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Intervista a Maurizio Nascimbene, autore del romanzo "Un gran bel paese"

13/03/19

Da manager ad autore: Maurizio Nascimbene si presenta

FotoIntervista a Maurizio Nascimbene, autore di “Un gran bel paese”, 2019

Edito dalla siciliana Nulla Die, Un Gran Bel Paese è il romanzo d’esordio di Maurizio Nascimbene.

Nei pressi del Po, in un cortile di un locale preso in prestito da un paesino di campagna provenzale, abbiamo fatto due chiacchiere con l’autore.

Un vogherese trasferitosi a Torino che narra di un vogherese emigrato negli Stati Uniti. Quanto c’è di biografico?
Sicuramente c’è molto di personale, ma uno scrittore non è mai davvero biografico pur essendolo sempre.

Cosa vuoi dire?
Che in quanto narratori partiamo sempre da noi stessi, in qualche modo. Il passato, l’infanzia e la memoria sono la base di ogni narrazione. Nonostante ciò, per sua natura, chi scrive crea, perciò si allontana sempre da se stesso.

Di cosa parla questo libro?
Di tante cose. È la storia di un uomo raccontata attraverso quattro giorni. Come ogni essere umano, il protagonista vive il proprio tempo e ne è toccato. Per questo troverete un po’ tutti i grandi temi della prima metà del Novecento. Tuttavia ce n’è uno centrale, che fa da vera guida del testo: l’emigrazione.

Non credi sia un tema già ampiamente trattato?
Certo. Non per questo lo si deve trascurare. È un tema ancora attuale. Lo è sempre stato e lo sarà sempre finché l’uomo avrà necessità da soddisfare.

Perché non attingere dalla cronaca quotidiana?
Per evitare filtri e pregiudizi. Spostare la riflessione in un altro momento storico e in un altro luogo permette al lettore di immergersi nella lettura libero da posizioni di partito, qualsiasi esse siano. Inoltre, io racconto la vita di qualcuno che ce l’ha fatta. Non parlo di drammi. Ho voluto guardare dentro l’uomo e scavare in quel sentimento di inadeguatezza che ritengo sia parte di chiunque emigri, qualsiasi sia il motivo che lo spinga a farlo.

Cosa deve aspettarsi il lettore?
Un racconto sincero.

Trama.
Luigi Nava, in arte Lewis Bull Nevada, è un emigrante di successo. Non americano, ma nemmeno più italiano, nato a Voghera sul finire dell’Ottocento, ha trovato fortuna dapprima a New York e poi a Los An­geles prestando il suo fisico imponente al mondo del wrestling e a quello dell’industria del ci­nema. Ingenuo, perso nella sua eterna rincorsa a quell’utopia che è stata, per lui, l’America, ha vissuto una vita premiata dalla sorte, ma le ha camminato accanto, toccandola appena, rimanendo in un limbo di come sarebbe stato e di mancate prese di posizione che hanno fatto di lui, anche dopo cinquant’anni vissuti da americano, un italiano emigrante, solo, desideroso d’integrazione e di una nuova nascita, ma sospeso a metà fra la nostalgia per le proprie radici e la voglia di cancellare tutto per rifarsi vergine in una nuova patria che si è sforzato di chiamare casa. Sarà riuscito, quel sogno iniziale, a rimanere intatto sino alla fine, o la disillusione l’avrà ridotto in cenere?

Maurizio Nascimbene, nato a Voghera, risiede a Torino ed è manager presso una grande industria internazionale. Autore di saggi, racconti e poesie, con Un Gran Bel Paese segna il suo esordio nel romanzo.



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