EDITORIA
Comunicato Stampa

La nuova realtà delle news: come i media digitali influenzano le redazioni tradizionali

13/06/13

Contenuti video, strategia editoriale “digital first”, citizen journalism e mobile monetisation: tutti i potenziali attori del cambiamento dei media.

Il digital ha fatto il suo ingresso nelle redazioni di tutto il mondo e questo comporta notevoli implicazioni per il settore delle relazioni pubbliche: ecco cosa è emerso dal recente Digital Journalism Study di Oriella. Una politica “digital first”, notizie online in tempo reale, è stata messa in atto da un terzo delle testate intervistate attraverso l’impiego di applicazioni mobile, video prodotti internamente e social media come nuova risorsa in continua crescita.

L’Oriella Digital Journalism Study si basa su un’indagine condotta su circa 550 giornalisti di 15 paesi tra cui Europa, Asia-Pacifico e le Americhe ed evidenzia come la tecnologia digitale stia influenzando il modo in cui le notizie sono raccolte e pubblicate in tutto il mondo.

Lo studio di quest’anno, il sesto, fornisce una testimonianza del radicale cambiamento nel modo in cui le testate raccolgono e comunicano le storie. Dal recente studio è emerso che un quarto dei giornalisti intervistati esegue più versioni di una stessa storia, mentre un quinto ha dichiarato che il “citizen journalism” ha per la propria testata la stessa credibilità delle testimonianze tradizionali.

I media digitali stanno assumendo sempre più importanza anche nel fatturato delle pubblicazioni. La percentuale degli intervistati che conferma l’aumento della propria spesa per le applicazioni mobile nel corso degli ultimi due anni è pari al 40%. Inoltre, l’utilizzo di applicazioni a pagamento premium per monetizzare i contenuti è aumentato di un terzo dal 2012.

Robin Grainger, Director dell’Oriella PR Network ha dichiarato: “Il nostro studio indica il 2013 come l’anno del cambiamento nel mondo dei media. Il crescente interesse per la strategia del “digital first”, video, notizie in tempo reale, contenuti mobile e citizen journalism sono gli aspetti che caratterizzano “la nuova realtà delle news”.

“Queste tendenze possono avere ulteriori conseguenze sul modo in cui si fruiscono le notizie. Le interfacce touchscreen offrono, infatti, nuove possibilità per raccontare delle storie. Grazie alla grafica interattiva (o 'digi-grafica') che unisce il design e i big data i lettori possono fare un proprio percorso attraverso le notizie.

Inoltre questo processo comporta una polarizzazione della produzione giornalistica. Da una parte troviamo “tweet e like” in grado di fornire aggiornamenti in tempo reale degli eventi con testo e video ottimizzati per i piccoli schermi dei dispositivi. Dall’altra invece abbiamo approfondimenti più ampi delle notizie. Il giornalismo “breve e veloce” può dare maggiore visibilità ai brand nei ranking di ricerca, nei news reader e nelle app di “social news aggregator” come Flipboard e Pulse News.”

Anche con il cambiamento tecnologico, i valori tradizionali rimangono
Lo studio rileva che i giornalisti utilizzano i social media per raccogliere notizie, ma le fonti attendibili e le relazioni pre-esistenti vengono considerate come le più rilevanti. Per esempio, il 51% dei giornalisti dichiara che la propria fonte di notizie sono i microblog, come Twitter e Weibo, ma solo quando la fonte è già considerata attendibile da altri. Quando la fonte è sconosciuta, l’utilizzo da parte dei giornalisti è dimezzato, circa il 25%. Al contrario, il 59% degli intervistati ha dichiarato che gran parte delle notizie che trattano derivano da "conversazioni con esperti del settore.”

Le fonti più affidabili da cui prendono spunto i giornalisti sono quelle prodotte da accademici ed esperti del settore, considerati attendibili dal 70% dei giornalisti; gli esperti specializzati delle aziende (affidabili per il 63%) e gli analisti (affidabili per il 49%). Il CEO dell’azienda risulta affidabile solo per il 41%, si dichiara diffidente un giornalista su otto. Gli individui meno fidati sono gli uomini politici, le persone che si occupano di pubbliche relazioni, i responsabili marketing e i community manager . Ecco quelli considerati i più affidabili e i meno affidabili dai giornalisti (vedi tabella).

Atteggiamento dei giornalisti nei confronti del proprio lavoro
Nonostante tutti i cambiamenti in atto all’interno delle redazioni, lo studio dimostra come i giornalisti siano comunque ottimisti riguardo al proprio lavoro. Il 34% sostiene che i media digitali abbiano migliorato la qualità del proprio giornalismo rispetto agli ultimi due anni. Tuttavia, il modello digitale sta creando dei problemi ad alcuni di loro: quasi un terzo (32%) ammette di avere delle difficoltà a tenere il passo con i cambiamenti dei social media.

Continua Grainger: “Tra tutti i cambiamenti tecnologici, il ruolo fondamentale del giornalismo rimane lo stesso: raccogliere le informazioni dalle fonti, costruire la storia e comunicarla. Quello che è cambiato, invece, sono gli strumenti a loro disposizione. I brand che riusciranno ad adeguarsi a “La nuova realtà delle news” saranno in grado di tenere il passo con questi cambiamenti. Saranno quelli che integreranno i propri pezzi utilizzando sia testi convenzionali che video, grafica e contenuti interattivi, sfruttando i profili social delle persone dell’azienda e degli influencer chiave".

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