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Il lento suicidio dei Non Amati

28/05/20

Il trauma di chi non e' stato amato

FotoNel suo libro “La ferita dei Non Amati” Peter Schellenbaum ci parla degli studi sui suoi pazienti, soggetti che ancora fino a tarda età non sono riusciti a sanare le ferite provocate dal Non Amore dei propri genitori. Secondo le teorie Junghiane e Freudiane infatti i danni provocati dalla mancanza d’amore in età infantile, da uno o entrambi i genitori, lasciano un segno indelebile nella personalità di un individuo che, nonostante gli sforzi compiuti nel corso della propria vita, faticherà sempre a riempire quel vuoto d’amore. Egli si sforzerà di farlo tramite tutte le persone che troverà sul proprio cammino, incapace di colmarlo autonomamente. Un Non Amato, infatti, non riesce ad amare se stesso, essendo cresciuto nella convinzione di non meritare quell’amore che i genitori gli hanno negato. In tutta l’opera di Wayne W. Dyer, ma in particolare nel suo libro “Niente scuse”, invece, egli ci spiega come anche ferite così profonde possano essere sanate, imparando a lavorare su se stessi. E se ci è riuscito lui che è cresciuto in un orfanotrofio, possiamo crederci. Fino a quando non riuscirà a comprendere il suo problema, infatti, un Non Amato sarà sempre alla perenne ricerca d’amore e quindi di attenzione e di consenso, identificando chiunque con la figura dei genitori, cercando di guadagnarsi quell’amore che gli è stato negato in età infantile. I suoi comportamenti saranno costantemente rivolti al tentativo di riscuotere l’approvazione altrui, negandogli così ogni possibilità di imporre le proprie scelte e decisioni soprattutto in presenza di eventuali divergenze. Alcuni casi eclatanti si sono riscontrati tra artisti di fama internazionale che, cresciuti nella totale mancanza d’amore da parte dei genitori, hanno cercato l’amore del pubblico, ma nonostante l’abbiano ricevuto, si sono autodistrutti perché tutto l’amore del mondo non potrà mai essere sufficiente a pareggiare quello negato dai genitori in età infantile. I Non Amati purtroppo sviluppano una totale mancanza d’amore verso se stessi che li conduce a volte verso un lento suicidio in una continua e disperata ricerca d’amore.
Nei casi meno gravi invece, una buona dose di masochismo ed una totale assenza di comportamenti assertivi caratterizzano la personalità dei Non Amati che sono disposti a qualsiasi sacrificio ed a una totale mancanza di rispetto del proprio orgoglio pur di non rivivere il proprio trauma infantile. Il Non Amato, così, in famiglia, in amore, sul lavoro si ritrova costantemente in una condizione di sottomissione, terrorizzato dall’idea che, se non accontenterà le persone con le quali intrattiene il suo rapporto, esse non lo ameranno più. Questo suo modo di affrontare la vita, lo pone costantemente in una condizione di sofferenza ed inferiorità nei confronti del prossimo, impedendogli di vivere appieno e felicemente i propri rapporti interpersonali. Vivrà le sue storie d’amore costantemente assillato dalla paura di essere abbandonato, alimentando quindi anche tutta una serie di problematiche legate alla gelosia, alla possessività, alla mancanza di capacità di restare da solo, finendo così con il rovinare effettivamente tutti i rapporti. Nell’ambiente di lavoro non riuscirà mai ad imporsi e ad essere capace di assumersi alcun tipo di responsabilità, angosciato dall’idea di sbagliare, terrorizzato di perdere la fiducia e la stima dei propri capi e colleghi. In famiglia si spenderà moltissimo, sacrificando costantemente la propria vita per gli altri, senza ottenere però in cambio la minima attenzione da soggetti che lui avrà abituato ad un rapporto a senso unico. Uscire da questo tunnel è possibile. Comprendere che quel vuoto d’amore può essere colmato solo da noi stessi si può. Quando finalmente decideremo di non volerci più sentire dei bambini bisognosi delle cure e dell’affetto dei propri genitori e quindi neanche dei loro feticci, ci renderemo conto di essere delle persone adulte perfettamente in grado di bastare a noi stesse. Capiremo che quel buco nel cuore provocato dall’amore che ci è stato negato può e deve essere riempito dal nostro amore per noi stessi. Comprenderemo di essere delle persone meravigliose perfettamente in grado di relazionarsi con gli altri, ma sullo stesso piano, senza per questo elemosinare amore.
Amare se stessi è quindi l’unica, vera e sola ricetta per combattere il lento suicidio dei Non Amati. Perché di questo si tratta, di un lento, inconsapevole, ma disperato suicidio. Suicidio dei nostri amori, delle nostre amicizie, delle nostre passioni, dei nostri successi.
Impariamo da Dyer a non avere più scuse. Non si tratta di perdonare o no i nostri genitori se non ci hanno amato, ma di superare quella fase della nostra vita in cui non avevamo ancora capito che nessuno se non noi stessi potrà mai renderci persone serene e felici e soprattutto nessuno, se non noi stessi, potrà mai amarci abbastanza.

Sergio Cosentino
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