“L’ultima corsa”: quando il thriller sposa il grigio autunnale della malinconia e il rosso scarlatto della passione

L’esordio letterario della giovanissima Lucia Rizzo è un giallo che segue le coordinate classiche dell’indagine poliziesca unendole ad un’analitica disamina dei sentimenti umani

Il rimbombo di uno sparo in un’aula vuota, un corpo fumante ancora a terra ed un biglietto.
Questo è tutto ciò di cui la detective Alessandra dispone per indagare sulla morte del prof. Montecchi. L’aiuteranno nel’indagine il suo nuovo partner Manuel ed Elena, studentesse ed aspirante scrittrice, che si trovava a poche aule di distanza la mattina dell’omicidio.
Chi ha premuto il grilletto? Quali sono i moventi che hanno spinto l’assassino a macchiarsi di un crimine così efferato? L’omicida si nasconde all’interno della facoltà universitaria teatro del crimine?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che Lucia Rizzo, al suo esordio letterario, pone al lettore. Domande che possono trovare una risposta univoca nella frase: “Forse si uccide sempre per amore, perché l’amore è l’unica forza capace di farci impazzire”.
Edito da Bibliotheka Edizioni, L’ultima corsa - ne siamo certi - è un thriller che non deluderà gli amanti della detection poliziesca, né chi ama le storie di passione declinate nel parossismo più obnubilante e totalizzante.
Ambientando la sua opera in una cittadina indefinita, priva di coordinate geografiche e spaziali, grigia e sporca come l’animo dei protagonisti che la attraversano, l’opera della Rizzo riesce a seguire in maniera esemplare due strade: quella relativa alla scoperta del colpevole e quella che osserva a 360° l’amore in tutte le sue sfumature, da quello materno a quello fraterno, dall’eterosessualità all’omosessualità.
Ne esce un quadro esemplare, una splendida indagine dell’interiorità umana, un’analisi dolorosa, angosciante, malinconica ed autunnale dei sentimenti che scandiscono le nostre giornate, delle frasi che lacerano il cuore, delle storie sentimentali che possono sfociare in scelte drammatiche.
Perché l’amore, se negato, può diventare più freddo della morte.