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L'Indulgenza del cielo

Nuova raccolta di poesie di Mario Trufelli - Osanna Edizioni
del 29/06/20 -

La Lettera ventidue dell’Olivetti dopo "Anni nell'ombra / ma quasi in agguato. / ... " ha ripreso il suo lavoro di trascrizione su carta dei sentimenti concepiti e così a distanza di circa trent'anni dal volume di poesie Prova d'addio, vede la luce la nuova raccolta di Mario Trufelli L'indulgenza del cielo - Osanna Edizioni.

Il libro articolato in tre sezioni, I CAVILLLI DELLA MEMORIA (2005-2020), MALATERRA (1952-1953), E' MORTO IL CANTASTORIE (1952-1954), "fornisce al lettore - come scrive Franco Vitelli nella sua presentazione al libro - un quadro completo delle sue poesie in una duplice direzione. In primis, dando struttura e forma al consistente materiale inedito prodotto dal 2005 ad oggi... in seconda istanza procedendo a un più sistematico recupero delle poesie della 'prima stagione' ".

L'indulgenza del cielo, con le sue 153 poesie, ha il merito di condurre il lettore in un viaggio unico con l'autore, lungo il suo straordinario e pluriennale percorso poetico e culturale, dalla indimenticabile "Lucania" la più nota delle sue poesie (Io lo conosco / questo fruscio di canneti / sui declivi aridi / contesi alla frana...) alla presente raccolta.

Ad un lettore attento non possono sfuggire alcuni temi sottesi all'interno della prima sezione della raccolta. Se ne propongono a discrezione alcuni, con un certo numero di poesie correlate. Il ricordo dei tempi passati, tra cui Il sillabario (Il sillabario ritrovato / in un posto impreciso della casa / ...), La minuscola riva (... Di qui è passata la mia giovinezza. / ...), A moscacieca ( ... di quando si giocava a moscacieca / nel delirio dell'adolescenza.), Neve (...Guardi la scena dal balcone / e affondi nell'infanzia.). Il tempo che passa ineluttabile, tra cui Ansia del futuro (A novant'anni / sono un sognatore / vittima dei ricordi che tornano alla mente / ...), Il calendario (La giustizia del tempo. / Non lo guardo con sospetto / lo interrogo, / lo analizzo / gioco con lui. / ...), Ricorrenza (... Nella memoria / disegno volti e figure / degli amici irrequieti / che mi fanno festa. / ...). Affetti familiari, tra cui il ricordo della madre con Visione (... Mi riappari in sogno nell'abito da sposa. / Visione superba, madre mia / ...), del padre con Sussulto (Giocavi a carte e vincevi / contro la vecchiaia...), del nonno con Ansia del futuro, del figlio mai nato con Illusioni (... Lo ami / a dispetto delle somiglianze / che non ti appartengono. / ...). Gli amori, tra cui Primo amore (... i ragazzi innamorati / al primo bacio.), Malizia (... tu sola / parli con la malizia / della camicetta a fiori), Sapori (... sul tuo seno cerco sapori / mai più materni). Le città amate, Le scale di Potenza (... Le scale di Potenza... / Un continuo dissidio / tra cielo e terra. /...), La Matera dei Sassi (... La Matera dei Sassi / è un simulacro.). Personalità, al pittore Luigi Guerricchio L'eco delle grotte, a Leonardo Sinisgalli Fuochi fatui, a Carlo Levi La favola dei calanchi, a Rocco Mazzarone Grovigli d'ombra, a Dinu Adamesteanu Nel tumulto dei millenni, a Rocco Scotellaro Una rete di ombre, a Pier Paolo Pasolini Il figlio del dubbio, ad Aldo Moro L'espediente degli assassini, alle vittime della mafia Epigrafe. Ecologia, tra cui A vista d'occhio (... Lontano il tempo in cui / tutto era paesaggio, a vista d'occhio. / ...), Oltre il fiume (... Il nostro fiume l'hanno / messo in quarantena. / ...), Incendio (...straziano l'anima gli alberi / massacrati dalle fiamme. / ...), Il mare di Pitagora (... Lo Ionio è triste visione / quando invade / l'universo della Magna Grecia / ...), Nell'insonnia del vento (... Nella sua solitudine il pastore / ingenuo don Chisciotte / snuda la rabbia / contro i mulini a vento / che hanno messo in croce le montagne.).

Le poesie delle sezioni successive di MALATERRA (1952-1953) e di E' MORTO IL CANTASTORIE (1952-1954), esprimono "una coralità d'ambiente - come scrive Franco Vitelli nella sua presentazione al libro - che rispecchia il clima del secondo dopoguerra in un Mezzogiorno proteso sulla difficile via del cambiamento".

