L'importanza della vitamina B12 durante la gravidanza e l'allattamento

L’importanza della vitamina B12 durante la gravidanza e l’allattamento La vitamina B12 contiene il minerale cobalto ed esiste in diverse forme collettivamente chiamate “cobalamine”. La metilcobalamina e la 5-deossiadenosilcobalamina sono le forme di vitamina B12 che sono attive nel metabolismo umano.
del 26/09/16 -

L’importanza della vitamina B12 durante la gravidanza e l’allattamento

La vitamina B12 contiene il minerale cobalto ed esiste in diverse forme collettivamente chiamate “cobalamine”. La metilcobalamina e la 5-deossiadenosilcobalamina sono le forme di vitamina B12 che sono attive nel metabolismo umano.

La vitamina B12 è necessaria per la corretta formazione dei globuli rossi, la funzione neurologica, e la sintesi del DNA.

L’alimentazione

La vitamina B12 si trova naturalmente nei prodotti di origine animale, tra cui pesce, carne, pollame, uova, latte e latticini. La vitamina B12 non è generalmente presente negli alimenti vegetali.

Integratori alimentari di vitamina B12

Negli integratori alimentari, la vitamina B12 è di solito presente come cianocobalamina, una forma che il corpo converte facilmente nelle forme attive metilcobalamina e 5-deossiadenosilcobalamina. Gli integratori alimentari possono contenere anche metilcobalamina e altre forme di vitamina B12.

Donne incinta e durante l’allattamento

Durante la gravidanza e l’allattamento al seno la donna ha la responsabilità di fornire al proprio figlio tutti i nutrienti necessari, per cui deve nutrirsi regolarmente ed in maniera adeguata.
In queste fasi non aumenta solo la richiesta energetica, ma anche la richiesta di alcune vitamine e minerali, tra cui quella di vitamina B12.

Le donne che allattano dovrebbero evitare le diete che forniscono meno di 1.800 Kcal al giorno, perché possono causare stanchezza nella madre e ridurre il volume di latte.
In un comunicato, il Comitato allattamento al seno della ASP ha anche raccomandato alle madri vegetariane che allattano di prendere un integratore di vitamina B12 durante l’allattamento, in quanto il deficit di questa vitamina può causare gravi effetti neurologici nel bambino.
L’apporto calorico consigliato durante l’allattamento è compreso tra 2.300 e 2.500 Kcal al giorno per nutrire un bambino e tra le 2.600 e 3.000 nel caso in cui siano gemelli.
I pediatri consigliano di fare 5 pasti al giorno seguendo una dieta varia; bere acqua, latte e succhi di frutta evitando o riducendo le bevande contenenti caffeina; e non bere alcolici.
I pediatri sostengono che il latte materno sia “il miglior cibo per neonati e lattanti”, perché tra i vantaggi che apporta c’è la riduzione del numero di infezioni gastrointestinali, infezioni dell’orecchio, infezioni delle basse vie respiratorie gravi e riduce al minimo le probabilità di morte infantile improvvisa.
La vitamina B12 si trova solo negli alimenti di origine animale. Per questo motivo le donne vegane devono sempre integrare la loro alimentazione con cibi fortificati o integratori alimentari, ma a maggior ragione devono farlo durante la gravidanza e l’allattamento, per poterla fornire in quantità adeguata ai propri figli. Le donne che seguono una dieta latto-ovo vegetariana vanno incontro più difficilmente a carenza di vitamina B12, ma durante la gravidanza e l’allattamento è bene che ne controllino i livelli.
Infatti mentre per altre sostanze, come il ferro, vengono eventualmente consumate le riserve materne, per la vitamina B12 le riserve materne non vengono mobilizzate, quindi l’unica fonte per il bimbo è quella introdotta con la dieta materna.

