GASTRONOMIA
Comunicato Stampa

La rinascita di Venissa, ristorante e wine resort

26/05/20

Tenuta Venissa, ristorante e wine resort La vigna salva e il nuovo bianco Venusa Storie di resistenza in Laguna dove la natura continua a fare il suo corso, nonostante tutto A Mazzorbo una nuova etichetta e i Dining Bond nell’attesa della riapertura

Foto“Siamo di fronte ad una grande opportunità per ripensare al turismo in laguna ...” Matteo Bisol Mercoledì 29 Aprile 2020
La vigna murata di Venissa è salva.
Si è piegata senza spezzarsi sotto la marea salata provocata dall’eccezionale acqua alta dello scorso novembre.
Poi, quando la terra si è asciugata, l’emergenza Covid19 ha obbligato il Wine Resort alla chiusura. Ma la natura continua il suo corso, la vigna con la primavera è tornata a germogliare rigogliosa senza soffrire dell’acqua salata che l’ha inondata.

In questa surreale situazione, dove a Venezia si vedono delfini e altri pesci nuotare nelle acque cristalline del Canal Grande e dove l’agricoltura è una delle poche attività che procedono, la città si riscopre e la
speranza è quella che possa trovare una nuova identità.

Davanti a questa situazione Matteo Bisol, direttore della tenuta, vede allora una grande opportunità, quella di ripensare il turismo di Venezia.
Venissa è già di per sé un luogo peculiare, lontano dal turismo di massa: le isole della laguna affascinano un viaggiatore raffinato alla ricerca di un luogo sereno in mezzo alla natura, da sempre isolato dalle folle, raggiungibile anche solo per qualche giorno di relax. “Questa situazione – aggiunge Matteo – ci pone davanti a una grande opportunità, il turismo, se è quello giusto, può mantenere in vita le tradizioni di Venezia, come l’artigianato e l’agricoltura. Venissa ne è un esempio, abbiamo recuperato un vitigno autoctono e portiamo le persone a scoprire la vera laguna accompagnati dai pescatori, gli stessi che ci forniscono il pesce per il nostro ristorante. Le persone hanno risposto molto positivamente, perché siamo tutti alla ricerca di qualcosa di diverso. Dobbiamo renderci conto che le strette calli veneziane non sono adatte ad accogliere orde di turisti, siamo quindi chiamati a una scelta, questa è davvero una grande opportunità per ripartire e proporre un modello virtuoso.”.

La vigna murata di Mazzorbo è salva.
Messa a rischio dalla grande acqua alta di novembre, la vigna è tornata in questi giorni a germogliare, perché nonostante tutto la Natura fa il suo corso.
Dopo la marea eccezionale di novembre 2019 la vigna dell’isola di Mazzorbo nella quale Venissa coltiva la Dorona di Venezia, era stata messa a dura prova con l’apporto nel terreno di molto sale, una situazione molto simile a quella del 1966 che ha portato alla perdita delle vigne veneziane. Pochi sanno infatti che nelle isole della laguna l’uomo vive da sempre in simbiosi con la natura, l’acqua principalmente (famosi i pescatori di Burano), ma anche con la terra.
L'isola di Sant’Erasmo è il caso più noto, ma fino al 1966 anche le isole di Mazzorbo e Torcello erano coltivate, e se i campi (piazze)di Venezia si chiamano così è proprio perché erano luoghi di agricoltura.

“È incredibile come la natura riesca ad adattarsi, queste acque alte portano una concentrazione di sale che a livello teorico dovrebbe mettere a rischio la vite, ma la Dorona di Venezia (il vitigno autoctono) si è adattata nei secoli ed è sopravvissuta anche questa volta”. (Matteo Bisol)

La storia di Enrico
Enrico, ragazzo di Burano è uno dei simboli degli ultimi difficili mesi di Venezia. La sua foto al lavoro durante l’acqua alta aveva fatto il giro del mondo, ora durante l’emergenza Corona Virus Venissa si è fermata ed Enrico si è messo a disposizione lavorando in vigneto, un lavoro altrettanto importante visto che nella vigna della tenuta viene coltivato il vitigno autoctono Dorona di Venezia da cui nasce il famoso vino Venissa.
Enrico Rossetti (classe 1992) lavora a Venissa dal 2019. A fine anno, nonostante l’emergenza dell’Acqua Alta (nel novembre 2019 i picchi di alta marea in Laguna hanno toccato i 150 cm, e la sua foto con stivaloni e vassoio a mollo nell’acqua è diventata virale) l’azienda cui fa capo il wine resort ha deciso di assumerlo a tempo indeterminato. Da quel momento però il turismo si è praticamente fermato ma Enrico – che è originario di Burano- non ha avuto dubbi e si è messo a disposizione per lavorare in vigna. Enrico è stato subito contento anche di questa nuova occupazione: “Non mi posso lamentare, lavorare in mezzo al verde, nella pace della laguna e a contatto con la natura è una cosa che mi piace molto, spero comunque di tornare presto al lavoro di sala perché non è bello vedere la laguna in questa situazione, le isole della Venezia Nativa in questa stagione sono stupende ed è un peccato che non ci sia nessuno”.

