SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Il PRP (plasma ricco di piastrine) riduce l’usura cartilaginea nella gonartrosi

26/03/20

Un recente articolo scientifico conferma che il PRP rallenta l'usura cartilaginea in particolare nella gonartrosi.

FotoLa gonartrosi è una patologia degenerativa caratterizzata oltre che da un’usura della cartilagine delle articolazioni femoro-tibiale mediale, laterale e femoro-rotulea, anche da una alterazione dell’omeostasi cellulare con uno squilibrio a favore della apoptosi cellulare (ossia della morte delle cellule cartilaginee). Questo alterato turn-over cellulare causa la riduzione dello spessore cartilagineo ed una alterazione del metabolismo cellulare intrarticolare. La gonartrosi ha un importante impatto sulla qualità della vita delle persone: infatti, nelle forme più avanzate comporta una notevole limitazione funzionale che può impedire ai pazienti di uscire di casa e svolgere le banali attività quotidiane. Poiché uno dei fattori di rischio più importanti è l’obesità, il fattore preventivo più importante è la riduzione del peso corporeo e l’attività fisica.
Il primo trattamento nei confronti della gonartrosi di grado iniziale - moderato è sicuramente conservativo: calo ponderale, attività fisica regolare, antinfiammatori al bisogno, ciclo di fisioterapia per recupero della articolarità e del tono muscolare e ciclo di infiltrazioni articolari. A questo riguardo, sono diverse le sostanze che possono essere utilizzate: cortisone (soprattutto nei pazienti anziani con forme di gonartrosi avanzata), acido ialuronico (più indicato nelle forme iniziali - moderate e pazienti giovani) ed il plasma ricco di piastrine (PRP), che secondo la letteratura scientifica ha dei benefici superiori all’acido ialuronico in termini di durata. Il PRP è un composto di plasma e piastrine ottenute centrifugando il sangue venoso prelevato dal paziente stesso. E’ una procedura ambulatoriale di facile accesso ma al momento non coperta dal sistema sanitario nazionale. E’ una procedura che prevede due cicli infiltrativi a distanza di circa 3-4 settimane l’una dall’altra.
Un recente studio clinico [Raeissadat SA, Ghorbani E, Sanei Taheri M et al. MRI Changes After Platelet Rich Plasma Injection in Knee Osteoarthritis (Randomized Clinical Trial). J Pain Res. 2020 Jan 10;13:65-73] ha infatti evidenziato che oltre ad un miglioramento delle scale del dolore e della valutazione funzionale si è osservato alla risonanza magnetica nucleare un aumento dello spessore cartilagineo dell’articolazione femoro-rotulea. Questa rappresenta la prima pubblicazione scientifica dove viene dimostrato un beneficio del PRP oltre che sul sintomo dolore anche sulla cartilagine articolare.

A cura del Dr. Biazzo Alessio, specialista in chirurgia protesica mininvasiva del ginocchio e dell’anca e medicina rigenerativa
www.artrosiginocchioanca.it



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