“Il ragazzo di cristallo”: un fantasy che guarda alla lezione di carroliana memoria, immergendola in atmosfere dark

Bibliotheka Edizioni presenta l’opera prima di Silvia Modugno, un romanzo che cavalca la dimensione del fantastico e del soprannaturale

Sono molti i riferimenti dai quali Silvia Modugno attinge e attraverso i quali ha dato vita al suo esordio letterario. Da una parte l’inquieto paesaggio fantastico che ha fatto la fortuna di Lewis Carrol e del suo Alice in Wonderland, dall'altra la parte oscura del genere fantasy che trova in Anne Rice e nei suoi vampiri dandy ed aristocratici il perfetto contraltare.
Ma non si possono tralasciare echi di Tolkieniana memoria, fugaci apparizioni del Peter Pan di J.M. Barrie, passando infine al Libro della giungla di Kipling.
Insomma, un’autrice che ha appreso la lezione del genere dai grandi maestri, adattandoli però ad uno stile incisivo e personale, nel quale la scoperta dell’adolescenza e della sessualità, i rapporti frastagliati che si sfaldano all'interno dei nuclei famigliari, la lenta discesa nella consapevolezza di se stessi e degli alti, riescono a fornirci un quadro narrativo di assoluta originalità, sfrenata inventiva e lussureggiante capacità affabulatoria.
Sibilla, la bambina di otto anni protagonista del romanzo, viene proiettata in una meravigliosa foresta, popolata da bellissime creature. In quel luogo fatato si stagliano imponenti quattro maestose montagne, disposte a mo’ di barriera attorno ad uno splendido castello.
Fate, folletti e ninfe creano un’atmosfera magica con i loro incantesimi nella perenne lotta tra il bene e il male in cui viene coinvolta la fanciulla, non più bambina.
Catapultata nella nuova dimensione, Sibilla riuscirà a trovare il giusto equilibrio in un mondo per lei nuovo, grazie al bellissimo Sadrik e a due fatine custodi, unico punto di contatto col mondo degli umani. Entrambi, infatti, hanno un preciso compito da svolgere: trovare il castello.
In un incredibile alternarsi di colpi di scena, i personaggi sembrano muoversi su una immensa scacchiera, dove, mossa dopo mossa, si giungerà allo ‘scacco matto’ finale.
Questa, in sintesi, la trama di un romanzo che stupisce per la grande impalcatura descrittiva, l’assoluta disinvoltura nel padroneggiare stili diversi e solo in apparenza contraddittori, la notevole descrizione introspettiva dei caratteri e l’assoluta cura nella raffigurazione di location ammantate di mistero ed enigmi. Un romanzo che, ne siamo certi, non deluderà gli appassionati del genere fantasy e che ribadisce, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto questo filone narrativo abbia in Italia i suoi alfieri più quotati.