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Il figlio della professoressa Colomba - Enrico Deaglio

02/10/17

Recensione- Il figlio della professoressa Colomba - Enrico Deaglio

FotoVoto 7,0




Di cosa parla?

La professoressa Colomba è molto più di una professoressa a Rocca di Loto. Anzitutto è chiamata professoressa non perchè insegni a scuola, bensì in quanto titolare dell'unica scuola guida del paese.
Con la morte del marito si è inventata un secondo lavoro. Gestiva denaro alle cosiddette "vedove bianche", donne che vivevano delle rimesse dei loro mariti dalla Germania e dal Belgio e che erano perlopiù analfabete. A loro offrivano interessi più alti delle banche normali.
Gerlando, studente universitario, è il figlio della professoressa. Aiuta la madre in questa seconda attività e così gira "stranamente scortato" per alcune regioni del Sud Italia trasportando piccole somme di denaro.
Il fatti che sia "stranamente scortato" in un paese come Rocca di Loto non dovrebbe sorprendere. Rocca di Loto pur essendo vicino alla valle dei templi, non vive di turismo. E' tagliata fuori dai tragitti turistici. Rocca di Loto è nota ai più come un paese con forti infiltrazioni mafiose.
Ma allora Gerlando, tutto quel denaro da dove arriva? Quanto la tua vita è in pericolo?



Commento

Non è un libro di mafia. O meglio non è il classico libro di mafia che possiamo immaginare.
E' un libro che parla di gente normale che vive all'interno di un sistema mafioso. Gerlando infatti non è un boss o un picciotto. E' uno studente universitario.
Non è un libro di mafia. Non si descrive il meccanismo del sistema mafioso. Dalla storia emerge più una forma mentis . Quasi come se anni di mafia avessero inevitabilmente plasmato gli abitanti del territorio. Rocca di Loto è un paese dove o ti adatti allo stile mafioso o te ne vai via.
Questo walzer traspare in tutta la narrazione. Dalla cugina emigrata a Roma dopo aver viaggiato in tutto il mondo al rispettato commissario antimafia di Roma che è originario di Rocca di Loto. Anche il commissario della squadra mobile di Palermo è originario di Rocca di Loto. Ora che potrebbe dare una mano al suo paese per una ripulita, una lettera insignificante minaccia la sua onestà. Così l'unica soluzione che gli si presenta è un incarico negli Stati Uniti. Andar via sembra l'unica soluzione. Un iter che sembra condannare un territorio.
Così quando Gerlando si trova con le spalle al muro reagisce nell'unico modo che conosce. Esattamente come farebbe un mafioso, non esiste via di scampo per la sua sopravvivenza.
La prosa del libro è bellissima. Rende piacevole e inebriante la lettura. I dialoghi sono ricchi di battute che portano a una dimensione realistica della narrazione. Il libro è ricco di personaggi ben studiati e sviluppati. La bravura dell'autore traspare sin dalle prime pagine.
Il libro è breve ma è decisamente piacevole. Se fosse un vino sarebbe uno di quelli che un solo bicchiere ti da tutte le sensazioni che cerchi e che alla fine ti lascia un buon gusto in bocca.


Citazione:

Furono tutti promossi, gli studenti della V A, peraltro l'unica sezione della scuola. Fecero dei progetti di viaggi o professioni, ma poi consumarono l'estate rinviando decisioni, lentamente scivolando nelle scelte fatte per loro dai genitori.


Giudizio finale:

TRAMA: 7
STILE NARRATIVO: 8
SUSPENCE: 7
EFFETTO SORPRESA: 6,5
PERSONAGGI: 7
DIALOGHI: 8

Media: 7,0



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