EDITORIA
Comunicato Stampa

“La chiamata di Visnu”: il nuovo romanzo di Michela Rivetti inserisce il genere fantasy nel misterioso e affascinante universo indiano

12/02/16

Bibliotheka Edizioni è lieta di annunciare l’uscita, in formato cartaceo e digitale, dell’opera di un’autrice che non ha eguali nel panorama editoriale del fantastico

FotoVisnu: il grande dio protettore della triade induista. Ogni qual volta che il mondo rischia di sprofondare nel male e di perdere il poco bene che ancora vi alberga, egli veste panni mortali e da solo, od aiutato da eroi, nasce sulla Terra per proteggerla.
Hiranyakshva, antico Asura che ha abbracciato la religione della scienza, si risveglia da un letargo di milioni di anni, determinato ad estirpare il dharma, l’etica e la morale poiché non esprimibili da una formula matematica e dunque inesistenti, a suo avviso.
Visnu, dunque, chiama antichi eroi a reincarnarsi per affiancarlo in questa nuova lotta combattuta non solo sui campi di battaglia, ma soprattutto negli animi e con la fede.
Irma, una giovane archeologa e alcuni dei suoi amici frati indiani prenderanno coscienza di chi erano nella loro vita precedente e dovranno adempiere al loro dovere, trovandosi a combattere in mezzo a Naga (uomini serpenti), Gandharva (musici e guerrieri celesti), i mostruosi e sanguinari Rakshasa e Yaksha e i Pishacha, esseri che sconvolgono le menti. Gli eroi troveranno un poco di quiete nel riflettere tra le strade odorose, gli edifici colorati e la cultura del Tamil.
Se c’è un romanzo capace di inoltrarsi in territori nuovi, misteriosi e - lasciatecelo dire - finalmente “oltre” il genere fantasy, questo non può essere che La chiamata di Visnu.
Lo ha scritto Michela Rivetti, classe 1991, che è riuscita ad inserire gli elementi propri della cultura indiana all’interno di una cornice fantastica. Una ventata di aria fresca che ha divelto i codici narrativi del genere, spalancandoli verso territori finora inesplorati.
Laureata Storia e Civiltà Orientali, Michela Rivetti ha proseguito gli studi in archeologia orientale, conseguendo inoltre il diploma presso la Scuola di Filosofia orientale e comparativa di Rimini. Insomma, possiamo dire che, pur essendo di origini emiliane, nell’autrice de La chiamata di Visnu scorre sangue indiano nelle vene...
L’opera, che nasce dopo la molteplice lettura del poema epico Mahabharata e, contemporaneamente, alla scoperta della maledizione subita da Aswatthaman (il figlio di Drona, maestro d’armi alla corte di Hastinapura, maledetto da Krishna e condannato ad esser solo, malato, vecchi e senza amici) vuole essere un tuffo nel mondo magico, misterioso e spirituale dell’India, in cui la lotta tra il bene e il male, la ricerca della fede, il continuo rimando alle divinità e alle deità orientali si sposa con la dimensione epica dei canoni fantasy.
La reale India del sud viene animata dalla mitologia tradizionale, in un romanzo dove nell’incontro tra culture si trova l’universalità di alcuni principi e valori.
Tra le righe, La chiamata di Visnu sprona il lettore a comprendere quanto nell’incontro tra culture differenti risieda l’universalità dei valori fondamentali della nostra vita. Ma vuole essere anche un attacco frontale alla società dei nostri giorni, incapace di alzare gli occhi verso il cielo e di ammirare tutta la bellezza di un qualcosa che vide dentro e al di là di noi.



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