L’ultima poesia Ombre presente in quarta di copertina è stata scritta appena due mesi fa, nel pieno della tragedia sanitaria del Covid-19. Essa è figlia dell’intreccio delle due anime presenti in Trufelli, quella del poeta e quella del giornalista, già d’altra parte per anni collaboratore fisso della trasmissione televisiva sulla salute “Check-up”. Da questo connubio nascono i versi che riescono a combinare due mondi apparentemente così distanti della poesia e della scienza.

A completamento di quanto sopra decido di chiedere alcuni chiarimenti direttamente all'autore. Mario Trufelli mi accoglie come sempre con affetto, in nome della nostra vecchia amicizia. Gli faccio i complimenti, sinceri, per questo suo ultimo lavoro L'indulgenza del cielo e mi propongo per un'intervista in esclusiva, che accetta volentieri.

D: Parliamo del libro.
R: Questo libro ha una lunga storia. Il professor Franco Vitelli, critico ad alto livello, ha inserito nelle due sezioni di MALATERRA e di E' MORTO IL CANTASTORIE poesie del 1952, 1953 e 1954 estrapolate da un mio brogliaccio, che lui un giorno trent’anni fa se non di più, venendo a casa mia e curiosando tra le mie cose vide e decise di esaminare con calma. Da quel brogliaccio, che io consideravo una semplice raccolta di esercitazioni poetiche, lui ha tirato fuori le poesie che per me erano finite e completamente dimenticate, perché non ero convinto di quanto avevo scritto. Quando si è più giovani accade anche questo o si è convinti all’eccesso di una cosa scritta e allora diventa presunzione, ma nel complesso hai sempre qualche dubbio quando scrivi che sei giovane ed io mi portavo i dubbi sulle poesie che avevo scritto in quel brogliaccio e così con gioia lo diedi a Vitelli trenta e più anni fa. Questa è la cosa più simpatica che potevo dirti. Le poesie invece della prima sezione I CAVILLLI DELLA MEMORIA le ho composte negli ultimi anni. Molte di esse addirittura le ho scritte negli ultimi due anni, perché avevo una voglia folle di scrivere poesie e scrivevo quasi tutti i giorni.

D: La poesia Ombre credo sia la più recente.
R: Ombre è l’ultima poesia ed è sul Covid-19, di grande attualità. L’ho scritta appena due mesi fa, quando il libro era già quasi tutto stampato. E così chiamai urgentemente l’editore, che poi è riuscito ad inserirla in quarta di copertina, incastonata come un gioiello.


D: Il titolo L’indulgenza del cielo da dove deriva?
R: Dolce ironia, a 90 anni il cielo è ancora indulgente con me. Potrebbe anche essere un titolo “visionario”, come ha scritto simpaticamente Leonardo Cantore sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Però io confermo che è un pizzico di ironia di un novantenne, che si affida ancora al cielo per continuare a vivere.




D: Da quanto tempo scrivi poesie?
R: Io scrivevo poesie già a 18-19 anni. Come si dice? Poeti si nasce e comunque non solo poeta, perché credo di aver fatto il giornalista anche a buon livello.

D: Che ci proporrai per il prossimo futuro?
R: Poesie e forse anche un racconto. Non mi fermo mai!

D: Dimmi qualcosa di Rocco Scotellaro e Leonardo Sinisgalli tuoi grandi amici.
R: Quando parlo di situazioni difficili e problematiche della Basilicata, lì c’è Rocco Scotellaro. Io avevo sei anni meno di Rocco e abbiamo vissuto insieme la vita a Tricarico. Nel mio romanzo Quando i galli si davano voce io trascrivo vita reale, vita vissuta. Quando Rocco uscì dal carcere, andai io ad aspettarlo assieme ai contadini e davanti ai Carabinieri. Rocco poi ha il merito di avermi fatto pubblicare nel Gennaio 1953 la prima poesia sulla rivista “Momenti” di neorealismo di Torino, dove all’epoca scriveva anche lui. Un giorno mi chiamò: “Ho saputo che scrivi poesie, oggi pomeriggio portamele a far vedere”. Ne scelse due o tre, le mise in una busta e scrisse l’indirizzo della rivista, quindi mi disse: “Ora mettici il francobollo e spediscila”. Ho vissuto intensamente con Rocco e poi ho vissuto intensamente sul piano umano con Leonardo Sinisgalli, amico fraterno, con cui ho vissuto grandi momenti.

Grazie Mario della tua amicizia e per quanto vorrai ancora donarci.

Nicola M. Vitola




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