La vitamina B12 attraversa la placenta durante la gravidanza ed è presente nel latte materno. I neonati di madri vegetariane che consumano esclusivamente latte materno possono avere riserve molto limitate di vitamina B12, e sviluppare carenza di vitamina B12 entro pochi mesi dalla nascita. Se la carenza di vitamina B12 non viene rilevata e trattata tempestivamente può causare danni neurologici gravi e permanenti.
Segni e sintomi di carenza di vitamina B12 compaiono tra l’età di 4 e 12 mesi e comprendono l’anemia macrocitica, debolezza, stanchezza, ritardo della crescita e irritabilità. Altri sintomi comuni includono pallore, glossite, vomito, diarrea e ittero.

In questi casi bisogna effettuare un esame emocromocitometrico completo, valutare il livello di vitamina B12 nel siero, eseguire la risonanza magnetica del cranio (MRI), e iniziare immediatamente la supplementazione di vitamina B12.

Di solito i sintomi migliorano in pochi giorni in seguito al trattamento con vitamina B12.

Tuttavia, dopo la terapia, il recupero varia da paziente a paziente, e possono permanere alcune problematiche. Pertanto si ritiene essenziale prevenire la carenza di vitamina B12 nelle donne in gravidanza e allattamento che seguono diete vegane e nei loro bambini, con la somministrazione di integratori di vitamina B12.


Un caso clinico di deficienza di vitamina B12

Nell’Aprile del 2012 un bimbo di 12 mesi è stato portato in cura alla Clinica Pediatrica di Konya in Turchia, a causa di una regressione dello sviluppo e ritardo della crescita.

La madre racconta ai medici che il bimbo era nato a termine, del peso di 3.5 Kg, e non c’erano state complicazioni in gravidanza. Il bimbo è stato esclusivamente allattato al seno, e sua madre aveva seguito una dieta vegetariana per molti anni. Il caso ha mostrato normali caratteristiche di sviluppo fino a 6 mesi: il bambino sorride a 2 mesi, controlla la testa a 4 mesi, e inizia a gorgheggiare a 5 mesi. Durante i primi 6 mesi di vita, le sue misure del corpo erano al 25° percentile per il peso e al 50 ° per la lunghezza e per la circonferenza della testa. Quando il bambino ha raggiunto i 6 mesi di età, i suoi genitori si sono accorti che ha smesso di aumentare di peso ed è diventato meno attivo.

La madre del paziente ha riferito di essere vegetariana e di non aver assunto una supplementazione di vitamina B12 durante la gravidanza. Anche se il livello di emoglobina della madre era nella norma, il livello di cobalamina nel siero era vicino al limite inferiore, e il volume corpuscolare medio tendeva ad essere superiore. Di conseguenza, lo sviluppo del bambino, che era inizialmente normale, è cessato a causa di mancate riserve di vitamina B12, ed è emersa l’attuale caratteristica clinica.

Nei paesi in via di sviluppo, la carenza di vitamina B12 costituisce un problema significativo: uno studio condotto in Turchia ha rivelato che quasi il 40% delle donne in età riproduttiva hanno carenza di vitamina B12. Oltre alla insufficienza alimentare di assunzione di vitamina B12, tale anomalia può essere dovuta a sindrome da malassorbimento di cobalamina o anemia perniciosa.

La carenza di vitamina B12 è probabilmente il secondo deficit più comune di vitamine, e causa anemia. È una forma di anemia chiamata megaloblastica, con aumentato volume corpuscolare medio e caratteristiche tipiche morfologiche, come iperlobulazione dei nuclei dei granulociti.

