ARTE E CULTURA
Articolo

Intervista a Fiamma Zagara

18/12/14

Dal 2000, lasciato l’insegnamento di Lettere e Filosofia, Fiamma Zagara si è totalmente impegnata nel campo dell’arte, affrontando esperienze diverse che spaziano dal disegno alla scultura. Al di fuori di una classificazione prestabilita, la sua forza creativa e riflessiva le consente, attraverso la continua ricerca e un percorso originale, di proporre una forma d’arte in costante evoluzione.

Utilizzando legno, vetri, lava, pietre dure e manipolando lamine di alluminio, filamenti, juta, viscosa o polietilene, Fiamma Zagara realizza opere a più piani.
L’incontro di materiali così eterogenei crea un linguaggio personale che apre inedite prospettive di visione e interpretazione del mondo.
L’uso sempre più accentuato del polietilene che, attraverso il riscaldamento assume forme complesse e armoniche al tempo stesso, crea svariate suggestioni e trova le sue radici nell’arte italiana ed internazionale del ‘900.
Dal 2008 i suoi lavori sono stati esposti in gallerie prestigiose e in sedi istituzionali in Italia e all’estero. Per la Biennale di Venezia del 2011 ha esposto a Roma a Palazzo Venezia. Nel 2013 ha presentato la personale “ Contaminazioni Dionisiache “ a Palermo presso il Palazzo dei Normanni.
Consacrata da numerosi riconoscimenti tra cui il “ Premio Personalità Europee 2008 per l’ Arte “, la Medaglia della Presidenza della Repubblica, il “ Premio delle Arti e della Cultura “ del Circolo della Stampa di Milano e recentemente la Menzione d’ onore del “ Premio Internazionale Baronessa Soares “, Fiamma Zagara ci introduce dentro la sua arte concedendoci un’intervista sincera e appassionata.

Salve Fiamma, come è stato il suo avvicinamento al mondo dell’arte?

La tensione artistica nasce dalla mia interiorità, ho analizzato me stessa e sono nate immagini che riflettono le mie idee, un linguaggio creatosi quasi spontaneamente, riflettendo profondamente sulle mie esperienze ed emozioni.
Inconsciamente risente anche delle conoscenze storiche, filosofiche e artistiche che ormai fanno parte di me.
Ho iniziato per una necessità personale di comunicare e interpretare quello che sentivo dentro.
All'inizio creavo opere semplici, poi piano piano ho cominciato a studiare, a cercare di capire cosa stava succedendo in me, davo vita a cose che inizialmente mi sembravano quasi dei miracoli e mi emozionavano tantissimo..
La mia arte nasce da una voglia di rinascita, inizialmente dipingevo spirali, e Jung afferma che hanno proprio questo significato.

Infatti, da una prima fase in cui rappresenta nelle sue opere principalmente spirali colorate, passa ad una fase con i crateri, a più piani, da cosa nasce questa esigenza?

In realtà capii che le mie prime opere, pur trasmettendo l’energia e la positività che io volevo comunicare, non rendevano il senso della crisi che ogni trasformazione comporta.
Nel 2011 dopo la Biennale di Venezia mi sono fermata ed é stato sopratutto un periodo di creatività, di ricerca di materiali, di riflessione su come rendere meglio questa materia in trasformazione, in movimento…tutto é in continua trasformazione, in perenne movimento..
Ora rappresento soprattutto crateri, fratture, sono voluta andare più a fondo, per far vedere anche quello che c’è al di sotto del cratere, ovvero una materia che ribolle ed esplode.
Il cratere è un archetipo dell'interiorità sia personale sia della società che é in continua trasformazione…
Anche l’utilizzo di cerchi é quasi una semplificazione del cratere, sono sempre degli elementi che mettono in comunicazione il dentro e il fuori, però realizzarli mi ha ricordato le città, i paesi, i movimenti, le persone.
Con l’utilizzo di tubi che escono fuori dai quadri e che si fanno notare, voglio rappresentare una realtà in movimento che vuole uscire ma è bloccata dalle leggi, dalle nostre remore, dalla nostra storia, dai nostri ruoli, di cui dobbiamo tenere sempre conto.
Sono dei quadri che s'impongono e desidero che s’impongano, come ognuno di noi forse desidera per sé stesso..

