ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Il Ritorno del Gold Standard in una Finanza Esotica Arrivata al Capolinea

04/03/19

Il Gold Standard fu abolito in base alle necessità americane di stampare quantità di denaro crescenti senza il vincolo della convertibilità con l'oro.

FotoIl Gold Standard fu abolito da Nixon nel lontano 1971, da allora di soldi ne sono stati stampati in quantità indefinibili e la finanza si è sistematicamente allontanata dalla economia reale.
Dopo 50 anni di voli pindarici durante i quali in ambito finanziario è stato inventato di tutto le necessità delle stesse banche stanno cambiando.
Il Gold Standard fu abolito in base alle necessità americane di stampare quantità di denaro crescenti senza il vincolo della convertibilità con l'oro.
Il periodo storico in cui questo avvenne era molto diverso si era in piena fredda e la priorità per l'occidente era quello di crescere e sostenere la competitività con altre zone del mondo a qualsiasi costo.
Oggi che lo scacchiere mondiale ha logiche e soprattutto una geografia completamente diversa la priorità anche per le banche non è crescere quanto piuttosto reggere l'urto di una finanza instabile che in decenni ha prodotto un valore esclusivamente virtuale e che in molti casi non ha nessun riscontro con l'economia reale.
Quale miglior cura del caro e vecchio oro avranno pensato nei consigli di amministrazione delle banche centrali.
Dopo che per decenni le banche hanno sostenuto politiche finanziarie basate su congetture esoteriche, spinte da una fame insaziabile di accrescere i propri bilanci, indecifrabili anche da loro stessi, di un valore inesistente ma regolarmente conteggiato.
Ecco che spunta niente di meno che nelle nuove regole di Basilea 3 la norma che assegna all'oro lo stesso status oggi riconosciuto ai Bond sovrani nei bilanci delle banche.
Il cambiamento di rotta per le stesse banche non deve essere stato inaspettato almeno per le banche di quei paesi che non si sa perché arrivano sempre primi, vedi germania ed altri paesi del nord europa.
La compassata ma fagocitante strategia finanziaria tedesca è da alcuni anni che ha previsto di far rientrare entro i propri confini nazionali le proprie riserve auree, quasi fossero a conoscenza di qualche ancestrale cambiamento di rotta nelle strategie che vada al di la della semplice prudenza contro una crisi dell'euro e di tutta l'eurozona almeno per come se la immaginavano i burocrati europei oggi sempre meno ascoltati non solo dal resto del mondo ma dai loro stessi connazionali.



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