La nuova etichetta Dorona Venusa
Per la prima volta Venissa presenta Dorona Venusa 2017, un vino bianco che nasce nelle stesse vigne lagunari che danno vita al Venissa, il grande vino bianco macerato, come da tradizione veneziana, che in dieci anni si è fatto conoscere tra gli appassionati portando alla ribalta il terroir delle isole della Venezia Nativa.
Frutto della seconda selezione delle uve Dorona di Venissa, Venusa si contraddistingue per una grande freschezza e mineralità, ma è il risultato di un percorso diverso in cantina: una macerazione più veloce (pochi giorni invece che settimane) e un affinamento in cemento di due anni, rispetto ai quattro del Venissa. Venusa 2017 è un vino di grande mineralità e personalità, nato dal desiderio di spingere ancora più in là la conoscenza di questo territorio con un vino di più facile approccio.
Per Matteo Bisol i vini di Venissa sono gli Ambasciatori della Venezia Nativa: “La presentazione di questo vino che avviene in un momento particolare dove ancora non è possibile venirci a trovare, vuole dire portare, attraverso di lui, i sapori e i colori del nostro territorio nelle case di chi vorrebbe essere qui."
Sostenere Venissa: Dining Bond e vini online
Venissa, dopo l’emergenza dell’acqua alta, per aiutare l’attività dei pescatori che avevano subito ingenti danni, aveva raccolto oltre 5.000 euro destinati alla cooperativa dei pescatori di Burano. La festa per la consegna doveva essere il primo giorno di primavera, ma è stata ovviamente rimandata nella speranza di poter presto festeggiare il ritorno alla normalità con un fritto di pesce e un calice di vino della laguna.

“In questi momenti bisogna continuare a sognare”, con questo slogan Venissa ha inoltre emesso i suoi Dining Bond che danno a chi li acquista la possibilità pagando oggi per una persona di poter vivere l’esperienza del proprio Ristorante Stellato in due: una barca passa a prendere l’ospite a Venezia, Treporti o Altino (nelle vicinanze dell’aeroporto dove è possibile lasciare l’auto) e passando tra i canali che attraversano le barene lo accompagna sull’isola di Mazzorbo, tra le vigne, lì dove tutto è nato, vivendo anche la suggestiva esperienza della degustazione del vino Venissa. Un’opportunità da cogliere subito.
Seduti al tavolo di fronte alla vigna si scoprono i sapori del menu degustazione 7 portate” del ristorante Venissa*, guidato dalla chef Chiara Pavan. Poi si può scegliere se rientrare in barca il giorno stesso o se fermarsi a dormire nelle camere del wine-resort usufruendo anche qui di una riduzione speciale del 20% sulla tariffa, e così poter scoprire il giorno seguente le isole della Venezia Nativa: la storica Torcello, con le suggestive Cattedrale di Santa Maria Assunta e Basilica di Santa Fosca. In alternativa si può scegliere la semplicità dell’Osteria Contemporanea, sempre annessa al Wine resort, con i tavoli affacciati in Laguna e un menu degustazione in cui i vini in abbinamento vengono offerti.
Per sostenere Venissa e la sua comunità si possono infine acquistare online bottiglie del Bianco Dorona Venusa 2017 (bottiglia singola, package da 3 bottiglie o cassa da 6) così da poter ritrovare i sapori della laguna in un calice a casa propria

I LINK
https://venissa.mbpages.net/dining-bond/#
https://venissa.mbpages.net/venusa-vino-landing-page/

Venissa in 10 righe
Tutto ebbe inizio nel 2002 quando venne riportata alla luce la Dorona di Venezia, un antico vitigno della laguna quasi scomparso dopo la grande acqua alta del 1966. All’interno della vigna, completamente circondata da mura medievali nell’isola di Mazzorbo, si trovano oggi il Ristorante Venissa (stellato dal 2012) e l’Osteria Contemporanea, guidati da Chiara Pavan con Francesco Brutto.
È possibile soggiornare in una delle cinque camere del Wine Resort, luogo ideale per un viaggio gourmet, e nelle tredici camere di Casa Burano, ispirate al modello dell’albergo diffuso e immerse nella vita di un paese ancora ricco di tradizioni, famoso in tutto il mondo per le sue case colorate.
Una vera e propria isola di tranquillità, lontana dalle folle di San Marco, Venissa è il simbolo dell’altra Venezia.
www.venissa.it



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