Molto interessante é l’utilizzo di fili…

Vidi grosso interesse per questa tecnica alla mostra che tenni a Palermo, per cui decisi di sviluppare questa idea in tante idee diverse inserendo anche altri elementi.
Mi piace continuare ad inserire sempre cose nuove.
In un quadro c’è proprio una rete annodata a mano che ho preso da un pescatore.
Il reticolo che io sovrappongo vuole essere un reticolo di relazioni, composto dai vari piani della nostra personalità, quello che noi crediamo di essere, quello che gli altri pensano che noi siamo, quello che appare fuori.
A volte non sappiamo neppure noi che cosa siamo….Come la realtà, come appare a noi e come é veramente…

Suggestive anche le sue sedute-sculture che ricordano dei troni..

Sono delle sculture realizzate su delle sedie, create con materiale di riciclaggio che metto da parte e poi utilizzo.

I quadri di questa ultima fase sono quasi tutti in rosso e nero..

Sì, quasi tutti in rosso e nero, anche se uno degli ultimi ha una macchia di giallo che è un colore non semplice, ma non resisto alla forza del rosso sul nero, è veramente notevole.
Il colore ha indubbiamente il suo significato di passionalità, mistero, energia. Ho studiato le teorie del colore di Kandinskij, Goethe e ultimamente dei filosofi come James Hillman che mostrano come i colori abbiano un significato che viene dal nostro inconscio.
Pensai di usare pochi colori per accentuare la matericità e iniziai a sperimentare nuovi materiali quali l'alluminio, la forassite e la plastica, che viene sciolta e si risolidifica, si riscalda e si può plasmare.

Come nasce l'idea di utilizzare questi materiali così particolari?

Durante i traslochi mi sono trovata circondata da materiali di riciclaggio e ho iniziato a lavorarci. A seconda del tipo di lavorazione, se li tiravo, bagnavo o strappavo, nascevano degli effetti molto particolari, a volte non facili da governare, ma sono riuscita a dare delle forme trovando dei momenti appaganti.

C’è un quadro a cui è particolarmente affezionata?

Beh sai ogni quadro ha una sua storia, un suo significato e andrebbe guardato a sé, è un ricordo, un percorso interiore, una ricerca. Sono legata a molti dei miei quadri veramente..

E mostrandomene uno continua…

Anche questo che potrebbe sembrare un albero della vita per me è lava che sgorga e che vuole fuoriuscire per costruire qualcosa di meglio, come la lava da cui ha origine il terreno più fertile che possa esserci.
Quindi da un momento difficile, un momento di crisi, comunque può nascere qualcosa di buono e positivo. Questa è la speranza, e il messaggio nato inconsciamente che voglio trasmettere.
Anche se possono sembrare brutali, forti, c'è sempre una ricerca di bellezza, di eleganza, che non è quella classica, una certa armonia disarmonica che rispecchia anche la realtà di oggi e il piacere di utilizzare materiali contemporanei…

Un parallelo fra arte poesia e letteratura?

La poesia è un altro linguaggio che può assimilarsi a quello dell'arte però credo che sia l’arte, sia la poesia, sia la musica, servano ad interpretare noi stessi e il mondo che ci circonda, quindi c'è un significato quasi psicologico.Io mi trovo molto legata alla filosofia,alla psicologia, all’introspezione.
Ho avuto un’interessante esperienza interpretando con mie opere i libri dello scrittore Leos Pittoni.

Cosa fai nel tempo libero?

Devo dire che di tempo libero ne ho molto poco, mi piace leggere opere inerenti l'arte o biografie di artisti, andare al cinema e a volte seguire la mia famiglia e mio marito, ma per il resto mi dedico poco alle attività mulìebri che mi hanno coinvolta nella prima fase di vita.

Una città che la ispira?

Sono napoletana e Napoli la porto dentro. Anche se vivo a Roma il legame con la mia città di origine é molto forte. Un segno profondissimo me l'ha lasciato Venezia, dove ho abitato ed insegnato per due anni. Ogni volta che arrivavo mi trovavo già in vacanza, per me era una cosa magica.
Uscivo, andavo a scuola, mi trovavo a passare per San Marco e vedevo questi cieli da film, con la brezza mattutina, scenari che mi regalavano emozioni profonde.
Lasciarla è stato uno dei dolori più forti perché mi ha ammaliato, ho conosciuto molte persone tra cui artisti e maestri vetrai che ho ammirato e mi hanno trasmesso il gusto dei colori, il modo in cui si possono abbinare tra loro.
Mi affascina anche Firenze, è un'altra città magica e stimolante per la creatività, è fatta per gli artisti. Sono legata a degli artisti fiorentini come Roberto Fallani e Paola Crema che sono per me delle guide. Ho avuto la fortuna di continuare a frequentarli visto che hanno una casa qui a Roma.
Loro hanno sempre sostenuto il mio percorso artistico.

Vittorio Zenardi



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