La giustizia, la politica e noi
È in libreria il nuovo libro di Gianni Di Cagno sui rapporti tra Magistratura e politica
Il rapporto tra potere giudiziario e potere politico risente di forti tensioni in tutte le democrazie, per il progressivo ampliamento degli spazi di intervento della magistratura a scapito di quelli dei Governi e dei Parlamenti. Non siamo in presenza, tuttavia, di un complotto dei giudici, ma di un processo in larga parte oggettivo, connesso al mutamento della natura della legislazione e della domanda di giustizia innescato dallo sviluppo del welfare-state.
Negli ultimi anni il fenomeno ha assunto in Italia dimensioni peculiari. Il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato delineato dalla nostra Costituzione è fondato sulla indipendenza della magistratura dal potere politico, ma il magistrato è “soggetto alla legge” emanata dal Parlamento.
Al magistrato italiano viene oggi riconosciuta la potestà di integrare, modificare e disapplicare la legge. Se la legge non rappresenta più un limite per il potere giudiziario, si determina un evidente squilibrio nei rapporti con il potere politico, fonte di negative conseguenze per la tenuta del sistema-Paese.
L’Autore propone una riflessione sulla necessità di ricercare un nuovo equilibrio tra i poteri dello Stato, in un’ottica di bilanciamento che ribadisca l’autonomia e indipendenza della magistratura rispetto al potere politico, ma individui anche i necessari limiti al dispiegarsi del potere giudiziario.