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Comunicato Stampa

L’indagine del Public Relations Global Network (PRGN) sul panorama mondiale dei media, rivela crescenti aspettative verso l’area dei social media

07/12/17

L’indagine offre anche spunti di grande attualità per comprendere come i giornalisti selezionino i soggetti da intervistare.

FotoMILANO – 5 Dicembre 2017 – Il Public Relations Global Network (PRGN), uno dei più grandi network internazionali di agenzie indipendenti di relazioni pubbliche, ha annunciato oggi i risultati di un’indagine a livello mondiale che delinea una crescente sollecitazione nei confronti dei giornalisti per la produzione di contenuti multimediali e, in generale, per operare sempre più anche sui canali social.

Il sondaggio, condotto su un campione di 110 giornalisti provenienti da tutto il mondo, offre un quadro dettagliato di come vengono vagliate le fonti dalle quali attingere informazioni e contenuti per la stesura di articoli. L’indagine ha inoltre evidenziato una sollecitazione crescente verso la produzione di contenuti multimediali e social.

“I risultati emersi ci consentono di mettere meglio a fuoco i fattori più determinanti per il successo di una campagna di media relation. Ci rendiamo conto che il dato è sovrano, e che il supporto di statistiche è fondamentale per avvallare le nostre opinioni professionali.” afferma Leeza Hoyt, presidente di The Hoyt Organization Inc, agenzia di Los Angeles che ha realizzato l’indagine, coordinando più di 50 membri del network. “L’indagine ha rilevato che se da un lato le aziende sono spinte ad adattarsi ai repentini cambiamenti della comunicazione, i giornalisti vengono anch’essi fortemente sollecitati a popolare di contenuti diversi i vari canali. Dalla ricerca emerge inoltre che i giornalisti fanno sempre maggior riferimento ad articoli, siti ed informazioni provenienti dalle agenzie di PR come strumenti di ricerca.”

Controllo delle Fonti
E’ stato chiesto agli intervistati di elencare i tre principali fattori che determinano la scelta delle fonti da intervistare. Queste le risposte:
• L’85% preferisce rivolgersi ad esperti di mercato
• Il 53% prende in considerazione il background professionale dell’intervistato
• Il 41% analizza gli articoli usciti in precedenza
• Il 40% valuta la personalità del CEO e/o del manager da intervistare

Preparazione all’intervista
Per capire come i giornalisti ricerchino informazioni sulle loro fonti prima di un’intervista, l’indagine ha messo in luce quali strumenti di ricerca siano reputati fondamentali a tale scopo. I risultati delineano con chiarezza i seguenti trend:
• L’86.7% dei giornalisti considera gli articoli precedentemente pubblicati e riguardanti il manager come strumento primario per determinarne l’attendibilità (il 36.3% lo considera come fonte preferenziale)
• Il 75.2% consulta il sito dell’azienda (il 20.4% lo utilizza come strumento principale)
• Il 64.7% si avvale di informazioni fornite dalle agenzie di relazioni pubbliche (il 10.6% le considera la principale fonte)
• Altre fonti preferenziali utilizzate dai giornalisti per preparare gli incontri sono: motori di ricerca online (57.5%), bilanci e relazioni finanziarie (35.4%) e professionisti che conoscono l’azienda (35.4%)
• Sorprendentemente, nessuno degli intervistati ha citato i social media come fonte primaria, anche se il 21% l’ha indicata come mezzo utilizzato. Tra i social media il 69% dei giornalisti dichiara di utilizzare Facebook, il 65.5% Twitter, il 62.8% LinkedIn e il 37.2% YouTube. Instagram, Snapchat e gli altri social network non superano il 7%.

Metodologie
Per quanto riguarda la propensione dei giornalisti per le interviste scritte, spesso predilette dai clienti, l’indagine ha sottolineato che:
• Il 33% dei giornalisti non concede interviste via email
• Il 62.5% effettua interviste via email solo in alcune situazioni
• Solo il 4.5% preferisce sottoporre interviste via email

Verifica delle Informazioni
Più di tre quarti dei reporter permettono agli intervistati o alle agenzie di rivedere i testi e le citazioni prima della pubblicazione. Nello specifico, l’indagine ha rilevato che:
• Il 24.3% concede spesso un controllo delle dichiarazioni
• Il 34.2% lo concede occasionalmente
• Il 29.7% non permette nessun tipo di revisione
• L’11.7% concede un controllo sull’articolo solamente al diretto intervistato (e non all’agenzia di PR)

Social Media e altri incarichi
Per valutare il coinvolgimento dei giornalisti sul fronte dei social media, l’indagine ha messo a confronto il peso dato a carta stampata, canali social, blog e contenuti audiovisivi rispetto ai due anni precedenti. Nello specifico:
• Solo al 57.3% degli intervistati viene chiesto di fornire contenuti cartacei. Questo dato evidenzia un calo del 10.3% rispetto al 67.6% rilevato due anni fa
• Il numero di reporter a cui invece viene chiesto di fornire contenuti semplici ma rivolti ai canali social si attesta attorno all’89%
• La stima dei giornalisti a cui viene invece richiesto di produrre contenuti visivi è in aumento, con il 49.1% di video (rispetto al 36 di due anni fa) e il 29.1% con output fotografico (rispetto al 22% precedentemente registrato)
• Rispetto alla precedente indagine condotta nel 2015, la richiesta per contenuti social ha registrato un picco davvero significativo su tutte le piattaforme: al 55.5% dei giornalisti è richiesto di postare su Facebook (contro il 37.8% del 2015); al 47.3% su Twitter (contro il 35.4% precedente); al 20% su LinkedIn (in salita rispetto al 14.4% precedente); al 14.6% invece è richiesta la creazione di contenuti social per i blog (percentuale in rialzo rispetto al 10.8% di due anni addietro)

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