SPETTACOLO
Comunicato Stampa

La foto del martedi di Giovanni Bonacci alla Casa delle Culture di Roma

l rapporto con i social network e con le loro difformi modalità di comunicazione

dal 4 al 7 dicembre 2014 la Compagnia Silent Noise Roma in LA FOTO DEL MARTEDI scritto diretto interpretato da Giovanni Bonacci aiuto regia: Enrica Nizi Matteo Quinzi
Lo spettacolo vuole proporre al pubblico l’analisi d’una duplice tematica : in primo piano il modo in cui i moderni social network alterano la comunicazione fra persone ( comunicazione ora compressa per mancanza di spazio, ora illusoria per via della“selezione” operata sul materiale ); sullo sfondo se ne analizza una diretta conseguenza: la disabitudine alla Lettura e alla Scrittura ( le iniziali sono volutamente maiuscole ) d’una generazione avvezza al “frammento” e non al “testo”. La vicenda è quella di Laura e Luca, due ragazzi alla soglia dei trent’anni che, trovata una propria stabilità economica, decidono di convivere. Lei è apprendista in uno studio legale; lui ha abbandonato da tempo le proprie “velleità autoriali” per volgersi a qualcosa di più remunerativo: lavora in’una società di import-export. I primi mesi della convivenza sono felici ed il pubblico ne è reso partecipe attraverso un diario redatto dal protagonista, ma, settimana dopo settimana, Luca inizia a sviluppare un cupo senso di colpa (non accetta d’aver sacrificato il proprio talento letterario sull’altare del posto fisso) e si dedica con impegno sempre crescente alla lettura dei suoi appunti : vuole scrivere il libro che aveva interrotto. Tanto è preso dall’opera che, quasi senza accorgersene, si chiude sulla sua scrivania e medita per nottate intere; Laura è lentamente messa ai margini e dopo mesi di difficoltà decide di porre fine alla relazione. Si apre qui la seconda fase dello spettacolo. Uscito dalla relazione, ma anche dal tunnel della scrittura, Luca ha modo di realizzare ciò che gli era sfuggito nei mesi precedenti : mentre lui iniziava a sentirsi scrittore, lei aveva iniziato sentirsi madre, e desiderava un figlio da lui. Luca, ancora innamorato, vorrebbe quindi ricucire lo strappo e cerca di parlare con lei, che però è fermamente decisa a non incontrarlo. Gli rimane cosi’ un unico canale franco ( attraverso il quale “comparire” senza però “comunicare” ) : il social network. Consapevole del fatto che Facebook non solo permette a tutti di sbirciare la vita degli altri, ma di fatto li obbliga a farlo ( è questa la dinamica fondamentale di ciò che si chiama “bacheca” ), il protagonista, non potendo inseguirla di persona, decide di inseguirla sul web e concepisce un vero e proprio “romanzo a puntate” : ogni settimana pubblica una foto nella quale è presente un dettaglio che rimanda alla loro relazione ( per via del luogo, del vestito, della compagnia e, infine, dell’allusione alla maternità ), Laura non riuscirà a sfuggire al pensiero di lui, ne è certo. Ma come verificare l’efficacia dell’azione? Luca troverà il modo di fare anche questo. In finale di spettacolo vediamo una Laura che “cede” al pensiero di lui e gli chiede, inaspettatamente, un incontro : il romanzo telematico, a differenza dell’altro, rimasto chiuso nel cassetto, è stato ben scritto. Il finale ci mostra una coppia nel’atto di riprendere le fila d’un discorso interrotto e di valutare, con difficoltà, se sia possibile proseguirlo o meno. Nell’arco dello spettacolo sono tre le voci che si alternano: le prime due, ovviamente, sono quelle dei protagonisti, ma a queste s’aggiunge la figura del narratore: colui che introduce, intercala e chiude la narrazione dei fatti. La figura del narratore ( vero e proprio topo di biblioteca “post litteram”) è stata inserita per fornire un punto di vista “esterno”, ma, ancor più un punto di vista “futuro”. Ci immaginiamo la vicenda come narrata al pubblico che gremirà i teatri fra cinquant’anni, e la storia di Luca e Laura altro non è se non la testimonianza di quell’oscuro periodo nel quale, chissà perché, disimparammo a comunicare.Le varie fasi della vicenda sono accompagnate dalle relative foto, proiettate sullo sfondo, per dimostrare la storicità dei fatti.( C Stampa Casa delle Culture).



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