ARTE E CULTURA
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La Collezione Renato Bruson - Fondazione Cariparma

11/10/14

Grazie ad una rilevante donazione di Renato e Tita Bruson alla Fondazione Cariparma, possiamo avere accesso alla fruizione di 70 opere di pittura italiana accademica e anti-accademica di fine ottocento. La collezione comprende numerosi dipinti di vedutisti veneti e macchiaioli, oltre ad opere di Giovanni Boldini e Segantini.

Nei giorni scorsi ho visitato la mostra della collezione Bruson, allestita nei locali della Fondazione Cariparma.
I dipinti che la costituiscono sono riferibili ad un arco di tempo piuttosto breve: dagli ultimi decenni dell’ottocento ai primi del secolo successivo.

Mentre guardavo le opere ho avuto l’occasione di parlare con i donatori e ho potuto rilevare quanto profondamente la collezione rispecchi il carattere e le attitudini di coloro che negli anni l’hanno composta.

Il legame con l’opera di Verdi e con il suo tempo ne sono il cardine. La scelta delle opere è significativa: come se ci fosse una connessione tra la musica e l’arte di uno stesso momento storico nella coscienza e nelle inclinazioni dei collezionisti.

Nella determinazione a non essere mai esecutori ma sempre interpreti, (attraverso il canto, le scenografie e costumi) delle opere di Verdi e Donizetti, sembra che i collezionisti abbiamo esplorato quel particolare contesto culturale anche attraverso le arti figurative.

Tra le marine e i ritratti di signora, spiccano alcune opere sorprendenti.
Il bozzetto di Silvestro Lega per Il bindolo, del 1863, nella sua carenza di dettagli, non ci appare più perfezionabile (come nella natura di uno studio o di un abbozzo) ma completo e perfetto.

L’uso di poligoni per definire le strutture architettoniche e la conformazione spoglia che ne deriva, avvicinano questo bozzetto di piccole dimensioni ai paesaggi vuoti di Morandi e alla loro bellezza esemplare.

Si possono vedere altri paesaggi o vedute urbane inanimate di Silvestro Lega, Armando Spadini e Vincenzo Cabianca, e alcune nature morte in cui si ritrova lo stesso silenzio contemplativo dei paesaggi e delle lagune.

Fanno parte della collezione anche quattro opere di Giovanni Fattori (due oli su tavola, uno su tela e un acquerello) con scene di vita militare: unità impegnate in trasferimenti di armi o in servizi di sorveglianza.
I Soldati a cavallo in perlustrazione lungo i sentieri fangosi o il Traino di artiglieria descrivono oltre a mondi scomparsi, anche uno spazio esteso e spopolato ormai inimmaginabile nell’Italia che conosciamo.
Immagini che appaiono nel loro racconto tanto lontane dalla realtà recente, quanto possono esserlo quelle dei pastori con greggi dei buoi all’aratro.

In particolare, davanti all’acquerello (e al suo titolo) Carro di paglia scortato da Soldati a cavallo, si resta più meravigliati per il soggetto che ammirati per la sua realizzazione.

Sono presenti inoltre quattordici opere di Giovanni Boldini. Si tratta prevalentemente disegni a matita, pastelli e acquerelli.
Numerosi sono gli episodi che collegano questo artista all’universo verdiano.
Nel 1886 Boldini Esegue il ritratto di Giuseppe Verdi, l’anno successivo assiste, su invito del compositore, alla prima dell’Otello alla Scala, e di nuovo, nel 1893, è presente alla prima del Falstaff.
Nelle opere di Boldini tutto è terreno, elegante, raffinato. Anche nelle immagini di vita privata, come in Signora che cuce, Boldini esprime il suo personale sentimento intimo di concentrazione e di riposo.
Racconta dunque, in accordo con il suo temperamento, l’attività preparatoria a una serata di gala. Un’occupazione privata ma tutta proiettata nella dimensione pubblica del “fashion show”.

Il rifiuto della staticità (la ricorrente, e indiscutibile, lettura di tutta l’opera dell’opera di Boldini) è evidente anche in questi pastelli; nella Signora Bionda in abito da sera che allarga velocemente il suo ventaglio, nel gesto rapido descritto nell’altro pastello La pettinatura o nell’inchino teatrale di Capelli biondi.

Alla luce della sua storia e dei racconti di chi l’ha costituita, colpiscono la consonanza e l’equilibrio di questa raccolta.

A corredo dell’esposizione, sono esposte alcune fotografie, costumi e altro materiale di scena utili per ricostruire e conoscere il profilo e la biografia artistica dei collezionisti.
Strumenti fondamentali per comprendere la storia e le motivazioni delle acquisizioni e il valore dell’intero complesso dei dipinti.

Le notizie sulla loro passione per la musica e per il melodramma, così come la consapevolezza che il principale criterio di selezione sono sempre state l’emozione e il coinvolgimento (più della teoria o dall’erudizione) sono fondamentali per cogliere non solo il valore di ogni singola opera ma della collezione intera nella sua continuità.

Buona visita!

Paola (www.ilcadaveresquisito.it)



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