L’economia USA delude ancora, l’EUR/USD risale la china
Se all’inizio dell’anno c’era stata speranza (si vociferava infatti di una possibile crescita del 3%, superiore quindi al livello di sicurezza fissato intorno al 2%), le ultime informazioni divulgate dal Fondo Monetario Internazionale hanno spento questi entusiasmi.
del 22/07/14 - di Luca Luongo
La crescita infatti, inizialmente prevista intorno al 2.8%, si attesterà invece solo intorno al 2%, pensando che l’Italia a mala pena supera in alcuni trimestri la soglia dello 0%. C’è da fare tutte le considerazioni del caso ovviamente, ma il dato è eloquente.
Le ragioni del “crollo” economico
Ma cosa è andato storto? Certo il gelo dell’inizio dell’anno non ha aiutato, visto che ha letteralmente congelato l’economia.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, la ripresa economica che si è sviluppata negli ultimi tempi non sarà sufficiente a recuperare il terreno perso. Da qui, l’abbassamento del livello di crescita previsto. Prima di migliorare nettamente, gli USA hanno ancora molta strada da percorrere.
Le reazioni dell’EUR/USD
Le nefaste previsioni del Fondo Monetario Internazionale sono state rese pubbliche il 16 giugno del 2014. In questa data, il cambio EUR/USD stava affrontando un periodo di forte svalutazione della moneta comune europea.
Il valore di cambio era infatti pari a 1.3538. Questo dato di per sé non ci fa comprendere molto, ma se pensiamo che il 6 giugno (dieci giorni prima) il cambio EUR/USD era pari a 1.3662, possiamo capire quanto il nostro valore di partenza sia basso e inusuale.
Dopo la diffusione delle stime più negative dell’FMI, tuttavia, la situazione dell’euro sembra migliorare. Il 17 giugno, infatti, il cambio sale a 1.3577.
Nonostante alcuni momenti altalenanti (il 18 giugno il dollaro cerca di risollevare le sue sorti portando l’EUR/USD a 1.3548), possiamo notare che sul lungo periodo il cambio si volge nettamente a favore dell’euro: il primo luglio, il cambio tocca quota 1.3694.
Per dovere di correttezza, va segnalato però che questo dato particolarmente alto rispetto la media del periodo considerato è, a tutti gli effetti, un “outlier”. Il tasso di cambio torna a valori più in linea già dal 7 luglio. In questa data, infatti, il cambio EUR/USD registrato è pari a 1.3588.
Se le valutazioni del FMI hanno aiutato la moneta unica, non sono riuscite tuttavia a far tornare l’euro ai ben più rosei valori di due mesi prima: il 7 maggio 2014 il cambio era infatti pari a 1.3931.
L’economia americana ha rallentato la sua crescita e questo ha avuto delle conseguenze sul cambio di riferimento, te cosa ne pensi? Si poteva prevedere oppure è stato tutto un susseguirsi di eventi? Diccelo in un commento!