che si crede di essere ma quello che si vuole. La loro idea è quella di distaccarsi dalla realtà, di vivere in un proprio mondo, dove tutto è concesso e nulla è vietato. Sono 4 ragazzi annoiati ed anche un po’ sfigati che inventano modi sempre più pericolosi per riempire le loro vite insignificanti.

Questo romanzo rappresenta una realtà vicina a noi, dove i ragazzi per divertirsi utilizzano sostanze illegali, rischiano a volte la vita in varie situazioni, solo per provare emozioni, adrenalina. Tutto questo per sfuggire ad una vita noiosa ed insoddisfacente. L’autore utilizza spesso toni diretti e crudi che si sposano perfettamente con la trama del romanzo.

Vi lascio qui sotto un estratto:

“Di un po’ Croce…ma tu in mezzo a questa oscurità non vedi nulla? Non senti nulla qua dentro?

Sottoterra dovremmo starci da morti, e invece non siamo mai stati così vivi.
Quello che facciamo noi è vivere per davvero, e non è ancora finita. Io lo amo, amo questo posto perché non c’è niente di più di quello che ci serve, anche gli scatoloni, la spazzatura e la muffa sulle pareti.
Il nostro Club è come il cervello pieno di merda accumulatasi negli anni, che comincia lentamente a divorare ciò che ha intorno.

E’ contro questo che lottiamo e facciamo bene a viverci dentro, in mezzo a questa oscurità sento i suoi lamenti”.

Pamela Segnalini
(Ufficio stampa WritersEditor



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