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La verità sul caso Harry Quebert - Joel Dicker

02/09/19

recensione

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Marcus Goldman è il giovane prodigio della letteratura americana. Nel 2006, a soli ventotto anni a al suo primo libro, è in vetta a tutte le classifiche. Ma la storia si svolge nel 2008 e Goldman è alle prese col blocco dello scrittore. Così decide di andare a trovare il suo vecchio professore universitario Harry Quebert ad Aurora nel New Hampshire. Quebert è stato un grande scrittore ed è l'autore di uno dei libri simbolo della letteratura americana "Le origini del male". Quebert per Marcus è anche un maestro di vita nonché il suo migliore amico. Marcus passerà un paio di mesi nella tranquilla cittadina di Aurora alla ricerca di quell'ispirazione che aiutò Quebert nella stesura del suo capolavoro. Al suo ritorno a New York senza aver combinato nulla e al limite con le scadenze del suo editore, Marcus riceve una telefonata dal vecchio amico Quebert che gli comunica di essere stato arrestato per l'omicidio del suo amore di sempre Nola Kellergan. Nel 1975 Harry, allora più che trentenne, era stato protagonista di una storia d'amore segreta con Nola, una ragazzina di quindici anni. Nell'estate del 1975 Nola sparì misteriosamente e nessuno trovò il corpo o ne ebbe traccia. Si diceva che fosse stata rapita. Ma nell'estate del 2008 il corpo della ragazza è stato ritrovato nel giardino della villa di Quebert assieme al manoscritto "Le origini del male". Marcus Goldman, malgrado le scadenze imminenti per il suo prossimo libro, decide di mollare tutto e di tornare ad Aurora per indagare sull'omicidio e aiutare il suo amico Quebert. Goldman scoprirà aspetti piuttosto inquietanti del passato della giovane Nola e di molti personaggi che ruotavano attorno a Nola ed Harry.





Commento:



La storia ideata e raccontata da Joel Dicker è poderosa. L'autore riesce a inventare e costruire una vicenda piuttosto complessa e gli va riconosciuta a tutti gli effetti questa capacità. L'aspetto narrativo passa leggermente in secondo piano. La prosa non brilla per frasi a effetto o per la creazione di immagini poetiche, però ha uno stile narrativo che rende la lettura parecchio scorrevole e piacevole. D'altra parte è lo stile narrativo che un lettore spera di trovare difronte a un tomo di 750 pagine e quando si parla di thriller il nocciolo della questione gira attorno alla trama e alla capacità di creare suspense di cui Dicker è maestro.

Dicker racconta la vicenda dal punto di vista del protagonista Goldman e questo elemento è ciò che fa vivere al lettore l'incapacità di vederci chiaro nel mistero e di scoprire poco per volta i pezzi del puzzle che cambiano di volta in volta le piste da seguire durante le indagini. Sino a quando non si hanno tutti i pezzi del puzzle apposto la verità risulta indecifrabile al lettore. Sospetterete di uno o dell'altro personaggio ma non avrete mai le idee chiare.

La storia è un parallelo tra quanto avviene nel 2008 e quanto è avvenuto nel 1975. Essendo Goldman uno scrittore e decidendo a sua volta di scrivere un romanzo sulla vicenda, Goldman racconta cosa succede nel 2008 e poi riporta sotto forma di romanzo quanto è accaduto nel 1975. Si tratta di un romanzo nel romanzo.

Il romanzo è ricco di personaggi. Sono sviluppati bene ma solo nei limiti del loro ruolo nella vicenda, per cui non ne vediamo un'analisi introspettiva e psicologica. Vediamo invece un'analisi del protagonista Goldman che appunto si racconta in prima persona.

Il romanzo infatti riveste diverse forme. Quando si parla della storia d'amore fra Harry e Nola a volte tocca i toni di un romanzo rosa, quando si parla del rapporto fra Harry e Marcus, fra maestro e allievo, diventa un romanzo di formazione, quando si parla del rapporto tra Goldman e l'editore diventa un thriller economico ma infine tutti i filoni fanno capo a un'unico tronco centrale che è appunto quello del noire.

Infine posso solo aggiungere che, come dice uno dei protagonisti del romanzo, un bel libro è un libro che dispiace aver finito ed è ciò che è successo a me con questo libro.



Citazione:



Nessuno è libero, ragazzo mio. Siamo tutti schiavi di qualcun altro. E di noi stessi



Giudizio:



TRAMA: 10

STILE NARRATIVO: 7,5

SUSPENSE: 8

EFFETTO SORPRESA: 9,5

PERSONAGGI: 8

DIALOGHI: 7,5



Media: 8,5



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