La fisiopatologia del danno neurologico relativo alla carenza di vitamina B12 rimane ancora poco chiara. Dror et al. hanno riportato diverse teorie, elencate di seguito, per quanto riguarda i meccanismi attraverso i quali la carenza di vitamina B12 provoca danni neurologici:

-Mielinizzazione o demielinizzazione ritardata
-Il rapporto tra alterata S-adenosilmetionina a S-adenosilomocisteina
– Sbilanciamento tra il fattore di necrosi tumorale-α e il fattore di crescita epidermico
-L’accumulo di lattato

Difetti di mielinizzazione dovuti a carenza di vitamina B12 possono avere effetti significativi sul funzionamento del sistema nervoso centrale, alterando la velocità di conduzione. Per esempio, una più lenta conduzione nei sistemi uditivi e visivi può interferire con l’apprendimento e l’interazione sociale. L’acquisizione di competenze cognitive coincide con il modello di mielinizzazione del sistema nervoso centrale. Pertanto, il ritardo della mielinizzazione del cervello nell’infanzia porta alla ritardata acquisizione di competenze cognitive, e l’atrofia cerebrale conduce alla regressione di queste abilità. Pur avendo 12 mesi di età, il bambino in esame era in stato letargico, non sorrideva, e non è riusciva a seguire gli oggetti visivamente.
Circa la metà dei bambini affetti presentano movimenti anomali, tra cui tremore e mioclono. Questi movimenti involontari di solito guariscono entro pochi giorni dopo il trattamento.

Nella letteratura, a causa delle difficoltà relative al follow-up, esistono dati limitati per lo sviluppo a lungo termine in seguito a gravi alterazioni neurologiche negli stati di carenza di vitamina B12 infantile.

Sono stati segnalati uno scarso quoziente intellettivo (QI) e un ritardo psicomotorio e linguistico in seguito a prolungata carenza di vitamina B12 in neonati. La prognosi a lungo termine dipende dalla durata complessiva del deficit e la gravità dei sintomi piuttosto che dai livelli sierici di vitamina B12 o di emoglobina al momento del ricovero.

Sembra che i bambini trattati prima di un anno di età abbiano un esito neurologico più favorevole rispetto a quelli trattati successivamente. Nel paziente che abbiamo preso in esame è stato osservato un rapido recupero neurologico. Tre giorni dopo la prima iniezione sorrideva di nuovo e non era né letargico né ipotonico. Ha iniziato a camminare quando aveva 18 mesi. La risonanza magnetica eseguita tre mesi dopo l’inizio della terapia ha dimostrato il recupero dell’atrofia cerebrale.

I risultati di questo studio caso suggeriscono che la carenza di vitamina B12 dovrebbe essere considerata nella diagnosi eziologica di sintomi neurologici nei bambini, soprattutto in presenza di anemia megaloblastica e ritardo dello sviluppo. Gli operatori sanitari devono tener conto del fatto che i pazienti con carenza di vitamina B12 possono presentare segni e sintomi imprevisti, come ritardo dello sviluppo, atrofia cerebrale, e versamento subdurale come si è visto nel nostro paziente.

Conclusione

La carenza di vitamina B12 è una causa rara ma curabile di disturbi neurologici, anemia, e difetto di crescita nei neonati allattati esclusivamente al seno da madri carenti di vitamina B12. Il riconoscimento dei sintomi neurologici di carenza di vitamina B12 infantile può consentire una diagnosi precoce e un trattamento adeguato. Data l’importanza della vitamina B12 per lo sviluppo del cervello fetale e neonatale, le madri vegetariane e vegane dovrebbero essere consapevoli dei danni gravi e non completamente reversibili causati da un insufficiente apporto nutrizionale della vitamina B12 durante la gravidanza e l’allattamento. Pertanto, bisogna prevenire la sua carenza in donne in gravidanza e allattamento che seguono diete vegane. (Celebi Kocaoglu et al., Cerebral Atrophy in a Vitamin B12-deficient Infant of a Vegetarian Mother, J Heoalth Popul Nutr. 2014 Jun;32(2): 367-371).

Per aumentare l’assunzione di vitamina B12, la dieta deve essere ricca di alimenti di origine animale, come i prodotti lattiero-caseari, carni rosse, uova e pesce. Nel caso in cui questi alimenti non facciano parte della dieta della madre, è necessario assumere un integratore di Vitamina, meglio se rapidamente biodisponibile come le compresse sublinguali.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Phitaly
Responsabile account:
Marco Ragazzini (copywriter)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 274620