EDITORIA
Comunicato Stampa

Il sociologo Dario Leone pubblica il suo nuovo saggio

05/04/19

"Identità liquida, Disagio solido", Nulla Die Edizioni, 2019

FotoDARIO LEONE
IDENTITA’ LIQUIDA, DISAGIO SOLIDO

Dario Leone è un sociologo e saggista “militante”. Ha pubblicato precedentemente Le gabbie sociali della globalizzazione (Susil, 2014) e L’amore ai tempi della globalizzazione (Aracne, 2017). Ha collaborato con vari periodici di analisi socio-politica e ha scritto canzoni. In questi ultimi dieci anni ha dedicato i suoi sforzi allo studio degli effetti del nuovo Capitalismo (che trova nella globalizzazione la sua rinnovata sovrastruttura), sulla psiche e l’intimità delle persone che lo subiscono.
“Identità liquida, disagio solido” è il libro che chiude un trittico di saggi arrivando a individuare l’unica solidità che si pone come solo ed esclusivo minimo comun denominatore della nuova umanità di serie, il disagio. Esso è solido perché non si liquefa nella frammentazione tipica che contraddistingue le relazioni, i valori, le idee, ma permane per l’intera esistenza dell’attore sociale. Le “soluzioni resistenti” proposte dall’autore sono indirizzate da un lato sul sentiero del recupero delle forme di ribellione che nella storia, diventando “struttura sociale”, hanno prodotto certezze e solidità; dall’altro su un “addestramento interiore” all’ortodossia di pensiero (quale che esso sia) e alla razionalizzazione della trasversale e totale pervasività del disagio in noi stessi e nelle persone con le quali ci si scontra/confronta/incontra quotidianamente.

Dalla quarta di copertina dell’opera “Identità liquida, disagio solido”, Nulla Die Edizioni, 2019
Nel mondo liquido l’identità sembra una cassetta di attrezzi monouso e slegati tra loro. In meno di un anno il “cittadino globalizzato” può cambiare molti lavori e attraversare svariati ruoli sociali. Al termine della sua esistenza sarà difficile capire chi e cosa sia stato per sé, per gli altri e per la defunta dimensione collettiva.
Se l’identità assume i connotati sfuggenti dell’assenza di significato, la solidità diventa un disagio non più transitorio ma perno granitico della personalità.
Riconoscere sé stessi e gli altri come vittime sconfigge la frammentazione dei rapporti sociali grazie all’idea di un mondo diverso. Idea espropriata dal Capitalismo globalizzato.
La prefazione è di Massimo Zamboni, compositore e chitarrista di CCCP-Fedeli alla linea, CSI-Consorzio suonatori indipendenti e scrittore con Einaudi.




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