Il Coronavirus merita che mettiamo in ginocchio l’economia?

Qui di seguito due eminenti virologi in interviste fatte in questi ultimi giorni, ci danno dei chiarimenti a riguardo.
del 04/03/20 -

In un’intervista a Sky TG24 la virologa Maria Rita Gismondo, direttrice del reparto di microbiologia e virologia dell’ospedale Sacco di Milano , ha detto: "I numeri del coronavirus sono poco superiori a quelli dell'influenza stagionale"

"Non voglio sminuire l'attenzione. Il problema è più' di organizzazione sanitaria"
"Ad oggi in Italia abbiamo avuto 1049 casi positivi, di cui 615 in Lombardia, e 29 deceduti. Ma stiamo parlando di 615 positivi su circa 5723 tamponi. I ricoverati sono stati 256 e circa 80 in terapia intensiva. Facciamo sempre giustamente il paragone con l'influenza e cito solo dei numeri: dal 14 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020 abbiamo avuto 5 milioni e diciottomila casi, cioè il 9% della popolazione italiana con picchi massimi del 15%, con 300 morti dirette e da 4000 a 5000 indirette.
"Non voglio sminuire l'attenzione che c'è attualmente, ma la problematica rimane come una casistica appena superiore dell'influenza stagionale. Il problema è piu' di organizzazione sanitaria, perchè stiamo avendo in un periodo molto breve molti casi critici. La reale problematica non è quella di pandemia, ma è quella di rispondere in un periodo molto breve a ricoveri in terapia intensiva".
"Il virus italiano non è più patogeno di quello cinese"


L’infettivologo Bassetti, primario del San Martino di Genova e presidente della Società italiana di terapia anti-infettiva:
“Non si muore di coronavirus, basta allarmismi”
“Dobbiamo essere tranquillizzanti, come sono stato fin dall’inizio. Il coronavirus è più simile all’influenza che alla pesta bubbonica”.
Parole chiare quelle di Matteo Bassetti, infettivologo e primario al San Martino di Genova. Parole che ripete da giorni e lo fa a costo di contraddire molti suoi colleghi che utilizzano ben altri toni.
E risponde ai lettori di Genova24:

In Liguria ci sono casi confermati, dobbiamo preoccuparci?

Non c’è un’emergenza in Liguria, ci sono tanti casi semplicemente perché li siamo andati a cercare. Questa è una malattia difficile dal punto di vista epidemiologico ma dal punto di vista clinico il trend è tranquillo, anche a livello italiano. Sono cristianamente vicino alle famiglie dei morti, ma lasciatemi dire che in Italia non c’è neanche un paziente morto per il coronavirus. Quando uno entra in ospedale per un infarto e muore col coronavirus non è morto per il coronavirus, è morto per l’infarto. Se uno viene trovato a casa morto, come è successo nel lodigiano, e gli viene fatto il tampone post mortem, come fai a dire che è morto per il coronavirus? Stiamo attenti a questo bollettino di guerra che sembra quasi giustificare un certo atteggiamento. Ad oggi in Italia veramente morto per il coronavirus non c’è nessuno. È una bruttissima forma virale ma molto più vicina all’influenza che alla Sars o all’influenza dei cammelli. La maggioranza dei casi sono a casa loro tranquilli, come succede nella maggior parte dei pazienti con influenza.

Quali precauzioni bisogna prendere?

Non bisogna fare nulla. Certo, non serve mettersi le mascherine L’attenzione è talmente alta che non bisogna fare niente, bisogna sì lavarsi le mani, ma quelle sono misure semplici che dovrebbero essere sempre seguite.

E gli immunodepressi? Le persone fragili come gli anziani?

Anche loro devono stare tranquilli. In questo momento il virus è controllato in alcuni focolai. Gli anziani facciano la loro vita normale e quando è il momento si vaccinino contro l’influenza e le altre malattie trasmissibili.

È meglio annullare i viaggi?

Se uno li ha programmati li deve fare, cerchiamo di non fermare un paese, ci stiamo facendo del male da soli. L’altro ieri sono andato a Roma, ieri ero a Milano, dov’è il problema? Dobbiamo tornare per quanto possibile alla normalità.

Perché lei è l’unico che dice queste cose?

Stanno venendo quasi tutti nel mio canto, hanno fatto retromarcia, da Ricciardi a tutti gli altri. Nel 90% dei casi la malattia non è grave. Non mi sono inventato niente: i numeri della Cina, il cui sistema è andato completamente al collasso, ci dicono che c’era una mortalità del 2%. La polmonite normale che trattiamo in ospedale ha una mortalità del 4-5%, due volte quella del coronavirus. Non dovete assolutamente avere paura.

Il sistema sanitario rischia di andare in tilt se si diffonderà il contagio?

Il sistema può andare in tilt se le persone vanno in tilt, se non stanno a sentire ciò che il governatore e Alisa dicono ogni giorno, cioè telefonare al 112, non recarsi al pronto soccorso. Queste sono regole di educazione civica che valgono anche per gli altri.”
Intervista Genova24

Le decisioni intraprese dal governo italiano (e non solo) rischiano di essere molto più dannose del virus stesso.



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