EDITORIA
Comunicato Stampa

L'INVITO di Benedetta Chiesa: il ritorno dell'autrice modenese!

07/01/15

A due anni di distanza dal romanzo di debutto ("Madame Kaftera"), la narratrice modenese Benedetta Chiesa ritorna con un nuovo, appassionante racconto. Apparentemente nelle vesti di un noir o di un giallo, la narrazione sonderà il vivere di un protagonista, non troppo diverso da ciascuno di noi, esplorandone la realtà psicologica e onirica, mettendolo alle prese con un quadro umano di stretta attualità sociale.

FotoQuasi due anni dopo il romanzo "Madame Kaftera", eccomi ad annunciare la pubblicazione di un nuovo testo: "L'invito" – ancora non so se si debba chiamare romanzo breve o racconto lungo; a ciascuno la libertà di definirlo a piacere.
Pur mantenendo la componente immaginifica e onirica, i temi e lo stile narrativo si differenziano in maniera significativa: se in "Madame Kaftera" avevo parlato di affetti, evidenziando l'importanza della loro difesa, in "L'invito" il contatto è con realtà di solitudine, abbrutimento sociale e assenza di empatia. Semplificando, in maniera forse ingiusta, si potrebbe parlare di orrore senza orrore. Pur non volendo scrivere un noir o un giallo, mi rendo conto che il mio racconto attinge moltissimo da quei generi; tuttavia i risvolti sono in ben altra direzione.
Un uomo rientra a casa dopo una settimana di lavoro; la sua vita è grigia ed egli vive nel ricordo di un amore lontano nella propria memoria, ma non più presente; getta l'occhio sulla corrispondenza accumulata sulla scrivania e nota di avere ricevuto una missiva di singolare eleganza: si tratta di un invito che gli cambierà l'esistenza in maniera radicale. Il protagonista, nell'arco di poco più di un fine settimana, si confronterà a viso scoperto con la grettezza dei propri vicini di casa, con la ferinità del mondo che lo circonda (in città e sul lavoro) e, soprattutto, affronterà i fantasmi e le paure che hanno affollato il vuoto creato dalla sua stessa solitudine, per arrivare a rendersi conto, via via, che le malattie umane che individua nel prossimo non sono del tutto assenti in lui.
Se situazioni, ambienti e personaggi sono proposti in maniera ellittica e forse generica, è per permettere al lettore di introiettarli per arrivare a proiettarli in ciò che conosce e che trova familiare. Benché io abbia scritto questo testo a Modena, nulla impedisce di sentirlo vivo in qualsiasi altra città, nel momento in cui l'autunno si avvia a diventare inverno e Natale si fa sempre più vicino…
Per avere un'anteprima del libro, rimando al link http://www.ultimabooks.it/l-invito



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