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Comunicato Stampa

La Terapia della felicità - una ricerca sondaggio sui benefici della meditazione con il Mahamantra

24/09/18

E' uscito il libro LA TERAPIA DELLA FELICITA', che raccoglie i dati di una ricerca sondaggio sui benefici della meditazione con il Mahamantra hare krishna hare krishna krishna krishna hare hare hare rama hare rama rama rama hare hare. Autore: Caterina Carloni

FotoIl libro presenta una ricerca sondaggio sui benefici della meditazione con il Mahamantra Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare. In particolare, descrive ed analizza il comportamento di un campione di praticanti italiani. Presentato il 22 novembre 2017 presso la sala conferenze dell’Ordine degli psicologi del Lazio, lo studio dimostra l'importanza di elevare la coscienza attraverso un'adeguata e continua disciplina spirituale che, oltre a donare lucidità, concentrazione e armonia psichica, mantiene e favorisce la salute generale dell'individuo. La parola Mantra è un sostantivo maschile sanscrito che significa "veicolo o strumento del pensiero". Può corrispondere ad un verso dei Veda, ad una formula sacra indirizzata ad un essere celeste, ad una preghiera, ad un canto sacro o a una pratica meditativa. Un'etimologia tradizionale fa invece derivare il termine mantra dal verbo “man”, (pensare), collegato al sanscrito “tra” (che protegge), con il significato di "pensiero che offre protezione". Essendo tradizionalmente considerati come non composti da esseri umani, bensì trasmessi ai saggi cantori in epoche storicamente lontane, i versi dei Veda furono considerati dalle tradizioni induiste come mantra "increati" ed "eterni" che mostravano la vera natura del cosmo. I testi risalenti alla fine del secondo millennio a.C. e inerenti al Samaveda affermano che l'importanza di questi mantra non risiedeva solo nel loro significato quanto anche nella loro sonorità. Un mantra può essere recitato ad alta voce, sussurrato o anche solo enunciato mentalmente, nel silenzio della meditazione, ma sempre con la corretta intonazione. L'atto di enunciare un mantra è detto uccara; la sua ripetizione rituale va sotto il nome di japa, e di solito avviene su di un mala, cioè un rosario in legno di sandalo formato da 108 grani. OM è il bija mantra (formato da un solo monosillabo) più noto. Considerato il suono primordiale, forma fonica dell'Assoluto, è utilizzato sia come invocazione iniziale in moltissimi mantra, sia come mantra in sé. Le lettere che compongono il bija sono A, U ed M: nella recitazione A ed U si fondono in O, mentre la M terminale viene nasalizzata e prolungata fonicamente e visivamente. La recitazione dell'OM è molto comune, ed è considerata di grande valore e potenza. Il Mahamantra (letteralmente “il grande mantra”), è composto da sedici parole: hare krishna hare krishna krishna krishna hare hare hare rama hare rama rama rama hare hare. Il Mahamantra, secondo la Tradizione Bhaktivedantica, se praticato regolarmente, possiede la proprietà di “ripulire” la mente dai pensieri “tossici” e di illuminare le zone buie del nostro inconscio. Può essere recitato sul mala (japa), cantato individualmente (kirtana) oppure cantato collettivamente (sankirtana). Il Mahamantra, come tutti i mantra, non è strutturato come un discorso speculativo, con un inizio, uno svolgimento ed una conclusione; esso non spiega, poiché dà già per scontata la conoscenza dei contenuti cui si riferisce. E’ efficace di per sé, ma ancora più nella misura in cui chi lo invoca è profondamente consapevole di ciò che sta pronunciando e della motivazione per cui lo fa. Ogni sillaba è densa di energia spirituale, e può trasformare l’energia psichica da disecologica ad ecologica. Il libro è suddiviso in 4 sezioni: Presentazione, Le tecniche di Meditazione: teorie, studi e ricerche, il Mahamantra: storia, origni e pratica, Il sondaggio: analisi e risultati, Conclusioni.
Il testo, pubblicato da Amazon kdp, è acquistabile con il bonus cultura e con carta del docente.



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